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Avvocati contro il sindaco: metodo arrogante nel conferimento degli incarichi legali  
15 luglio 2007

È scontro frontale tra l'Associazione Avvocati di Molfetta e l'amministrazione comunale della città, guidata dal sindaco Antonio Azzollini che – lo ricordiamo – accanto ai suoi molteplici impegni istituzionali continua a svolgere anche la professione di avvocato. Oggetto del contendere è la delibera n. 132 dello scorso 7 giugno con la quale la Giunta ha abrogato il Regolamento (datato 1993) che disciplinava il conferimento, da parte del Comune, degli incarichi legali per la difesa in giudizio dell'Ente. Quel regolamento, da un lato, prevedeva l'impegno dell'amministrazione comunale a conferire i predetti incarichi agli avvocati iscritti all'Albo di Trani e che esercitano la loro attività professionale a Molfetta e, dall'altro, istituiva un apposito elenco cui il Comune avrebbe dovuto rivolgersi adottando il metodo (certamente più trasparente ed equo) della “rotazione”. Nel corso degli anni, però, quel regolamento è stato applicato sempre meno e, via via, sempre più discrezionale è stata la scelta dei professionisti cui il Comune ha affidato i mandati per costituirsi in giudizio. Ma ora l'amministrazione di centrodestra ha deciso di andare oltre e di abrogare definitivamente quel regolamento in quanto sarebbe contrario ai principi di liberalizzazione contenuti nel cosiddetto “decreto Bersani” e sarebbe, comunque, “caduto in disuso, poiché in pratica ad esso non si fa più riferimento”, come è scritto nella delibera dello scorso 7 giugno. In sostanza la Giunta ha stabilito di riservare in via esclusiva “al sindaco la individuazione del legale cui affidare l'incarico di difesa delle ragioni dell'Ente, privilegiando il rapporto di fiducia tra il professionista” e il primo cittadino. Ma l'Associazione Avvocati, presieduta dall'avv. Giulio Guarino, non ci sta e, nei giorni scorsi, ha approvato e diffuso un durissimo documento con il quale censura l'operato dell'amministrazione all'interno della quale, per altro, la categoria è ben rappresentata dal momento che, oltre al sindaco, svolgono la professione di legali anche gli assessori Doriana Carabellese, Pietro Uva e Pierangelo Iurilli, oltre al presidente del Consiglio Comunale, Nicola Camporeale. “Ma nonostante questo – scrive il direttivo dell'Associazione – gli avvocati del Foro di Molfetta contano meno di zero per l'Amministrazione che attualmente governa la nostra città”. Con una punta di (amara) ironia i responsabili dell'Associazione Avvocati (fondata nel 1985 e che oggi conta oltre 140 iscritti) contestano fermamente la scelta operata dall'amministrazione: “il potere di conferire incarichi da parte del Comune passa di fatto e di diritto nelle mani del Sindaco e, come nelle migliori tradizioni cavalleresche medievali, il Sindaco- Re imporrà la spada sulle spalle dei fortunati Avvocati-Cavalieri prescelti, degni del rapporto fiduciario e, in nome di Mastella-San Giorgio e Bersani-Dio, conferirà loro il potere di difendere il Comune-Regno”. Avvocati contro il sindaco: metodo arrogante nel conferimento degli incarichi legali di Giulio Calvani giulio.calvani@quindici-molfetta.it Ma gli avvocati si scagliano duramente anche contro il metodo “arrogante ed accentratore” adottato dalla Giunta e dal sindaco che, per una questione così delicata, non ha sentito l'esigenza di ascoltare il parere dell'associazione di categoria: “la censura da noi rivolta al Comune – continua il documento del direttivo – è vieppiù vibrante se si considera che la totale assenza di concertazione ha fatto seguito alla mancata risposta del sindaco alle reiterate richieste della nostra associazione di ottenere un incontro proprio per discutere del regolamento e della sua applicazione, per migliorarlo, possibilmente, non certo per abrogarlo”. A tutto questo occorre aggiungere che gli avvocati del Foro di Molfetta contestano all'amministrazione anche “la sconsolante abdicazione del criterio della territorialità, con ciò rinnegando tout court l'impegno del Comune di Molfetta a valorizzare le risorse cittadine, che non sono solo il porto o le chiese, ma anche il patrimonio culturale di professionalità e preparazione dei cittadini”. Secondo gli avvocati di Molfetta, con quel regolamento sono stati abrogati anche “i più elementari criteri di trasparenza amministrativa, con grave danno per tutti” e il direttivo dell'Associazione si chiede “quali siano le modalità necessarie per instaurare un rapporto fiduciario con il sindaco: iscrizione a qualche partito, grado di parentela con qualche esponente di spicco della maggioranza, inviti a cena?”. In conclusione il direttivo dell'Associazione Avvocati chiede all'amministrazione “un incontro per discutere e concertare una iniziativa comune sul tema del conferimento degli incarichi legali”. In mancanza di un qualche riscontro, gli avvocati di Molfetta si riservano “ogni opportuna iniziativa di carattere sociale ed anche legale a tutela delle bistrattate tradizioni giuridiche e forensi molfettesi, tradite dall'amministrazione, ma alle quali noi restiamo stoicamente abbarbicati, preparandoci alla loro strenua difesa”.
Autore: Giulio Calvani
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