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Azione Cattolica, Festa Diocesana a Giovinazzo sull'Unità d'Italia
03 giugno 2011

MOLFETTA - Il Settore Adulti dell’Azione Cattolica diocesana anche quest’anno propone l’ormai tradizionale "Festa Diocesana degli Adulti e Adultissimi" che si svolgerà sabato 4 giugno presso l’auditorium Don Tonino Bello (Parrocchia Immacolata) a Giovinazzo. 
"L’Azione Cattolica Diocesana dentro l’Unità d’Italia" è il tema dell’incontro-festa che l’AC ha voluto dedicare ad un evento importante, il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, "per rinnovare con tutti gli italiani il senso delle ragioni della convivenza democratica e dell’unità della Nazione, nella speranza che tutti si sappia guardare alla storia come a un terreno fertile su cui costruire il futuro, e fondare una rinnovata coesione sociale". 
Testimonianza piena dell’amore per il nostro Paese sono, infatti, non solo le tante donne e i tanti uomini di Azione Cattolica che si sono spesi e continuano a spendersi al servizio della democrazia e della Repubblica, ma anche coloro che, nel quotidiano, lavorano sul piano educativo, per la crescita umana e cristiana delle persone loro affidate. 
Attraverso filmati e testimonianze di alcuni protagonisti della storia nazionale, ma anche attraverso l’ascolto di alcuni aderenti della nostra diocesi, esempi di laici cristiani con una storia di vita fedele al Vangelo, si intende riflettere sul ruolo importante che l’Azione Cattolica ha ricoperto nella storia nazionale e delle nostre città.  
Lungi dall’essere solo un momento celebrativo, l’incontro-festa vuole essere una magnifica occasione di fraternità per tutti gli aderenti: un appuntamento per ritrovarsi tutti ancora insieme!  Questo il programma: ore 17, Arrivi ed accoglienza; ore 17,30, Momento di preghiera; ore 18,15, L’AC diocesana si racconta dentro l’Unità d’Italia; ore 19,15, Momento festa; ore 20,30, Conclusioni e saluti. 

Autore: Adelaide Altamura
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Martedì 20 settembre 1870. Roma è circondata da 50 mila soldati italiani che, dopo aver forzato i confini dello Stato Pontificio, l'assediano con cinque divisioni militari. La città del Papa Re, difesa da 11 mila uomini in armi, è pronta a resistere. All'alba dall'avamposto pontificio di villa Patrizi partono all'improvviso colpi di fucile contro le truppe avversarie schierate a villa Albani: è l'inizio della battaglia. Poche ore dopo, mentre Pio IX celebra la messa nella sua cappella privata davanti ai rappresentanti del corpo diplomatico, Hermann Kanzler, capo supremo dell'esercito pontificio, è costretto a ordinare la resa: la capacità di resistenza dei suoi soldati, nonostante la tenace difesa, è giunta al limite estremo, soprattutto nel tratto fra porta Salara e porta Pia. Alle 10 sulla cupola della basilica di San Pietro sventola la bandiera bianca; poco dopo la città è violata con le armi dai bersaglieri e dai fanti del generale Cadorna, che vi irrompono a passo di carica attraverso una breccia aperta a cannonate nelle mura Aureliane, vicino a porta Pia. Una giornata fondamentale nella storia dell'Italia moderna in cui veniva cancellato dall'atlante politico europeo uno degli Stati più antichi e Roma si apprestava a diventare, dopo Torino e Firenze, la capitale definitiva del giovane Regno. Il travaglio di Pio IX attaccato da un re cattolico (Vittorio Emanuele II) e le sue speranze prima dell'intervento di una potenza straniera e poi in una restaurazione; lo sconcerto del mondo cattolico, il disincanto del popolino romano, il terrore della nobiltà nera fedele al papa; la gioia dei patrioti rientrati a Roma al seguito dell'esercito italiano che vedevano finalmente coronare il sogno vagheggiato da Cavour, Garibaldi, Mazzini. - “DATE A CESARE QUELLO CHE E' DI CESARE, E A DIO QUELLO CHE E' DI DIO” (Matteo cap.22 v.21)
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