Area pubblica Molfetta prende posizione sul processo “Appaltopoli”: i cittadini hanno il diritto di essere informati
MOLFETTA – Il Movimento politico “Area pubblica” (Bepi Maralfa) prende posizione sul processo “Appaltopoli” che verrà celebrato il 10 dicembre nel quale il Comune di Molfetta è la parte offesa e che vede coinvolti, tra gli altri, anche l’ex assessore ai lavori pubblici Mariano Caputo e l’ex consigliera comunale Sara Castriotta (notizie e particolari sul numero della rivista mensile “Quindici” in edicola sabato a Molfetta, ndr).
Ecco il comunicato del presidente e del direttivo del Movimento: «E’ ormai prossima la celebrazione dell’udienza preliminare per discutere in un’aula di Giustizia di fatti penalmente rilevanti che hanno interessato la Città di Molfetta. Vero è che in parte si tratta di vicende di natura squisitamente giudiziaria, ma è altrettanto vero che si tratta anche di fatti di natura politico amministrativa che in quanto tali interessano tutta la Comunità molfettese. Apprendiamo dagli atti amministrativi che il Sindaco ha inteso, seguendo l’indirizzo della Giunta, nominare un avvocato per la difesa del Comune di Molfetta, cioè di tutti i cittadini molfettesi e non possiamo che esprimere la nostra adesione a tale scelta di politica giudiziaria, considerate da un lato la necessità di seguire il processo ed informare i cittadini sui relativi e reali sviluppi, dall’altro la doverosità del tentativo di recuperare dagli imputati le somme di denaro che secondo le indagini della Procura della Repubblica di Trani e della Guardia di Finanza di Molfetta sarebbero state sottratte alla collettività.
E’ innegabile, infatti, che la corruzione non soltanto porta vantaggi economici agli amministratori pubblici che indebitamente percepiscono denaro ma ferisce e lede tutta la Comunità perché quel denaro indebitamente incassato viene sottratto alle pubbliche necessità, quindi ai poveri, ai bambini, agli anziani, alle persone con disabilità, alle infrastrutture, alle opere pubbliche, al verde pubblico.
Senza, pertanto, voler adoperare la solita frase sterile (perché principio a tutti noto) che gli imputati sono innocenti fino alla sentenza definitiva, intendiamo sollecitare le Autorità comunali a farsi carico di seguire l’andamento del processo, informando i cittadini di come stanno realmente le cose, e collaborando essi stessi, in prima persona, con l’Autorità giudiziaria, per il fine ultimo della ricerca della verità.
Il processo, infatti, riguarderà molte vicende che meritano approfondimenti, alcune delle quali ci stanno particolarmente a cuore perché davvero hanno ferito profondamente la dignità e l’orgoglio di tutti i molfettesi. Tra queste c’è quella del Teatro Comunale di Molfetta: il progettista del Teatro (teatro che non si realizzerà mai), per la relativa progettazione, percepì un compenso di 750mila euro (un altro spreco di denaro pubblico, ndr) a spese dei poveri molfettesi, ma finì in carcere perché corrompeva un funzionario mentre noi tutti eravamo costretti in casa per ripararci dal contagio del Covid. E tutto finì a schifio.
Conclusivamente, data la gravità e la complessità dei fatti facciamo pubblico appello affinché vi sia un interessamento generale a questa vicenda, che sia un processo penale “partecipato” non solo dal Sindaco e dall’Amministrazione comunale, ma da tutti i cittadini di Molfetta: che nessuno volti la testa dall’altra parte, perché il cancro della corruzione va debellato in modo plurale, con l’aiuto di tutti, oltre che con autorevolezza, fermezza di intenti, decisione, competenze.
Il Presidente
Francesca Faleo».