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Auguri a Molfetta
15 dicembre 2002

Auguri a Molfetta, auguri all'Italia: crediamo che in questo momento sia la nostra città, sia il nostro Paese, ne abbiano bisogno perché gli scenari che si intravedono non sono dei più rosei. L'Italia oggi si trova in una situazione economica difficile e cerca di cavarsela con condoni fiscali e “condoni” giudiziari proposti da una classe dirigente di scarsa qualità. Il futuro economico appare incerto, quello politico si colora sempre più di intolleranza (vedi le vicende della Rai e dell'informazione in genere) e crescono i rischi di divisione dell'Italia per una “devolution”che renderà il Nord sempre più ricco e potente e il Mezzogiorno, sempre più povero e suddito. Auguri anche a Molfetta, la cui classe dirigente è perfino di livello inferiore a quella nazionale e dove manca una visione d'insieme della crescita della città e ci affida alla politica del giorno per giorno, del problema quotidiano, esaurito il quale si resta in attesa degli eventi, senza guardare le cose in una prospettiva di medio-lungo periodo. Perfino il Piano regolatore della cui approvazione si è tanto vantato l'attuale sindaco Minervini, facendone il cavallo di battaglia oggi rischia di essere stravolto e trasformato in un colabrodo a causa delle continue varianti che lobbies interessate propongono ad uso e consumo personale, perfino contro l'interesse collettivo. E poi ci sono le squallide vicende di bottega (non possiamo nemmeno dire “di partito”) che vedono protagonista una famiglia, la Minuto Srl, che si dimena per conquistare la scena e le poltrone, contro la logica non solo dei possibili conflitti di interesse, dell'etica (parola troppo difficile e sprecata in questo caso), ma anche della comune decenza. Oggi quella famiglia è protagonista di un'altra vicenda, quella della costituzione dell'Udc, la “disunione” di centro, come abbiamo titolato l'articolo, che vede una contrapposizione di forze all'interno dello stesso partito, che fanno pensare che la resa dei conti sia ormai vicina. La fuga in avanti dell'assessore Panunzio dopo il congresso del partito cercando di accreditarsi come il referente nazionale della nuova formazione politica di Follini, ha fatto reagire duramente gli altri due esponenti dell'Udc, i consiglieri comunali, Pino Amato e Mauro De Robertis. A Molfetta, infatti, malgrado l'unità raggiunta a livello nazionale, restano due tronconi del partito: quello legato al presidente del consiglio, Pino Amato e quello che fa capo a Luigi Panunzio e a sua moglie, Carmela Minuto. Ma tutti dovranno fare i conti con un nuovo-vecchio personaggio della politica locale, quel Lillino Di Gioia, referente di Matarrese (leader dell'Udc in Puglia) che forse è l'unico in grado, per la sua lunga esperienza, di tenere le fila di un gruppo che è eufemistico definire eterogeneo. Ma dalla prima uscita pubblica di Di Gioia, si è capito subito che questa nuova presenza e la stessa Udc, sono destinate a diventare la spina nel fianco di un sindaco che dimostra di non tenere in alcun conto i partiti, pensando di essere sufficiente a se stesso e alla città. Ma questo è un film già visto.
Autore: Felice de Sanctis
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