Assistenza alle fasce deboli, si cambia dopo “lo scandalo” del passato: contrasto alla povertà e sostegno anziani
Un piano che metta al centro servizi sociali e socio sanitari, investendo convintamente risorse per il contrasto alla povertà e per il perseguimento di processi di inclusione attiva. E’ il Piano Sociale di Zona 2014/2016, al quale il Consiglio Comunale di Molfetta ha dato il via libera durante il consiglio comunale dello scorso 25 febbraio. Il Piano, il secondo per i Comuni d’ambito Molfetta-Giovinazzo, segue precise indicazioni programmatiche regionali e prevede tra gli altri servizi domiciliari, servizi comunitari a ciclo diurno, per la prima infanzia, politiche per l’inclusione sociale, welfare d’accesso, inserimenti in strutture residenziali in favore di persone anziane e disabili. In particolare si cercherà di potenziare servizi attinenti la domiciliarizzazione (la situazione dell’ADI assistenza domiciliare integrata, ereditata dall’amministrazione Azzollini è a dir poco problematica o meglio “scandalosa” come l’ha definita il sindaco Paola Natalicchio. Infatti venivano assistite solo 3 persone quando il livello ottimale sarebbe di 670). In città il piano porterà risorse per 15 milioni di euro. Vediamolo un po’ più da vicino con particolare attenzione alle novità più rilevanti. VIOLENZA, ABUSO E MALTRATTAMENTO DONNE Per contrastare il fenomeno della violenza, abuso e maltrattamento sulle donne, l’obbiettivo è quello di realizzare un vero e proprio centro anti-violenza nel territorio cittadino. Parallelamente, è stata proposta l’attivazione di uno sportello di ascolto in favore delle donne vittime di violenza che dovrebbe comprendere anche interventi di ascolto telefonico, sostegno psico-sociale, consulenza legale, formazione e sensibilizzazione territoriale. STUDENTI PORTATORI DI DIFFICOLTA’ Attenzioni anche per gli studenti portatori di “una difficoltà” ponendo l’accento sull’importanza di un approccio all’integrazione scolastica. Il progetto prevede una fase di rilevazione del bisogno grazie a un lavoro svolto da psicologi ed educatori e dovrebbe coinvolgere anche studenti, docenti e genitori. Riflettori accesi anche sulla dislessia, fenomeno sempre più rilevante: è previsto un sostegno didattico-educativo nelle scuole a favore dei bambini che presentano questa difficoltà con l’attivazione di attività laboratoriali ed un supporto educativo e/o psicologico ai genitori ed agli insegnanti. Mentre per seguire i ragazzi che tendono ad assumere comportamenti marginali o devianti, sarà attivata una équipe di educatori di strada. Sempre sul fronte scolastico si segnala il principale obbiettivo dell’ambito: consolidare la rete significativa di strutture pubbliche e private attive sul territorio e di implementarne l’offerta. ASSISTENZA AGLI ANZIANI Numerose le iniziative previste per gli anziani: istituzione dell’anagrafe degli anziani soli, con l’obbiettivo di intercettare realtà caratterizzate da emarginazione sociale e spesso non visibili per la comunità cittadina; attuazione di laboratori di “educazione alimentare” realizzazione di interventi a tutela della salute della persona anziana, di tipo consulenziale e di tipo infermieristico; realizzazioni di interventi di trasporto sociale. Servizi a domicilio saranno garantiti a pazienti con disabilità psichica e a pazienti psichiatrici stabilizzati. Rispetto all’ultimo piano di zona, la domiciliarità è considerata con una particolare attenzione come mezzo per assicurare il mantenimento dell’autonomia della persona e la prevenzione di forme di istituzionalizzazione, ma anche alla necessità di intervenire assicurando inserimenti nelle strutture residenziali in favore di anziani e disabili. NUOVE POVERTA’ E FRAGILITA’ Mentre la crisi economica continua a imperversare e si manifestano nuove povertà e nuove fragilità che riguardano non solo le famiglie monogenitoriali, come poteva accadere in passato ma strati sempre più estesi della popolazione. Le domande di assistenza aumentano sempre più e questo ha portato a considerare non solo l’importanza di una adeguata politica sociale che riguardi l’emergenza, ma anche la fase dell’inclusione. Saranno attivate forme di assistenza economica, cercando di mobilitare il privato sociale e il volontariato per la creazione di un ulteriore rete di servizi e prestazioni di welfare “leggero”. Con la realizzazione di specifici accordi e protocolli d’intesa con i soggetti istituzionali si punta all’attuazione di forme di sostegno al “lavoro protetto” (borse di studio ecc). Quindi si cerca di soccorrere le povertà estreme e di creare un percorso di inclusione lavorativa. DIPENDENZE PATOLOGICHE Non è stata trascurata nemmeno l’esplosione del fenomeno delle dipendenze patologiche che ormai non riguarda più soltanto il consumo delle sostanze stupefacenti, ma si è esteso all’abuso di alcol, dipendenza delle chat line e del gioco d’azzardo. Sono fenomeni che a differenza del passato coinvolgono anche persone integrate nel tessuto sociale e che attengono all’area del tempo libero e del divertimento. Serve quindi un nuovo approccio che permetta la prevenzione di forme di disagio relazionale e di insoddisfazione esistenziale. Straripante è il fenomeno dell’alcolismo, sul quale un pull di psicologi nelle suole ha condotto uno studio ben strutturato, ma del quale il dato più inquietate resta quello di quanto sia difficile cogliere a pieno il valore numerico del fenomeno. Infatti una parte importante del disagio sfugge a statistiche e rilevazioni, restando sotterraneo. In questo ambito si cercherà di intervenire in favore di persone affette da dipendenza patologica con varie forme di inserimento terapeutico-riabilitative e socio-lavorativo ma puntando anche da un lato sulle politiche in favore delle famiglie, specie di quelle che si prendono cura di persone non più autosufficienti ed in condizioni di fragilità estreme e sia grazie allo sviluppo di politiche per l’inclusione sociale, riguardante la fase di emergenza e quella del reinserimento socio-lavorativo. A tutto ciò sarà affiancato un lavoro di prevenzione del disagio giovanile e minorile. SPORTELLO PER GLI STRANIERI Tra le novità più significative va segnalata l’apertura di uno sportello per gli stranieri, tenuto conto infatti delle persone di cittadinanza non italiana presente sul nostro territorio e in continua espansione grazie al ruolo cruciale delle badanti. Per chiudere un po’ di cifre: globalmente per i tre anni del piano sono programmati interventi per un totale di 15 milioni di euro. Tra i più rilevanti: l’Assistenza domiciliare agli anziani disabili (1.813.094 euro), l’asilo nido comunale(2.220.000 euro), centro famiglie (382.870 euro), servizio sociale professionale (222.344 euro), sportello sociale (237.640 euro).
Autore: Onofrio Bellifemine