BARI – E’ stato arrestato oggi il giudice molfettese del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis (foto), su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere. L’accusa è di detenzione di arma da guerra. Il magistrato si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Molfetta.
De Benedictis avrebbe dovuto decidere sulla questione dei suoli di Punta Perotti ed è noto per essere l’autore della sentenza che accusa gli ex ostaggi italiani in Iraq (Maurizio Aliana, Didri Forese e Umberto Cupertino) di essere dei mercenari.
Tra le inchieste di cui si è occupato in passato, anche quella del giugno del 2005 quando chiese l'arresto per l'ex governatore della Puglia Raffaele Fitto per una presunta tangente di 50mila euro che gli sarebbe stata data dall'imprenditore Gianpaolo Angelucci.
Il magistrato fece anche arrestare Filippo Pappalardi, padre dei fratellini caduti nella cisterna, Francesco e Salvatore, con l’accusa di omicidio e l'occultamento dei cadaveri dei suoi figli (poi l’uomo risultò estraneo ai fatti contestatigli).
Il magistrato era un noto collezionista di armi, ne avrebbe oltre mille nella sua abitazione. Ed è proprio a casa sua che questa notte è avvenuta la perquisizione dei carabinieri, che hanno trovato un’arma da guerra, la cui detenzione è illegale.
Da una prima ricostruzione dei fatti, sembra che il giudice avrebbe acquistato l’arma qualche giorno fa in un’armeria di Caserta. Accortosi subito che si trattava di una carabina illegale, De Benedictis avrebbe telefonato all’armeria affermando che si sarebbe trattato di un errore e che avrebbe provveduto a restituire l’oggetto. Ma la perquisizione è avvenuta prima che questa restituzione avvenisse e quindi è scattato l’ordine di arresto, anche perché l’armeria del casertano è sotto inchiesta.
"E' un episodio molto triste e che dimostra come il problema di organizzare la giustizia nasce dall'interno della magistratura" ha detto il procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Bari, Antonio Laudati, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di un convegno sulla giustizia nel capoluogo pugliese.
"La magistratura - ha aggiunto - deve avere credibilità. Auspico che nel più breve tempo possibile le autorità preposte facciano la massima chiarezza. Sicuramente è un episodio doloroso che capita anche in un momento particolare".
L'inchiesta, ha spiegato Laudati, "come prevede il codice, in pochissime ore sarà trasferita alla Procura di Lecce".
L’udienza di convalida dell’arresto si terrà domani mattina davanti al Gip del Tribunale di Trani.