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Auguri di un sereno 2014 a tutti dalla rivista mensile "Quindici Molfetta" e dal quotidiano "Quindici on line". Molfetta ha ritrovato la sua anima con la festa di Capodanno in piazza
01 gennaio 2014

MOLFETTA - «Speriamo che il nuovo anno illumini la mente di chi governerà a Molfetta, anch’essa in grave crisi economica, di identità e di degrado diffuso. È un augurio, lo facciamo proprio alla città - la cui crescita e il cui sviluppo restano sempre l'obiettivo principale del nostro lavoro -, perché ritrovi la sua strada sia sul piano economico sia su quello sociale e morale, sia su quello della sicurezza, sia su quello della politica e riesca finalmente a invertire una tendenza al declino che da qualche anno sembra inarrestabile. E' un atto di amore che rivolgiamo a Molfetta».

Concludevamo così il nostro editoriale di auguri per il nascente 2013, con la speranza di un cambiamento, un augurio alla città. E il 2013 è stato l’anno di svolta per Molfetta, un cambiamento atteso e nuove speranze si aprono dopo la devastazione di oltre 10 anni di abbandono. Oggi occorre riconoscere il coraggio dei nuovi amministratori di centrosinistra nell’ereditare i frutti amari di una politica basata più sugli interessi personali che su quelli collettivi: macerie e debiti.
Ma ricostruire una città è sicuramente difficile, ma anche esaltante, con un rinnovato clima di fiducia che parte dal basso, dalla gente comune che fino a ieri non aveva esempi positivi e né il coraggio di esprimersi chiaramente per il timore di ritorsioni. E’ questa la gente che ieri sera si è ritrovata in piazza, in quella piazza Paradiso devastata negli anni scorsi e lasciata alla mercé di balordi dall’indifferenza, ma anche dalla tolleranza, con speranza di consenso, da parte di chi ha governato senza regole, al limite della legalità lasciando dietro di sé un clima di divisione e di odio che dura tuttora e che viene dispensato a piene mani da utili idioti che riempiono la rete di veleni e da qualche miserabile consigliere comunale, ieri costretto al silenzio e oggi spinto a trasformare il nulla in argomento di dibattito. Ma tant’è, servi si nasce.
Ieri sera, come ha detto il nuovo sindaco Paola Natalicchio è ritornata la legalità, la piazza è stata restituita alla gente, al quartiere, ma anche alla città intera che ha voluto partecipare al Capodanno in piazza. E questo sfidando la pioggia che ha lasciato bagnati fradici solo i gufi appollaiati fin dal pomeriggio sui deboli rami degli ulivi della piazza, mentre i tronchi erano ben piantati e solidi in quella parte della città che ha voluto quel cambiamento che dovrà mettere le sue radici, cambiando la cultura e la mentalità, ma soprattutto il costume degradato degli ultimi anni.
Il divieto di sparare botti ha ottenuto un primo risultato: certamente non si poteva pretendere che in una sera crollassero abitudini consolidate in decenni di lassismo e tolleranza. Aver iniziato a ripristinare le regole e aver salvato la piazza dalla devastazione di San Silvestro, è stato già un grosso risultato: ieri regnavano ordine, legalità e pulizia (erano stati installati anche bagni chimici). E qui il merito va non solo agli attuali amministratori, in primis il sindaco Natalicchio e il vice sindaco Bepi Maralfa, ma anche alle forze dell’ordine, la piazza era presidiata da carabinieri, polizia municipale, finanzieri e guardie ecozoologiche che hanno fatto il loro lavoro in modo egregio, come pure i volontari.
Era una risposta alla prova di forza dei soliti balordi che in questi anni hanno dettato legge, imponendo il potere sul territorio. E la risposta è stata corale, malgrado la pioggia, malgrado il mancato concerto di Roy Paci e della Municipale balcanica dovuto al maltempo. Con la musica dei Fabulanova la gente che ha riempito la piazza (vedi foto) si è divertita, ha ballato fino a tarda ora e allo scoccare della mezzanotte è stato un grande brindisi: una festa autentica, con mongolfiere e palloncini colorati lanciati al cielo, come dimostrano le immagini che vi proponiamo.

Non poteva mancare il solito balordo che ha tentato di gettare un botto ad alto potenziale al centro della piazza, in mezzo alla gente, ma è stato prontamente fermato dai carabinieri (vedi foto) con un altro soggetto già noto alle forze dell'ordine: entrambi sono stati denunciati. Ci sono stati altri botti esplosi nelle strade periferiche (in via Rattazzi alcuni petardi sono stati fatti esplodere davanti alle saracinesche di un negozio vicino alla Posta centrale) e in altre parti della città, dove il “bombardamento” non poteva essere evitato: le forze dell’ordine non potevano essere presenti in ogni strada. C'è stato anche un ferito lieve. Ma il primo segnale è stato dato: e questo è un grosso risultato, a dispetto di chi gufava da giorni nei blog dei frustrati della domenica e dei seminatori di odio a tanto al chilo.

Molfetta ha ritrovato la sua anima autentica, dimostrando una grande maturità, una voglia di cambiamento che sta crescendo con il rinnovamento e il ringiovanimento della classe dirigente, sostenuta dalla parte migliore della città, da chi crede nel dialogo, nella democrazia, nella libertà di pensiero e nelle forze sane fatte di ideali senza prezzo e non di prebende prezzolate.

Oggi sono sempre di più i cittadini che si mettono in gioco senza contropartite, con un’inversione di tendenza incomprensibile per chi ha fatto del denaro il prezzo della propria dignità, un cambiamento fatto anche di sacrifici personali ed economici, per ribaltare errori e debiti del passato, per costruire un futuro migliore per tutti.

Per Quindici il 2014 rappresenta un anno importante: sono passati 20 anni da quel lontano 1994 quando un gruppo di uomini liberi decise di dare vita a questa testata che oggi festeggia, appunto, i suoi primi 20 anni, il ventesimo compleanno di un giornale diverso che ha segnato una svolta nell’informazione locale, sia sul piano della qualità sia su quello dei contenuti. Una testata al servizio disinteressato della città e degli uomini liberi, che ha contribuito al cambiamento, divenendo leader nel territorio con le sue opinioni, ma anche con le sue inchieste sugli scandali e l’illegalità diffusa, scrivendo quello che gli altri non dicono, una testata scomoda ma libera e coraggiosa, sulla quale si sono avvicendati nel corso degli anni tanti giovani e le migliori firme di Molfetta.

Permetteteci di festeggiare anche questa ricorrenza insieme a voi, in una città liberata dall’oppressione perché crediamo che la forza delle idee resti sempre prevalente su quella del denaro e perfino delle armi, come la storia insegna. Noi continueremo ad esserci proprio con la forza delle idee, continueremo a scrivere senza tappo, senza censure, come recita il manifesto di auguri di “Quindici”, opera del nostro Alberto Ficele.

Ed è con questa speranza, con la gioia di una condivisione ritrovata, con il sorriso tornato nelle piazze e fra la gente, con le dignitose strette di mano fra uomini liberi, che il direttore Felice de Sanctis, la redazione e i collaboratori della rivista mensile Quindici e del quotidiano Quindici on line il più seguito in assoluto e con il maggior numero accessi, notizie e commentiaugurano ai cittadini, ai lettori e ai visitatori del sito internet (soprattutto ai nostri fratelli emigrati in Italia e all'estero) un sereno anno nuovo, con l’auspicio che il 2014 sia felice, permettendo a tutti di realizzare ciò che il cuore di ciascuno desidera.

Un vincitore è solo un sognatore che non si è mai arreso”, diceva Nelson Mandela. Auguriamo a tutti un 2014 da sognatori. Per cambiare il mondo non servono grandi azioni, ma un piccolo gesto ogni giorno, soprattutto credendo negli altri e in quello che si fa: la rivoluzione del quotidiano può veramente cambiare la storia nella quale siamo tutti protagonisti.

© Riproduzione riservata

Autore: Felice de Sanctis
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