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Bari, conferenza stampa su emergenza rifiuti nella Terra di Bari Relazione dell'Assessore alla Tutela dell'Ambiente, Giovanni Barchetti
20 settembre 2010

BARI - Attualmente nel territorio della Provincia di Bari risultano istituiti quattro A.T.O (Ambiti Territoriali Ottimali), BA1, BA4, BA2 e BA5.
I primi due ricomprendono anche l'intero territorio della Provincia BAT, nonché, quanto al BA1, i comuni di Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi e, quanto al BA4 i comuni di Altamura, Cassano, Gravina, Grumo, Poggiorsini, Santeramo e Toritto.
L'A.T.O. BA/2 ricomprende i comuni di Bari, Binetto, Bitetto, Bitonto, Bitritto, Giovinazzo, Modugno, Palo del Colle e Sannicandro.
L'A.T.O. BA/5 ricomprende i comuni di Acquaviva, Adelfia, Alberobello, Capurso, Casamassima, Castellana Grotte, Cellamare, Conversano, Gioia del Colle, Locorotondo, Mola di Bari, Monopoli, Noci, Noicattaro, Polignano, Putignano, Rutigliano Sammichele, Triggiano, Turi e Valenzano.
La situazione dei rifiuti continua ad essere critica in misura più o meno elevata con riferimento a tutti e quattro i citati ambiti territoriali e, allo stato, si versa in una situazione di vera e propria emergenza per quanto riguarda gli A.T.O. BA4 e BA5.
Anzitutto, in via generale, in tutti e quattro gli ATO non si è pervenuti all'autosufficienza dello smaltimento dei rifiuti prodotti, autosufficienza prescritta dal legislatore nazionale, ma che in realtà la Regione non ha inteso garantire neppure in sede di mera programmazione.
Ci si è limitati, infatti, a programmare, in relazione ai vari ambiti, la realizzazione di impianti di biostabilizzazione e produzione di CDR nonché di compostaggio, ma non è stata neppure prevista la realizzazione di alcun impianto che "chiuda il ciclo", di alcun impianto di produzione dell'energia elettrica a mezzo incenerimento dei rifiuti.
Tanto, in violazione dell'art. 182 del D.Lgsl n. 152 del 2006, come modificato con il D.Lgs. n. 4/2008, che impone che la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti nelle discariche avvenga - in seconda battuta, per quei rifiuti che non possano essere riutilizzati, riciclati o recuperati - con "l'utilizzazione dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia".
Quanto all'attuazione del programma, nella Provincia di Bari sono stati realizzati e sono funzionanti soltanto due impianti di biostabilizzazione (a Conversano e a Bari), mentre è stato realizzato soltanto un impianto di produzione del CDR (a Conversano), impianto che non è entrato in esercizio per problemi amministrativi e giudiziari.
Circa poi le discariche, è in esercizio soltanto quella di Giovinazzo, esauritasi l'anno scorso e per la quale è stato autorizzato un ampliamento in senso orizzontale, in attesa che siano realizzati i programmati impianti di biostabilizzazione e di produzione di CDR con annessa discarica di servizio. Nel corso dell'estate si è poi esaurita l'altra e ultima discarica in funzione, quella di Conversano, e il Presidente della Provincia, su precisa richiesta del Presidente della Regione, è stato costretto ad autorizzarne il sopralzo di 50 centimetri, per far fronte all'imminente emergenza. Ciò, tuttavia, ha scatenato le ire delle popolazioni interessate (di Conversano e di Mola di Bari) e delle rispettive Amministrazioni, cui la Regione aveva promesso che la discarica sarebbe stata chiusa improrogabilmente il 31 dicembre 2009 (tale promessa era stata effettuata per far "digerire" alle popolazioni il provvedimento straordinario del Presidente della Regione, che aveva disposto nell'estate del 2009 che i rifiuti "tal quale" degli ATO della Provincia di Lecce, che versavano in situazione di emergenza, affluissero nella discarica di Conversano, provvedimento che ha a sua volta comportato l'esaurimento anticipato della discarica stessa).
Comunque, il citato provvedimento d'urgenza del Presidente della Provincia ha evitato soltanto che la crisi irrompesse nel corso dell'estate poiché a breve anche la nuova volumetria determinata dal sopralzo autorizzato sarà esaurita, ragion per cui non si saprà cosa fare dei rifiuti del bacino BA5.
L'unica soluzione sarà quella di portarli altrove, fuori provincia, ma trattasi di una soluzione problematica, poiché, da un canto, nell'intera Regione le residue discariche si vanno man mano esaurendo e, dall'altro canto, le spese connesse al trasporto dei rifiuti fuori bacino sono notevoli e tutti i comuni interessati hanno formalmente dichiarato di non essere in grado di sostenerle.
Aggiungasi l'impatto sull'ambiente determinato dai camion di spazzatura in libera circolazione sulle strade della regione.
E' da rilevare che i comuni baresi dell'ATO BA4 risultano privi, sia di discariche, che di impianti di trattamento qualsiasi genere, ragion per cui, a seguito dell'esaurimento della discarica di Andria (sita nel territorio della BAT) sono stati costretti a portare i loro rifiuti sino a Trani e, ultimamente, nella discarica (provvisoriamente ampliata) di Giovinazzo, previa biostabilizzazione degli stessi nell'impianto AMIU di Bari (a decorrere dal 1^ gennaio del corrente anno è infatti legislativamente inibito il versamento nelle discariche di rifiuti "tal quale"). Ciò ha comportato e comporta per i detti "sfortunati" comuni costi di smaltimento ulteriori e insopportabili, con continue proteste delle Amministrazioni interessate.
In definitiva si versa in una vera e propria situazione emergenziale, che può esplodere da un momento all'altro e che coinvolge in particolar modo i comuni dei bacini BA4 e BA5. Nell'immediato, non vi è alcuna concreta prospettiva per i comuni del BA4. Per quelli del BA5 la situazione potrebbe risolversi se si potesse attivare l'impianto di produzione del CDR, ma anche in tal caso tale produzione non potrebbe costituire la panacea poiché sorgerebbe il problema - mai esaminato e risolto dalla Regione - dello smaltimento delle balle di CDR dato che in questa provincia non sono stati realizzati termovalorizzatori.
E' altresì da sottolinearsi che, anche con riferimento al bacino BA2, comprendente la città di Bari, a valle dell'impianto di biostabilizzazione non sono stati progettati né impianti di produzione del CDR, né - tantomeno - termovalorizzatori o, comunque, impianti di produzione dell'energia elettrica a mezzo dei rifiuti biostabilizzati. Pertanto, anche questi sono versati nella discarica di Giovinazzo in violazione del citato art. 182 e, conseguentemente, da un lato, questa - sia pure ampliata - si esaurirà più rapidamente e in tempi brevi, e, dall'altro lato, viene sprecata tale fonte di produzione di energia.
 

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