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Calvani e Renna, segretario e vice del Pd di Molfetta si dimettono per sostenere la candidatura di Minervini. Il trasformismo di Tammacco e le facce di bronzo
09 aprile 2015

MOLFETTA – Dimissioni nel Pd di Molfetta: lasciano il segretario Giulio Calvani (foto) e il vice Lino Renna. La decisione è stata ufficializzata ieri sera nell’assemblea del Partito Democratico, alla quale ha partecipato anche l’assessore regionale del Pd Guglielmo Minervini che si candida con la lista di Vendola e Stefàno “Noi a sinistra per la Puglia”.

La decisione di Calvani e Renna è coerente con la scelta dei due Dem di sostenere la candidatura di Minervini per il prossimo consiglio regionale e del candidato presidente Michele Emiliano.
Le dimissioni non cambiano gli assetti del governo locale che non è legato alle decisioni del Pd. Se ne potrebbe riparlare dopo le elezioni regionali in base ai risultati che verranno fuori dalle urne.
Intanto continua a fare scandalo – ne stanno parlando tutti i giornali regionali – la scelta del consigliere di centrodestra Saverio Tammacco di appoggiare con la lista “Realtà Italia” il candidato di centrosinistra Emiliano. Dopo la condanna del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e quello dello stesso Calvani, oltre ad altri esponenti politici locali, che hanno chiesto allo stesso ex sindaco di Bari, che è anche segretario regionale del Pd di non accettare operazioni trasformiste come quella di Tammacco, che mira solo alla poltrona, il gladiatore Emiliano tace.
Dopo aver detto anche in un’intervista a “Quindici” di alcune settimane fa di non conoscere Tammacco, né la sua lista, Emiliano continua a fare il pesce in barile. Ora che la notizia è su tutti i giornali, il segretario regionale del partito continuerà a far finta di nulla, col rischio di perdere molti elettori del Pd? Infatti, sono già tanti quelli che hanno deciso non solo di non votare Pd, ma nemmeno il candidato Emiliano (come si può leggere sui social network): c’è troppo ribrezzo per la candidatura Tammacco, non è sufficiente turarsi il naso come diceva Montanelli. Meglio astenersi, sostengono molti elettori di centrosinistra.
Ma Emiliano apre le porte a tutti coloro che come il consigliere comunale di Forza Italia (che si è dimesso dal partito, pronto a saltare sul carro del vincitore) sono disposti a sostenerlo. Insomma, Emiliano vuole stravincere, tenuto conto che il centrodestra è in pezzi.
Intanto Tammacco - del quale non si ricorda nulla di rilevante nella sua attività sia di consigliere comunale che provinciale e quindi utile a chiedere il consenso degli elettori - con grande faccia di bronzo, dichiara di aderire al vero rinnovamento della Puglia rappresentato da quel centrosinistra contro il quale era schierato fino a ieri.
Essere voltagabbana a Molfetta è quasi un’abitudine per tanti personaggi per i quali la coerenza e la dignità non sono di casa, basta una poltrona e si possono fare anche tripli salti mortali, come altri soggetti del centrodestra insegnano.
Ma è lo stesso Tammacco a confermare la sua scelta opportunistica quando dichiara: «non può sfuggire come il Centrodestra a tutti i livelli da quello nazionale a quello regionale appaia del tutto logorato, senza guida, senza una classe dirigente». Insomma, meglio saltare subito sul carro del vincitore, visto che il centrodestra è in pezzi. Del resto il sen. Antonio Azzollini ha fatto buona scuola all’epoca del suo passaggio da sinistra a destra. La coerenza e la dignità in politica, si sa, non sono valori per qualcuno.
Ma la faccia tosta continua, quando l’incolore Saverio Tammacco, solo portatore di voti e non di idee e progetti, come ha dimostrato nella sua attività amministrativa, si spinge ad una sfacciata adulazione di quello che era un avversario di ieri e spera diventi un amico di oggi: «Michele Emiliano è un candidato capace di comprendere le ragioni politiche dei moderati che intendono costruire le basi di un vero cambiamento nella Regione Puglia. È per questo che sostengo Michele Emiliano, perché le sue ragioni sono le mie stesse ragioni (sic!)».
Sulla sua scia si schierano anche altri consiglieri di centrodestra, che si preparano a cambiare casacca, visto che anche a Molfetta il sen. Antonio Azzollini viene considerato come perdente e quindi abbandonato al suo destino che lo vede isolato e circondato solo dal suo cerchio magico della Nutella.
Cosa non si fa per una poltrona!
Pesante anche il commento sulla candidatura di Tammacco che viene fatto dal sindaco Paola Natalicchio: «mi chiedo e chiedo a Michele Emiliano come facciamo, adesso, ancora, a parlare di centrosinistra. Mi chiedo, soprattutto, il senso politico di un'operazione del genere. Tammacco è un esponente di centrodestra, consigliere provinciale uscente di centrodestra (vicinissimo al presidente Schittulli fino a una manciata di giorni fa), attuale consigliere comunale di centrodestra e infatti convinto oppositore della nostra amministrazione che attacca in ogni sede. La sua non è una adesione a un progetto politico o una conversione sul campo delle idee o del modello di società. E' un salto sul carro del probabile vincitore, un cambio di casacca spudorato dettato dal bieco trasformismo. Con lui Mariano Caputo e non so chi altro. La comitiva di "I like Molfetta", immagino. Quello che qualcuno chiama "il nuovo centrosinistra". Un esperimento OGM di mutazione genetica di un progetto. Vorrei sapere con precisione da Michele Emiliano come si giustifica un'operazione di questo livello. Cos'altro troveremo nelle liste a suo sostegno? Siamo allo sdoganamento di larghe imprese mascherate da "nuove scelte". Ma noi abbiamo gli occhi per vedere quello che sta succedendo. Lo trovo spudorato e inaccettabile. Emiliano avrebbe dovuto fermare questa candidatura e non lo ha fatto. Avrebbe dovuto almeno spiegarla e invece tace. Se questo è il "dopo Vendola" cominciamo molto male. Dal canto mio, non ci sto a perdere la faccia ne' lo spirito di quello che in questa città è successo nel 2013. Solo attorno a scelte chiare e limpide possiamo andare a chiedere il voto ai cittadini. E l'adesione di Tammacco al "nuovo centrosinistra" è una scelta opaca, incomprensibile e opportunista che nella nostra città ha un solo effetto: disorientare la nostra comunità e promuovere sfiducia e astensionismo. Spero che questo errore clamoroso venga in qualche modo corretto».
Questa la risposta di Emiliano, che continua a fare il pesce in barile: «Non conosco il caso specifico - dice l'ex sindaco di Bari - capirò qualcosa di più nelle prossime ore, aspettando l'ufficializzazione delle liste: in ogni caso chiunque decida di sostenere, di aderire al progetto politico, è normale che assuma decisioni conseguenti a questa adesione. Può però accadere che esistano alleanze diverse a seconda dei piani di governo: per esempio Sel a Roma è contro il governo nazionale di centrosinistra e invece qui stiamo tenendo stretta l'alleanza». Insomma, una risposta molto opportunistica.
E il sindaco Natalicchio aggiunge: «”Può darsi che esistano alleanze diverse a seconda dei piani di governo". Questa la risposta di Michele Emiliano sul caso Tammacco. Mi dispiace, non ho capito. Spero di non aver capito».
E rivolta a Tammacco: «caro Saverio, ti dimetti da capogruppo di Forza Italia, salti dall'altra parte del recinto, da uomo vicino a Schittulli diventi primo violino di Michele Emiliano e del centrosinistra e mi dici che io sto generando "caos politico". Sinceramente, non era meglio un dignitoso silenzio?».
Ma, si sa, proprio quelli che non hanno nulla da dire, sono coloro che parlano di più. Poi saranno gli elettori a giudicare questi salti della quaglia abbastanza spregiudicati e certamente non motivati da interessi ideali, quanto da speranze di poltrone e di potere.

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