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Bari, campagna contro i tumori al seno, in attesa della "Race for the Cure"
13 maggio 2011
BARI
- Fervono le iniziative del Comitato Regionale Puglia della Susan G. Komen Italia, mentre è cominciato il conto alla rovescia per la quinta edizione barese della "Race for the Cure - di corsa contro i tumori del seno". La minimaratona di 5 km - e passeggiata di 2 km - giunta a Bari alla V edizione, si svolgerà il 29 maggio 2011 e coinvolgerà come sempre tutti coloro, professionisti e dilettanti dello sport, che si lasciano conquistare dalla causa della Susan G. Komen Italia.
Combattere al fianco delle "Donne in rosa" per sostenerle durante e dopo la malattia è lo scopo delle due giornate di informazione e prevenzione che la Komen Puglia ha organizzato in collaborazione con i Comuni di Bitonto ed Acquaviva delle Fonti. L'appuntamento è per venerdì 13 maggio, presso la Sala degli Specchi del Comune di Bitonto (ore 18.00) e sabato 14 maggio, presso il Comune di Acquaviva delle Fonti, nella Sala Consiliare (ore 18.00).
Tema degli incontri: la mission dell'Associazione, i consigli per una corretta prevenzione, la Race for the Cure e le iniziative attivate grazie ai fondi raccolti con la Race dal Comitato Regionale Puglia della Susan G. Komen Italia, presieduto dal prof. Vincenzo Lattanzio, direttore del Servizio Autonomo di Radiologia ad Indirizzo Senologico del Policlinico di Bari.
Informazioni sempre disponibili grazie alla collaborazione delle volontarie e delle "Donne in rosa", che saranno presenti con uno stand dalle 9.00 alle 20.00 in piazza del Ferrarese in occasione della manifestazione "Una scuola d'Europa in.. piazza" del 14 maggio; avranno una postazione dedicata nell'ambito della manifestazione "Giocosport" del 15 maggio allo Stadio della Vittoria e un banchetto presso il Tribunale di Bari il 18 maggio 2011. Sarà dunque più facile iscriversi alla Race, ma anche documentarsi sull'attività che da anni la Susan G. Komen Italia svolge, a partire dai progetti attivati in Puglia.
Tra gli interventi più rilevanti: il Progetto "Donna... oltre" - a favore della popolazione femminile detenuta - che ha portato all'interno delle carceri pugliesi l'informazione e la prevenzione secondaria del tumore alla mammella; il Progetto di supporto nutrizionale "Alimentazione e Chemioterapia", per le donne operate al seno in trattamento chemioterapico ed endocrinoterapico; lo Sportello di consulenza psicologica "Spazio Vitale", per le donne affette da tumore mammario e le loro famiglie.
A sostegno della Race for the Cure, anche quest'anno scendono in campo Johnson & Johnson e Samsung come sponsor nazionali; Divani&Divani by Natuzzi e Banca Popolare di Bari come major sponsor locali. Ad essi si aggiungono Neutrogena (sponsor delle Donne in Rosa), Asics (sponsor tecnico), Lete (fornitore ufficiale), Diva Universal e Epolis Bari (media partner), Internazionali BNL d'Italia (partner ufficiale).
La manifestazione, che si svolge sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, gode del patrocinio di: Ministero della Salute, Regione Puglia, Comune di Bari, CONI, FIDAL, Croce Rossa Italiana, Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari, Arma dei Carabinieri, Università degli Studi di Bari, Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Bari, Camera di Commercio di Bari, Fiera del Levante di Bari - ed è realizzata in collaborazione con l'IPASVI. Madrine della Race sono Maria Grazia Cucinotta e Rosanna Banfi.
Tra le novità del 2011 l'apertura del Villaggio della Prevenzione sin da venerdì 27 maggio (ore 15.00), con l'area bimbi praticabile dal venerdì pomeriggio, per tutto il sabato e la domenica mattina. Su Facebook (
www.komen.it/facebook
) è possibile condividere tutte le attività della Susan G. Komen Italia, mentre per conoscere i punti-iscrizione in Puglia e avere ulteriori informazioni basta visitare il sito
www.raceforthecure.it
o chiamare la segreteria organizzativa allo 080.5593622 oppure al 346.0314796.
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GUY FAWKES
13 Maggio 2011 alle ore 20:06:00
Dal punto di vista epidemiologico il carcinoma(cr) della ghiandola mammaria è considerato, nel nostro paese, la più frequente neoplasia maligna della donna. La sua incidenza è in continuo aumento e colpisce in particolare donne di età compresa tra i 45 ed i 65 anni. Tuttavia, recentemente l'età di insorgenza si è progressivamente estesa sia a donne più anziane( per naturale aumento della vita media) sia, per cause imprecisate, a donne più giovani( età inferiore a 30 anni). Altro dato da considerare è la particolare modalià di crescita neoplastica del cr mammario, in quanto nelle fasi iniziali è molto lenta per poi diventare esponenziale. Per cui un nodulo per molti anni può risultare misconosciuto. La particolare crescita del cr e la peculiare epidemiologia rendono ragione del fatto che l'unica arma vincente su questa patologia è la DIAGNOSI PRECOCE( palpazione, ecografia, mammografia). Scoprire in tempo un cr della mammella può consentire di togliere il tumore( nodulectomia, quadrantectomia) e non la mammella mediante interventi di chirurgia demolitiva. L' ECOGRAFIA è la metodica strumentale considerata il Gold standard in diagnosi precoce, tant'è che una mammografia, che studia la componente connettivale della ghiandola, può essere del tutto negativa quando l'ecografia mostra già l'esistenza della lesione. L'ecografia permette lo studio della componente epiteliale della ghiandola, consentendo la individuazione di lesioni pre-neoplastiche(malattia proliferativa, iperplasia atipica, papilloma dei piccoli dotti, adenosi sclerosante) e di lesioni neoplastiche allo stadio iniziale( cr in situ lobure e duttale, quest'ultima la più pericolosa). In definitiva, in attesa della terapia genica, l'unica arma in nostro possesso per combattere il cr mammario è l'INFORMAZIONE!!! Una donna che è consapevole dei rischi che corre, si sottopone a tutte le misure preventive possibili. Quindi, ben vengano queste campagne di sensibilizzazione.
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Dottor "SI"
13 Maggio 2011 alle ore 16:18:00
Le conoscenze che la scienza medica ha potuto confermare in decenni di ricerche cliniche ed epidemiologiche sul ruolo dell'alimentazione nella genesi delle malattie croniche che caratterizzano il mondo moderno si possono riassumere in poche raccomandazioni preventive: più verdura e frutta, meno zuccheri e cereali raffinati, meno carni, latticini e grassi animali, meno sale e meno alimenti conservati sotto sale. A partire dagli anni '70 del XX secolo, numerose ricerche epidemiologiche hanno confermato che chi mangia più verdure si ammala meno di cancro rispetto a chi mangia poche verdure. Ciò vale per la maggior parte dei tumori, in particolare quelli dell'apparato digerente e respiratorio. Un'alimentazione ricca di verdure, quindi, può proteggere anche dai tumori dovuti al tabacco e all'inquinamento: un forte fumatore ha un rischio fino a venti volte superiore di ammalarsi di cancro polmonare rispetto a un non fumatore, ma mangiando quotidianamente verdure può dimezzare il suo rischio. Le verdure e i cibi vegetali proteggono probabilmente attraverso numerosi meccanismi, ma il più importante è legato al contenuto di sostanze antiossidanti, fra cui la vitamina C, vitamina E, beta-carotene e altri carotenoidi, vari polifenoli, composti solforati, che impediscono l'attivazione di molte sostanze cancerogene e proteggono le strutture cellulari e lo stesso DNA dall'aggressione di sostanze antiossidanti che si generano nei normali processi metabolici. L'osservazione che l'insorgenza del cancro del polmone nei fumatori sembrava contrastata soprattutto da verdura e frutta ad alto contenuto di beta-carotene (di cui sono ricchissime le carote e tutta la verdura gialla e rossa, ma anche la verdura verde scura) ha fatto sorgere l'ipotesi che lo stesso effetto si potesse ottenere con alte dosi farmacologiche di beta-carotene e ha condotto a esperimenti preventivi i cui risultati sono stati drammatici. In Finlandia, trentamila volontari forti fumatori sono stati suddivisi a caso in quattro gruppi di circa 7500 persone ciascuno: un gruppo avrebbe preso quotidianamente una pillola con 25 mg di beta-carotene, un gruppo una pillola di alfa- tocoferolo (vitamina E), un gruppo una pillola contenente entrambe le sostanze e un gruppo una pillola placebo (cioè senza nessuna vitamina). Lo studio era condotto in doppio cieco, in modo che i partecipanti né i medici incaricati della loro sorveglianza sapessero chi stava prendendo cosa, ma un comitato etico aveva accesso ai codici e teneva sotto controllo l'operazione. Lo studio fu interrotto dopo otto anni quando fu chiaro che, contrariamente all'atteso, il beta-carotene era associato a una frequenza maggiore (del 18%) di carcinoma polmonare. Anche l'infarto era aumentato in chi prendeva la pillola di beta-carotene, mentre in chi prendeva la vitamine E erano più frequenti le emorragie cerebrali. Non appena resi noti questi risultati, venne interrotto uno studio simile in corso negli Stati Uniti d'America (in cui si associava beta-carotene e vitamina A); anche in questo caso il cancro del polmone e l'infarto risultarono più alti nel gruppo di persone trattate rispetto al gruppo di controllo, con una mortalità complessiva più alta del 18%.
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Alba Chiara
13 Maggio 2011 alle ore 15:13:00
Medici e nutrizionisti di tutto il mondo sostengono che i cibi utilizzati nell'Europa meridionale, nel Nord Africa e nel Medio Oriente permettono una sensibile riduzione dell'incidenza delle malattie croniche e degenerative tipiche delle società più avanzate. La cosiddetta “dieta mediterranea”, a base di pane, pasta (meglio se integrali), verdure, pesce, olio di oliva e frutta, fornisce proteine, lipidi e zuccheri alto valore nutritivo, a basso contenuto di colesterolo, lipidi saturi e zuccheri semplici; è inoltre ricca di vitamine, sali minerali e fibre non digeribili. Studi statistici condotti su larga scala e per un lungo periodo hanno dimostrato la presenza di un minor numero di persone affetto da arteriosclerosi, cardiopatie, ipertensione, diabete, tumori (specie dall'apparato digerente) e disturbi della motilità intestinale (colon irritabile) nelle popolazioni dell'area mediterranea. Si è visto come ciò sia correlabile alla dieta, nettamente differente rispetto a quella dei paesi del nord, la cui alimentazione, basata su burro, latticini, carni rosse e zuccheri semplici a rapido assorbimento, è più povera di fibre, vitamine e sali minerali. Questi principi alimentari aiuteranno a prevenire e a curare innumerevoli disturbi intestinali e squilibri metabolici che caratterizzano l'uomo contemporaneo, inclusi il deficit di sostanze antiossidanti naturali che caratterizza quasi tutti i tumori e alcuni squilibri ormonali che favoriscono l'insorgenza del cancro alla mammella.
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La RICERCA
13 Maggio 2011 alle ore 14:57:00
Una nuova terapia sperimentale finora su topi di laboratorio accende le speranze per quanto riguarda la lotta contro i tumori. Si tratta di una tecnica, messa a punto da un'èquipe italiana e pubblicata sulla rivista “Nature Medicine”, che agisce sui vasi sanguigni che alimentano le cellule tumorali: bloccando la crescita di questi vasi, si impedisce alle cellule cancerogene di ricevere i nutrimenti dal flusso sanguigno. Ma come è possibile bloccare lo sviluppo dei vasi sanguigni che sono in collegamento con le cellule tumorali? Una particolare popolazione di cellule presenti nel sangue, contenute nel midollo spinale (dette Tem) svolge la funzione di favorire lo sviluppo di vasi sanguigni una volta raggiunte le cellule tumorali. L'idea dei ricercatori è stata quella di arricchire queste cellule di un gene capace di entrare in azione solo quando le cellule Tem raggiungono il tumore. A questo punto il gene, che fino a questo momento era inattivo, entra in azione provocando la morte delle stesse cellule che l'hanno trasportato e impedendo quindi che queste stimolano il sorgere di nuovi vasi sanguigni da cui il tumore potrebbe ricevere le sostanze nutritizie essenziali per la sua crescita. (Le cellule Tem vengono reintrodotte nell'organismo attraverso un trapianto di midollo: attraverso il sistema circolatorio, raggiungono poi la massa tumorale in accrescimento.)
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