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Arrestato il giudice De Benedictis di Molfetta: aveva in casa un'arma da guerra Si trova ai domiciliari nella sua abitazione, dove in passato sostava sempre un'auto di scorta. Il magistrato aveva acquistato la carabina a Caserta, ma tornato a casa aveva scoperto che si trattva di un'arma da guerra e aveva telefonato all'armeria per restituirla
28 ottobre 2010

BARI – E’ stato arrestato oggi il giudice molfettese del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis (foto), su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere. L’accusa è di detenzione di arma da guerra. Il magistrato si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Molfetta.

De Benedictis avrebbe dovuto decidere sulla questione dei suoli di Punta Perotti ed è noto per essere l’autore della sentenza che accusa gli ex ostaggi italiani in Iraq (Maurizio Aliana, Didri Forese e Umberto Cupertino) di essere dei mercenari.
Tra le inchieste di cui si è occupato in passato, anche quella del giugno del 2005 quando chiese l'arresto per l'ex governatore della Puglia Raffaele Fitto per una presunta tangente di 50mila euro che gli sarebbe stata data dall'imprenditore Gianpaolo Angelucci.
Il magistrato fece anche arrestare Filippo Pappalardi,  padre dei fratellini caduti nella cisterna, Francesco e Salvatore,  con l’accusa di omicidio e l'occultamento dei cadaveri dei suoi figli (poi l’uomo risultò estraneo ai fatti contestatigli).
Il magistrato era un noto collezionista di armi, ne avrebbe oltre mille nella sua abitazione. Ed è proprio a casa sua che questa notte è avvenuta la perquisizione dei carabinieri, che hanno trovato un’arma da guerra, la cui detenzione è illegale.
Da una prima ricostruzione dei fatti, sembra che il giudice avrebbe acquistato l’arma qualche giorno fa in un’armeria di Caserta. Accortosi subito che si trattava di una carabina illegale, De Benedictis avrebbe telefonato all’armeria affermando che si sarebbe trattato di un errore e che avrebbe provveduto a restituire l’oggetto. Ma la perquisizione è avvenuta prima che questa restituzione avvenisse e quindi è scattato l’ordine di arresto, anche perché l’armeria del casertano è sotto inchiesta.
"E' un episodio molto triste e che dimostra come il problema di organizzare la giustizia nasce dall'interno della magistratura" ha detto il procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Bari, Antonio Laudati, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di un convegno sulla giustizia nel capoluogo pugliese.
"La magistratura - ha aggiunto - deve avere credibilità. Auspico che nel più breve tempo possibile le autorità preposte facciano la massima chiarezza. Sicuramente è un episodio doloroso che capita anche in un momento particolare".
L'inchiesta, ha spiegato Laudati, "come prevede il codice, in pochissime ore sarà trasferita alla Procura di Lecce".
L’udienza di convalida dell’arresto si terrà domani mattina davanti al Gip del Tribunale di Trani.
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Scusatemi, non so se questo post verrà pubblicato, però ho necessità di "liberarmi" di questa mia personalissima opinione: In questa nostra stranissima nazione, per "liberarsi" di un UOMO scomodo, chiunque esso sia, si è soliti procedere alla "conta dei peli storti"... una tradizione tutta italiana... cosa facilissima se si pensa che abbiamo più leggi e norme noi che tutto il resto del mondo messo assieme, vera orgia legificatoria!!! Ci siamo capiti... E quando si è scomodi? Quano si è liberi! L'esercizio della libertà, è sempre pericoloso... la libertà di Giudizio nell'applicazione della Legge nei confronti di tutti!!! Essere veramente ed autenticamente indipendeti, in questa strana nazione, è pericoloso! L'errore è sempre in agguato (si fa per dire, siamo tutti fottibili con 350.000 leggi in agguato!!!). Una telefonata... all'utenza sbagliata... una battuta schezosa... qualsiasi... uno sfottò... "sbobinato nell'arido critto"... e tacchete!!! la Tua vita è finita!!! Civilmente sei già un Morto che Cammina!!! una dimenticanza... Qualcuno... negli oscuri mandri di questo stato (De Magistris ha ampiamente affrontato la materia), si rammenta di verificare... e qualche cosa "esce sempre"!!! Non occorre la sentenza... la gogna mediatica è la sentenza, a rovina di uomini e famiglie!!! Ki se ne frega... se poi dopo 20 anni esce che eri innocente, la tua vita è rovinata già per sempre... Signori, sta cosa deve finire... per tutti... e parafrasando qualcuno... qui, "l'acqua sporca"... sta dentro!!! capisc a mé!!!
Sono un garantista, sempre! Non mi importa la casacca che l'uomo indossa, per me conta l'Uomo, sempre! Sia esso fruttarolo, o giudice deve prevalere sempre e con tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di censo d'apparteneza... ecc., ecc. il garantismo più assoluto. Cosa ben diversa è quella di creare uno spaccato tra figli e figliastri nell'applicazione della norma. Certamente, detto papale, papale... "questo" è l'ultimo che avrei voluto vedere in difficoltà, e tra l'altro per una per me strana passione che non contesto anche se non condivido. E comunque... Tutti gli uomini, dico tutti!!!!! ...sono innocenti, sino al passato in giudicato della sentenza. L'uomo, l'uomo di che trattasi, che stimo, sia chiaro, oggi può finalmente comprendere che cosa si prova quando si viene sbattuti in prima pagina e, tra l'altro, senza che nessun Giudice abbia ancora espresso alcuna condanna e che strumento molto invasivo, siano le intercettazioni telefoniche i cui tanto per cambiare, si fa abuso spinistico in questa stranissima nazione. Quando questa vicenda sarà finita, e spero e auguro il più presto possibile e nel miglior modo possibile, per L'UOMO... penso, spero... vorrà lo stesso rendersi promotore di una conferenza sulla Gogna Mediatica, vera tortura e terrore dell'uomo moderno, di cui Tutti abbiamo terrore, e nel quale tutti possiamo incappare, in qualsiasi momento della nostra vita, anche per errore... anche se incensurati e ritengo, molto sommessamente che, questa vicenda, sia stata comandata dal fato, dall'errore, nel quale tutti possono incappare, ma questo è un mio giudizio personale, faccio salve quelle che saranno le determinazioni delle Magistratura.

Il Giudice in questione è famoso. Disquisire sulla sua morale univoca o no che sia, non credo giovi ad alcuno: ci penserà l'inquirente a stabilire questo aspetto. Un "collezionista" (esperto, si può aggiungere) che acquista presso un armaiolo (autorizzato, si può aggiungere), non si "accorge" che è un'arma di cui non è consentito il possesso a tutti!. Comincio le mie considerazioni partendo dall'ultimo punto: 1) - Una pistola da "guerra". Mi piacerebbe capire - da qualche esperto che ringrazio anticipatamente - la sottile differenza fra una pistola da "pace" ed una da "guerra". Da profano io sostengo che entrambe, se cariche e senza sicura, sparando possono "offendere" o addirittura uccidere. Dove è la didfferenza? 2) - l'Armaiolo, "trasparente": credo possa detenere, per la vendita, armi da "guerra", salvo prova contraria. Ma se è "trasparente" e la vendita o la detenzione e/o l'uso di tali armi ha una diversa regolamentazione, sarebbe stato giusto che il venditore avesse debitamente informato l'acquirente, sui "rischi" che correva acquistando l'ogetto. 3) - Il Giudice: collezionista di armi, con una grossa collezione. Ha comprato per caso l'oggetto a scatola chiusa?, Non lo ha esaminato prima? Se fosse contenuto in una scatola, non ha guardato l'illustrazione? (scusate, non sono un esperto, quindi queste sono solo illazioni personali) sulla confezione?. Si è accorto quando è arrivato a casa di aver acquistato qualcosa di non consentito? E se si, perché non ha informato oltre che l'Armaiolo anche i carabinieri che per errore aveva acquistato un tale oggetto e che era sua intenzione restituirlo? Dopo tutto stiamo parlando di un uomo che con le leggi e le loro applicazioni, ...ce campa! Il presunto collegamento fra alcune inchieste e questa "buccia di banana" sulla quale è scivolato il de Benedictis, mi sembrano, allo stato, abbastanza strumentali. Aspettiamo l'esito dell'inchiesta, prima di santificare o "mandare al patibolo".




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