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Box frutta “strane” coperture finanziarie e costi alle stelle. Pagheranno i cittadini
15 novembre 2011

Una macchina succhia soldi pubblici. Due i chioschi della frutta realizzati a Molfetta, uno su via Papa Montini, l’altro su via Salvator Allende. Autorizzazione amministrativa decennale rinnovabile alla scadenza (una “concessione a vita”): i chioschi resteranno almeno fino al 2021. 240 euro il canone mensile, che non coprirà le spese sopportate dal Comune di Molfetta (2.880 euro all’anno, 28.880 in 10 anni). Pagheranno ancora i cittadini? Il chiosco zero. 21mila euro, il costo del primo box della frutta su via Papa Montini (febbraio 2011). Affidataria la ditta Spaziodesign per negoziazione diretta (delibera Settore Territorio n.192 del novembre 2010). Perché non redarre un bando pubblico di gara? L’art.125 del D.Lgs n.163/06 consente l’affidamento diretto per fornitura o prestazioni di valore economico inferiore a 20mila, ma un bando a ribasso avrebbe favorito un maggiore risparmio. Nessuna “urgenza”, il piano era stato approvato 4 mesi prima. Necessario un miglioramento ad aprile, dopo una serie di «incontri intercorsi tra questa amministrazione e i rappresentanti di categoria» per «migliorare» la struttura e «renderla più idonea alle esigenze di coloro che saranno gli utilizzatori della stessa, sotto il profilo della sicurezza e della fruibilità». Amministrazione Azzollini schiava dei fruttivendoli? O della ditta appaltatrice che ha ricevuto altri 25.713 euro per questo adeguamento (determina del Settore Territorio n.44 dell’aprile 2011)? La magia di maggio. Un mese dopo la giunta Azzollini, approvato il progetto esecutivo del chiosco, attiva una gara negoziata ad evidenza pubblica per la realizzazione altri 2 chioschi da 140mila euro (delibera G.C. n.100). Che tipo di procedura se il chiosco era in cantiere già a metà maggio? Appena qualche giorno per pubblicare il bando e chiuderlo? Perché ora i due chioschi costano ben 70mila euro l’uno, 3 volte il prototipo, se la ditta affidataria sarà ancora la Spaziodesign? Tre mesi dopo la Giunta Azzollini modifica la delibera n.100: quella procedura non avrebbe consentito di intervenire in via di urgenza di fronte alle «legittime aspettative lavorative dei venditori che, alla vista della loro realizzazione, avrebbero maggior fiducia nelle loro aspettative di vita onesta e regolare» (delibera G.C. n.145 dello scorso agosto). Pura retorica dell’argomentazione. L’amministrazione non solo scredita la dignità degli operatori (perché scrivere «maggior fiducia nelle loro aspettative di vita onesta e regolare »?), ma palesa ancora una volta di essere schiava e di non saper (o voler) individuare soluzioni previste dalla legge. Ratificato dalla stessa delibera l’affidamento diretto alla Spaziodesign. Dopo la magia, la beffa. 7 i chioschi da realizzare, ma «per due chioschi vi sarebbe possibilità di finanziamento con fondi comunali mentre per i restanti 5 appare oltremodo difficile la loro realizzazione con fondi di bilancio comunale - si legge nella delibera n.145 - per cui sono allo studio soluzioni alternative di finanziamento quali leasing (mutui con banche o società finanziarie, ndr) o altro». Molfetta, Comune virtuoso, vanto del sindaco senatore Antonio Azzollini, non ha in cassaforte i quattrini necessari per gli altri box? Che diranno gli operatori del settore? I conti non tornano? O la Corte dei Conti e/o la Procura di Trani hanno adocchiato la faccenda, se la firma sui provvedimenti è proprio dell’ing. Rocco Altomare, ora ai domiciliari per l’inchiesta «Mani sulla città»? Intanto, la giunta ha affidato all’ing. Enzo Balducci, dirigente ad interim del Settore Territorio, i provvedimenti consequenziali e il rinvio dell’espletamento di apposita procedura di gara per gli altri 5 chioschi. Ottobre, il miracolo. Altri due mesi, il miracolo: sbuca il finanziamento per i 5 chioschi (delibera G.C. n.187 del 7 ottobre). 375mila euro (276mila euro a base d’asta) la spesa complessiva, subimpegno in conto capitale sul Bilancio 2009 al capitolo 50380 «Prosecuzione interventi di cui alla Legge n.174/02 e successive modifiche e integrazioni ». Inclusi altri 66mila euro di sanatoria per il secondo chiosco con 50mila euro alla ditta Spaziodesgin per la fornitura di arredi, 11mila euro alla ditta Si.Ce. per le opere murarie e 4.200 euro alla ditta Ferrarese Contract per le 3 tende parasole. Ma i fondi di quel capitolo sono somme stanziate dallo Stato per il completamento della diga foranea di Molfetta (dei 10,3milioni complessivi, altri 8,5 sono stati impiegati per altri subimpegni). Aggiornato anche il progetto esecutivo in base alle direttive del Decreto Legge Sviluppo e della Legge n.106 del giugno 2011 (scomputo del costo della mano d’opera e dell’importo dei lavori a base di gara). Prezzi alle stelle per la nuova percentuale dell’IVA (21%). È anche partita la procedura di gara negoziata a mezzo cottimo fiduciario (affidamento a terzi). Parteciperanno 6 imprese, indicate dal dirigente ad interim del Settore Territorio, Enzo Balducci, e tratte dal sito dell’AVCP, per la categoria dei lavori (strutture in legno). Ma le modalità di costruzione dei primi due chioschi non erano le stesse? Perché in quel caso si è scelto un affidamento diretto? Perché solo e proprio queste 6 imprese? Non sarebbe il momento di verificare le procedure a firma dell’ing. Altomare, in particolare quelle per la delibera n.100?

Autore: Marcello la Forgia
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