Carcassa di capodoglio si spiaggia sulla costa barese
POLIGNANO – Un capodoglio di circa otto metri di lunghezza si è spiaggiato a Polignano in zona S. Vito. Il cetaceo in avanzato stato di decomposizione potrebbe far parte del gruppo dei sette capodogli spiaggiatisi a Vasto la prima decade di settembre. Al momento diventa difficile conoscere le cause della morte così come sarà difficile sottoporre la carcassa ad esame necroscopico. Continuano senza sosta lungo tutta la costa adriatica gli spiaggiamenti di cetacei, delfini e tartarughe.
Nel caso dei capodogli sotto accusa rimangono ancora le tecniche invasive come l'air-gun che producono un rumore fortissimo che spaventa e disorienta non solo i capodogli ma i cetacei in genere. Questo trauma porta i cetacei ad una riemersione troppo rapida con conseguente permanenza di gas nei vasi sanguigni per una mancata decompressione. Sul posto sono intervenuti li attivisti del Centro di Recupero Tartarughe Marine di Molfetta, personale medico veterinario dell'ASL e militari della Capitaneria di Porto di Monopoli.
Per Pasquale Salvemini, responsabile del centro tartarughe marine di Molfetta, l'episodio è l'ennesima testimonianza di come l'uomo e le sue azioni siano la causa della "morte del mare". Un mare malato di inquinamento e di cui viene interrotto il silenzio con pratiche di ogni genere.
Lo spiaggiamento di decine di tartarughe negli ultimi giorni lungo tutta la costa adriatica (Monopoli, Molfetta, Barletta, Margherita) e del capodoglio è senza dubbio l'ennesimo campanello d'allarme che il mare ci sta dando. Salvemini prosegue chiedendo al Governo di cessare le pratiche di ricerca del petrolio con tecniche invasive che al momento confermano la loro pericolosità nel preservare la fauna marina continuare a sostenere la biodiversità.