MOLFETTA - Alto comportamento etico nella vita pubblica e privata. Possesso di competenze, capacità ed esperienza. Consapevolezza di servire la città nel proprio dovere amministrativo, come impegno disinteressato di tempo, di energie e di studio, capacità di ascolto, esercizio di onestà e di giustizia. Sostegno amministrativo alle classi più deboli e in difficoltà socio-economica. Operare nel rispetto dei cittadini.
Questi i punti basilari del Codice etico elaborato dall’Azione Cattolica Italiana - Coordinamento cittadino di Molfetta e inviato agli esponenti dei vari partiti e movimenti locali «con l’augurio che possa essere un utile strumento per avviare una fase di discernimento e di confronto all’interno del vostro partito, soprattutto in vista dell’individuazione dei prossimi candidati». Allo stesso tempo, l’AC chiede di evitare facili strumentalizzazioni del documento, «anche perché come associazione saremo molto attenti a verificare una adesione “sostanziale” al contenuto dei codici, piuttosto che formale».
«Cogliamo l’occasione per sottolineare, che l’Azione Cattolica è un'associazione ecclesiale, che non fa scelte di partito né scelte di carattere amministrativo, ma ha come suo specifico la formazione delle coscienze dei cattolici, per una presenza laicale sempre più matura e responsabile nella vita del proprio quotidiano e del proprio territorio - precisa l’A.C. -. Seguiamo e seguiremo con attenzione lo svilupparsi di tutte le vicende politiche locali e non e i dibattiti in corso, sentendoci liberi di confrontarci con ciascuno, dicendo chiaramente come la pensiamo sui temi e le questioni che più ci stanno a cuore, ma col nostro stile, che non sostiene questo o quel partito, bensì un'idea precisa di città e di politica».
Sedici i punti del Codice etico, che coinvolgono i vari gruppi politici e movimenti, a partire dall’ascolto della società e dei suoi bisogni, per perseguire il “Bene Comune”, senza mai essere subalterno o condizionato in qualsiasi maniera dalla interessi di singoli o di gruppi. Secondo l’AC, sobrietà, onestà e trasparenza devono essere basilari nell’azione politica, oltre al costante confronto con le altre componenti della società, mentre la prossima campagna elettorale dev’essere improntata «sul rispetto di ogni “avversario” politico evitando linguaggi offensivi e irrispettosi dell’altrui dignità».
Allo stesso tempo, l’AC propone ai vari gruppi politici, nel corso della campagna elettorale, di limitare l’ammontare delle spese «in modo tale che esse siano ragionevolmente sobrie, soprattutto in un periodo di grave crisi economica come quello in corso, nel rispetto della regolamentazione della materia in vigore, rendendo, altresì, pubbliche l’origine e la natura degli introiti e rendicontandone le spese».
Punto centrale del Codice etico, l’impegno a «non concepire il gruppo stesso come centro di potere» e a controllarne le dinamiche sociali per evitare che i centri nevralgici dell’amministrazione pubblica siano occupati in modo dispotico. Ecco perché, per l’Azione Cattolica, «ogni gruppo politico deve privilegiare nei suoi programmi, imponendolo sempre ai suoi candidati eletti, l’obiettivo di governare la comunità garantendo e difendendo i diritti fondamentali di tutte le persone, proteggendo in maniera particolare i più deboli, usando come strumento di governo la partecipazione e scegliendo come stile di lavoro e di comunicazione la trasparenza e la legalità».
Rigettato il conflitto d’interesse e le varie incompatibilità tra ruoli professionali ricoperti e incarichi tecnico-politici, sarebbe opportuno che i componenti delle varie liste esprimessero competenza, correttezza e trasparenza, evitando improvvisazioni e fenomeni di opportunismo (nello specifico, «non candidare nelle proprie liste chi in passato ha coperto ruoli di primo piano in altri gruppi politici ideologicamente diversi o comunque quanti sono adusi a disinvolti trasformismi partitici» e «sospendere dalla propria lista qualsiasi candidato che, durante la campagna elettorale, ricerchi consensi mediante la pratica del “voto di scambio”»).
Altri punti imprescindibili per le future maggioranza e opposizione sono la fedeltà alle linee programmatiche presentate e votate dagli elettori durante tutto il mandato, senza «cercare mai apparentamenti con altri gruppi per logiche di interessi di parte o per qualsiasi altro motivo», come anche la non candidatura o la sospensione da qualsiasi potere decisionale e da qualsiasi attività di «chiunque sia coinvolto in qualsiasi tipo di processo giudiziario o comunque sia oggetto di qualsiasi misura di prevenzione o leda con il suo comportamento l’etica del suo gruppo e dell’intera comunità» (impegno ad espellere chi ha subito condanne penali o sia coinvolto in qualsiasi forma di corruzione attiva o passiva, chi persegua interessi personali, diretti o indiretti o interessi di persone o di gruppi di persone a lui legate da qualsiasi tipo di vincolo).
Infine, l’AC di Molfetta invita a bandire forme di «pressione impropria» nei confronti del Sindaco, degli assessori, dei consiglieri e dei funzionari amministrativi e a «proporre al futuro sindaco «una rosa di persone in grado di rappresentare al meglio il ruolo di amministratore efficace e onesto, basandosi solo su criteri di etica e di meritocrazia e non su logiche politiche di spartizione del potere e riconoscendo esplicitamente al sindaco il diritto di scelta finale».
Questa l’iniziativa dell’A.C. di Molfetta, in fase di elaborazione già da parecchi mesi, conclusasi proprio a ridosso dei vari appuntamenti elettorali, in particolare le amministrative. «è indiscutibile che questi appuntamenti elettorali arrivino in un momento profondamente difficile e complesso dal punto di vista sociale e politico per il nostro territorio, che sta portando ad un forte indebolimento del sentimento “partecipativo” dei cittadini alla vita della “polis” - spiega l’A.C. di Molfetta -. Gli effetti della crisi economica e sociale stanno infatti mettendo a dura prova ampie fasce della nostra popolazione, da una parte destabilizzando chi già aveva certezze lavorative consolidate negli anni e, dall’altra parte, ponendo di fronte ai giovani che si affacciano ora al mondo del lavoro, un futuro difficile e arido di prospettive».
«A questi problemi s’intrecciano incredulità, sfiducia e rabbia derivanti dagli atteggiamenti di alcuni dei protagonisti del nostro attuale panorama politico, sempre meno ispirati da una cultura del Bene Comune e da un’idea di politica intesa come forma più elevata e profonda di carità e di servizio - continua il documento -. Ci troviamo probabilmente di fronte ad una tappa importante nella storia democratica del nostro Paese, da costruire sia cercando di coinvolgere nuove forze della società civile, sia ponendo nei programmi di amministrazione dei nostri territori, come priorità assoluta, il recupero di un’etica che ridia credibilità alla politica e ai protagonisti della stessa».
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