Cambio di consegne alla Capitaneria di Porto, arriva il comandante Ducci
Un ritorno a Molfetta, quello del capitano Alessandro Ducci, ora comandante della Capitaneria di Porto al posto dell’uscente Enrico Cincotti. Ha prestato servizio la prima volta nel 1990 con l’incarico di addetto Sezione armamento e spedizioni e capitano della Sezione segreteria e comando, la seconda dal 1995 al 2002 con l’incarico di comandante della Sezione demanio e contenzioso demaniale. Quindici lo ha intervistato a pochi giorni dal suo insediamento. Comandante Ducci, il suo è un ritorno a Molfetta. Quali sono state le sue prime sensazioni ed emozioni non appena ha saputo di dover assumere il ruolo di comandante della capitaneria di Porto? «È chiaro che quando si è designati per un incarico di comando ci si rende subito conto che è arrivato un momento importante della carriera ed è stato particolarmente gradito perché mi è stato comunicato che il comando lo avrei espletato nella città di Molfetta, dove ho cominciato la mia carriera. Quindi, potete immaginare che è stato un momento emozionante come d’altronde lo è stato il passaggio di consegne, con sensazioni forti ed estremamente positive». Comandante Ducci, la marineria di Molfetta è segnata da una profonda crisi. In appena qualche anno la marineria molfettese ha perso molte imbarcazioni. Quale sarà il suo atteggiamento nei confronti dei marinai della nostra città? «Io direi che questo è un fenomeno che caratterizza tutte le marinerie dell’Adriatico. Tornando a Molfetta, mi sono accorto di come la fl ottiglia si sia enormemente ridotta, ma questo resta un problema di tutto l’Adriatico che è stato un mare ampiamente sfruttato, perché lo sforzo di pesca intenso di qualche decennio ha sicuramente depauperato le risorse ittiche. Direi che è un fenomeno in progressiva evoluzione, rispetto al quale in qualità di autorità marittima possiamo fare ben poco. Di certo c’è un problema socio-economico di riconversione in altri settori di tanti operatori che purtroppo hanno perso un posto di lavoro». Per le vie cittadine è sempre più frequente la presenza di ambulanti abusivi che commerciano pescato protetto e non vendibile, con il malessere dei residenti che più volte hanno denunciato alle Forze dell’Ordine e alla stampa questa intollerabile situazione. Sarà irremovibile l’azione di controllo della Capitaneria? Saranno intensifi cati i controlli per la difesa e tutela del mare, soprattutto verso la pesca illegale? «Questo tipo di controlli sono al centro dell’attenzione dell’autorità marittima da anni. È chiaro che non abbasseremo la guardia. È stato elaborato un consuntivo a disposizione della stampa dell’attività di controllo anche durante il periodo del fermo biologico e direi che la Capitaneria di Porto di Molfetta si è sicuramente mossa con tempestività ogni qual volta ci sono state delle segnalazioni. Facendo un bilancio di denunce, sequestri e illeciti accertati, la pesca illegale è stata sicuramente oggetto della nostra attenzione». Questo biennio è stato caratterizzato dall’iniziativa “Mare sicuro”. Sarà ripresa anche il prossimo anno o sarà programmata una nuova campagna? «L’operazione “Mare sicuro” non è un iniziativa singola della Capitaneria di Porto di Molfetta, ma è un piano nazionale che viene attuato ogni anno e che caratterizza il periodo estivo, le cui direttive arrivano dal Ministero e quindi dal comando generale. Tenendo conto del successo conseguito negli ultimi anni, molto probabilmente anche nella prossima stagione estiva saremo impegnati nella medesima campagna sia pur eventualmente denominata in maniera diversa». Sono già partite le operazioni di ricognizione per il Francesco Padre. Quale sarà l’apporto dei militari della Capitaneria di Porto? «Noi non forniremo nessun apporto, né di uomini né di mezzi,in questo momento sono altri i colleghi impegnati nella gestione dell’operazione».