MOLFETTA - La settimana più importante della storia della Basket Virtus Molfetta è passata senza dare i frutti sperati.
La chiamata alle armi di lunedì scorso si è rivelata un autentico flop, un grido disperato rimasto inascoltato in una città ripiegata nel suo torpore e nei suoi scandali.
Sembrava potesse esserci una luce in fondo al tunnel della retrocessione ed invece in soli sette giorni a svanire non potrebbe essere soltanto il sogno del ripescaggio, ma addirittura la città di Molfetta nel panorama cestistico nazionale.
“In questa settimana così delicata ci sono stati soltanto due protagonisti, o meglio due categorie di protagonisti: gli ammutinati e i disertori”. È molto lucido il presidente Domenico Bufi nella sua analisi, “se per i disertori non ci si può rammaricare, per gli ammutinati non ci sono molte parole. Ci sono stati imprenditori che, nonostante un iniziale entusiasmo e dichiarazioni di disponibilità per il progetto, si sono tirati indietro senza troppe spiegazioni. Ci è rimasta accanto soltanto la famiglia Ragno”.
La situazione della Virtus non è buona, anzi è davvero pessima.
“ I prossimi impegni, burocratici ed economici, da onorare sono fissati per il 30 giugno e per il 5 luglio. Se l’ostacolo alla sopravvivenza della squadra sono io – conferma uno sconsolato Andrea Bellifemine -, ribadisco la mia assoluta disponibilità a farmi da parte e a passare la mano a chiunque fosse seriamente interessato. Se non dovesse esserci nessuno pronto ad affiancare i nuovi soci, sarò costretto a cedere il titolo a città più pronte a giocare di squadra”.
L’impressione è che sia arrivato il momento di mettere da parte antipatie e dissapori personali e fare uno sforzo comune per salvare una società e una maglia che hanno dato lustro a una città che mai, in questo sport, aveva conosciuto palcoscenici così importanti.
Se entro dieci giorni nessun imprenditore si sarà avvicinato al nuovo progetto targato Bufi-Pucci-Cirillo la parola basket a Molfetta, coniugata in ambito nazionale, non avrà più alcun significato
Prosegue intanto il progetto di azionariato popolare “SalviAmo la Virtus”, la quota minima per la sottoscrizione è di 100 euro. Coinvolgimento ed entusiasmo potrebbero essere il miglior volano per importanti novità.
Se la Virtus chiama, Molfetta deve rispondere.
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