Carlotta Sami: abbiamo il dovere dell'accoglienza
È stata accolta con entusiasmo, presso la sala consiliare del Comune di Molfetta, Carlotta Sami, portavoce dal 2014 dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR – Italia) ed ex direttrice di Amnesty International Italia, nell’incontro dal titolo: “Il dovere dell’accoglienza. Emergenza internazionale e integrazione dei rifugiati”. Il sindaco Paola Natalicchio ha esordito ricordando che Molfetta ospiterà quest’anno la Marcia della Pace, che si era già svolta nella nostra città nel 1992, alla presenza di don Tonino, il quale credeva in una città aperta, a cui aveva lanciato la sfida dell’accoglienza. «Noi oggi ci sentiamo pronti all’accoglienza e vogliamo farci trovare organizzati. L’Ostello dell’Accoglienza è stato il simbolo di quest’apertura, adesso stiamo lavorando ad una fase nuova, ad uno SPRAR, un centro di seconda accoglienza che ospiterà venticinque rifugiati. Siamo stati noi a farci avanti perché crediamo che sia doveroso e giusto, inoltre dopo gli attentati a Parigi bisogna saper distinguere il rifugiato dalla paura della minaccia». Ha poi preso la parola Carlotta Sami: «Oggi a livello mondiale siamo molto più instabili e le vittime dei conflitti sono sempre più civili che non militari. Sulle coste europee l’arrivo dei rifugiati ha avuto inizio con le primavere arabe nel 2011, ma essi restano una minoranza rispetto a chi si rifugia nei paesi limitrofi alle zone di guerra. La nostra Agenzia (l’UNHCR è stata fondata nel 1950 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, iniziando ad operare dal 1° gennaio 1951) fornisce ai rifugiati assistenza immediata e lavora sulle soluzioni, ovvero sul riconoscimento dello status di rifugiato e nel sostenere i Paesi che li accoglie. L’Italia si è trovata in grosse difficoltà a gestire il gran numero di rifugiati e immigrati, quello che facciamo è fornire il nostro sostegno al governo. Accogliere in centri piccoli semplifica il controllo, per questo gli SPRAR sono la punta più organizzata (va a questo punto distinta la prima accoglienza, effettuata nelle prime 48-72 ore dallo sbarco, in cui vengono forniti beni di prima necessità, assistenza medica e vestiti con la presenza delle forze dell’ordine, dalla seconda accoglienza o SPRAR, che mira all’integrazione in società per i richiedenti asilo o per coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiati previsto dall’ordinamento italiano). Il flusso verso l’Italia è diminuito rispetto al 2014 ed è aumentato verso la Grecia dove però, rispetto all’Italia, non vi sono centri di accoglienza. A fornire aiuto ci siamo noi e i volontari, con tende e prefabbricati. Il vero problema è che l’accoglienza a livello europeo non esiste, quando invece ogni Stato deve essere in grado di fornirla. È importante che all’arrivo dei migranti le identificazioni avvengano con il giusto riguardo, in un clima favorevole. Gli Stati membri devono capire che la scelta migliore sta nell’imboccare i canali della legalità, invece abbiamo l’esempio negativo dell’Ungheria che sta mettendo in atto una politica che equipara i rifugiati ai terroristi creando squilibri nell’UE, dimenticando però che chi porta a termine gli attentati è di solito qualcuno facente parte del tessuto connettivo europeo». La dottoressa Sami si è poi soffermata su alcune precisazioni, tra queste un falso assunto che vede il consolidarsi dell’idea secondo la quale costruendo una buona rete di accoglienza, si attireranno più rifugiati e una distinzione tra il rifugiato di guerra che non può più far ritorno nel proprio paese, perché a rischio è la sua stessa vita e il migrante economico, che ha tutto il diritto di muoversi per cercare una migliore condizione di vita. Quasi mai rifugiati e migranti guardano all’Italia come punto di arrivo, la maggior parte di essi vuole spostarsi in Germania o in Svezia, paesi che garantiscono supporto sociale e prospettive lavorative. Numerosi gli interventi, le domande e le richieste da parte di un pubblico partecipe e sensibile all’argomento, rappresentante di una città che, come hanno sottolineato gli assessori Angela Amato e Betta Mongelli, nutre un profondo rispetto dell’alterità e una memoria storica sempre viva.