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Caffè culturali al Lab café Alèmmérse di Molfetta: si parte venerdì 14 marzo
13 marzo 2014

MOLFETTA - “Noi ad Alèmmérse facciamo così...”  proprio parafrasando Pericle, perché venerdì 14 marzo – a partire dalle ore 19,00 – si parla di Democrazia nel primo degli appuntamenti dei Caffè culturali previsti proprio presso Alèmmérse il Lab café in piazza Principe di Napoli a Molfetta.

Gli ospiti che animeranno la conversazione saranno Davide de Candia e Gaetano Centrone ai quali sarà chiesto di dialogare sul tema con tutti coloro che interverranno.

Lo spirito di questa iniziativa, che ha come esplicito sottotitolo “le parole della polis”, è quello di soffermarsi, al di fuori dei contenitori ortodossi, su parole e concetti relativamente ai quali abbiamo, per così dire, smarrito i confini: si partirà dunque proprio col termine Democrazia e gli altri incontri, a cadenza più o meno mensile, individueranno di volta in volta il focus successivo “pescandolo” da un’anfora delle parole alla fine della conversazione.

Come target ideale si era pensato alla generazione dei ventenni, ma per iniziative di questo tipo, l’età è davvero un dettaglio, perciò vi aspettiamo numerosissimi e motivati!

Autore: Adelaide Altamura
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Ma l'Italia è anche un paese di contraddizioni continue e uno dei fondamenti dell'unità, la comune religione cattolica, è poi una delle cause della disunità della nazione. Sempre la chiesa ha rappresentato un polo antistatale in una nazione divisa fra l'imperatore e il papa, fra guelfi e ghibellini. Gran parte dei cattolici sono stati al margine del Risorgimento perché hanno considerato la chiesa come il loro vero stato e il papa come il loro vero re, sono stati in vigore due codici, quello laico e quello canonico, sono state operanti le due morali da cui il cinismo di molti governanti cattolici come Moro o Andreotti per cui le vicende laiche dello stato non avevano coinvolgimenti morali: alla mattina si andava a messa e poi si provvedeva alle losche faccende del potere. Tutta la storia dell'Italia unitaria è percorsa da questa separazione fra minoranze laiche attiviste e masse cattoliche attendiste: fra i trecento di Pisacane, i mille di Garibaldi, gli altri mille che danno via alla guerra partigiana e l'operazione pontificia di impedire la resistenza e l'insurrezione a Roma e di esortare i fedeli a vivere nell'ombra del loro vescovo defensor pacis. C'è una doppiezza permanente nella società italiana che le impedisce di essere nazione omogenea. Il ceto politico dominante persegue sempre la doppia costituzione, la doppia morale, sempre i governi hanno trattato i cittadini come degli inferiori provocando nell'italiano un'oscillazione perenne fra l'autoflagellazione e l'ammirazione per lo straniero, fra la riverenza per le tirannie e l'attribuzione a esse di tutti i mali del paese. “Gli italiani – dice Carlo Emilio Gadda - non sopportano l'autorità del governo e gli incaricati di polizia e di regolamento civile per una causa naturale fisiologica, il loro incoercibile egoismo, il loro incoercibile narcisismo, il totale difetto di una logica associativa. C'è da aggiungere che i più dei governi si sono rivelati inetti e infami. Al narcisismo egoistico ascrivo anche le nostre ridicole manie municipalistiche, provinciali, regionali, quando sussistono in dimensioni da clinica psichiatrica.” E' stato osservato che l'unico momento di vera partecipazione patriottica la si ha durante i campionati mondiale di calcio. Allora l'intero paese viene travolto dalla passione per i suoi calciatori. Definire questa passione come un sentimento deteriore sudamericano non è corretto, esso si scatena anche in paesi ricchi e civili come la Francia o la Germania. Non è un caso che il neonazionalismo di Berlusconi parta dal Milan, una squadra di calcio.-
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