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Bilancio, più investimenti ma aumenta il debito Crescono le entrate tributarie, nuove opere pubbliche, arrivano i Boc
15 marzo 2000

di Giulio Calvani Provare ad analizzare più nel dettaglio le cifre del bilancio preventivo del 2000 (di cui QUINDICI ha parlato in anteprima nel numero di febbraio), non è impresa facile, a causa della complessità propria di questo fondamentale atto amministrativo, strumento indispensabile affinchè il Comune possa di fatto operare avendo a disposizione le risorse, ma costituisce il modo più concreto e rispondente alla realtà per comprendere, al di là delle parole e delle dichiarazioni di intenti, in che direzione si muove una pubblica amministrazione, in quali settori intende maggiormente investire per colmare lacune strutturali, e quindi, in definitiva per capire verso quale modello di sviluppo, quale idea di città, ci si indirizza. Entrate e spese A tal fine particolare rilevanza assume il prospetto delle entrate e delle spese sul quale occorre soffermarsi. In primo luogo bisogna sottolineare che le entrate tributarie previste aumentano rispetto al 1999 del 2,47 %, circa 640 milioni, ma questo è dovuto non ad un aumento delle imposte (aliquote Ici ed Irpef rimangono invariate, così come sottolineato nell’intervista rilasciataci dall’assessore al bilancio Sallustio e pubblicata sullo scorso numero di QUINDICI) quanto piuttosto ad una rivalutazione delle posizioni tributarie dei contribuenti oggetto di riaccertamenti lo scorso anno (per quanto riguarda l’imposta sugli immobili) ed al fatto che, essendo aumentato di più dell’11% il reddito prodotto dalla comunità molfettese (a dispetto di quanti spargono parole al vento sull’agonia della nostra economia), l’aliquota Irpef consente un’entrata maggiore di circa 200 milioni. Tuttavia, considerando tutti i capitoli delle entrate, queste diminuiscono di circa il 15% a causa dei minori contributi dello Stato e della Regione, e delle minori entrate derivanti dalle vendite dei beni comunali. Per quanto riguarda le spese si rileva una notevole razionalizzazione delle spese correnti (-6,12%) in particolar modo per quanto concerne le funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, rimanendo invece sostanzialmente invariate quelle destinate all’assistenza e beneficenza; in misura ancora maggiore rispetto al 1999 diminuiranno le spese in conto capitale (-25,7%). Entrando più nel dettaglio si registrano decrementi a volte considerevoli nei settori della Pubblica Istruzione, della cultura, del turismo e dello sport, a fronte di relativi incrementi nel settore di gestione e controllo dell’amministrazione, in quello ambientale e del territorio (in particolar modo balzano agli occhi i rilevanti investimenti nell’ambito dell’Edilizia Residenziale Pubblica e nell’allestimento di parchi e servizi per la tutela del verde) e in quello, importantissimo, dello sviluppo economico, relativamente soprattutto ai servizi per l’artigianato, con il previsto piano di urbanizzazione del 1° lotto della nuova zona artigianale. Opere pubbliche Particolare rilevanza per capire “che Molfetta sarà” assumono sia il “piano annuale delle opere pubbliche per l’anno 2000”, sia quello relativo al triennio 2000-2002. Per quanto concerne il primo sono molti gli aspetti da sottolineare: la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria del Piano straordinario ex art. 51 (sebbene occorre capire se è una strada che si possa ancora considerare valida per rispondere alla forte carenza di abitazioni in città, o non sia meglio ormai riporre ogni speranza nella celere approvazione del Prg), per un importo finanziario di 10 miliardi; l’adeguamento e ammodernamento degli impianti di pubblica illuminazione in vaste zone della città, per un importo di 2 miliardi da ottenere attraverso un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti; una lunga serie di adeguamenti degli immobili comunali alle norme di sicurezza, cui è da aggiungere l’abbattimento delle barriere architettoniche; la riqualificazione delle piazze cittadine; la costruzione di un nuovo Palazzo di Giustizia, per la quale si prevedono finanziamenti diretti da parte del ministero di Grazia e Giustizia; poi la costruzione anche con il coinvolgimento dei privati (attraverso quelli che vengono definiti “project financing”) di parcheggi interrati presso P.zza Aldo Moro, p.zza Paradiso, via F. Cavallotti. Ci fermiamo qui, ma la lista potrebbe continuare a lungo con un totale di investimenti pari a circa 66 miliardi. Per quanto riguarda il piano triennale evidenziamo per il 2001 la pedonalizzazione di C.so Umberto e P.zza Garibladi, in ottemperanza a quanto previsto dal piano del traffico, per la quale è prevista una spesa di 4 miliardi (che a tutta prima, onestamente, sembrerebbe eccessiva); la costruzione di un Auditorium per 25.000.000.000 da ottenere tramite finanziamento Cipe, e che dovrebbe essere ubicato preso il Parco Tematico della Moda (vedi l’ampio servizio sul numero di febbraio di QUINDICI); la realizzazione di un parcheggio interrato presso il lungomare Colonna sempre attraverso il coinvolgimento dei privati; ed il recupero di Palazzo Dogana per un importo di 6 miliardi. Per il 2002 il suddetto piano prevede, tra le altre cose, il rifacimento della rete idrico-fognante di quartieri Catecombe e Cavallotti, e del Centro Storico; la costruzione della viabilità tra le zona Asi, la zona Artigianale e il porto, e infine il Parco del Pulo. Riusciremo a vedere tutto compiuto questo lungo elenco di cose da fare? Arrivano i Boc Una novità rilevante in tema di opere pubbliche si evince dal relativo piano, e cioè l’emissione di Boc (Buoni ordinari comunali) per finanziare tre progetti nel 2000 (riqualificazione di Piazza delle Erbe, il rifacimento del manto stradale di alcune zone di campagna e il recupero dell’isolato 1 nel centro antico) ed uno previsto per il 2001 (recupero e restauro di Palazzo Tattoli) per un totale di 7 miliardi e ottocento milioni circa. L’assessore Sallustio ci ha spiegato che è già stato deliberato dalla Giunta l’affidamento dell’incarico per lo studio di fattibilità relativo al collocamento di questi titoli; la banca che si è aggiudicata il servizio di collocamento dei Boc e di gestione di tutte le attività connesse è risultato il Banco di Napoli. L’amministrazione intende emetterli quanto prima, ma ci sono due ostacoli ancora da superare: in primo luogo, per quegli interventi, devono essere ancora approvati i progetti esecutivi, preliminari all’emissione dei titoli, per i quali si è in una fase avanzatissima ma non ancora esecutiva. Ma ulteriore ostacolo è rappresentato dal tetto di indebitamento: l’anno scorso il Comune di Molfetta si è indebitato per oltre venti miliardi, raggiungendo il tetto massimo consentito dal “patto di stabilità”. Quest’anno si prevede di ridurre l’incidenza del debito attraverso la vendita di beni comunali, in modo tale da consentire l’emissione di questi titoli. Il tutto dovrebbe avvenire entro il mese di giugno, che in definitiva dovrebbe rappresentare il periodo di emissione dei Boc. I tassi di interesse previsti sono del 5,25 % indicizzato, al momento del collocamento. Il Comune trarrebbe notevole vantaggio da tutta l’operazione, giungendo a risparmiare, attraverso complessi calcoli economici e fiscali, circa un punto percentuale rispetto al tasso imposto dalla Cassa di Depositi e Prestiti. Pare, tuttavia che il Banco di Napoli sia intenzionato ad acquistare tutti i titoli emessi ritenendoli molto convenienti, ed in tal senso l’Amministrazione sta trattando al fine di poter collocare tali Boc sul mercato cittadino, in modo da consentire ai molfettesi una forma di investimento molto redditizia. Considerazioni conclusive E’ da prendere, infine, in considerazione la questione relativa all’indebitamento che, sebbene ridotto rispetto al 1999 (in particolar modo attraverso l’alienazione di beni comunali) è tuttavia ancora rilevante pari a circa 12,5 miliardi. A fronte della diminuzione delle entrate erariali e della difficoltà di intercettare finanziamenti di diversa natura, questa Amministrazione dal 1996 al 2000 ha operato nella direzione di non rinunciare ad investimenti di fondamentale importanza per la città, ricorrendo ad un limitato aumento dei tributi (i quali, però, è bene ricordarlo, quest’anno rimangono invariati) e ad un più consistente indebitamento (sempre nei limiti consentiti dal “patto di stabilità”) che significativamente è passato nella quota pro capite da 189.465 lire del 1996 a 1.142.276 lire del 2000, il che significa che il debito pubblico grava in misura maggiore, su ciascun molfettese, rispetto a cinque anni fa.
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