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"Area metropolitana": mai sulla testa dei cittadini. Dibattito della “Margherita”
11 novembre 2004

MOLFETTA – 11.11.2004 Nessuna decisione senza partecipazione del territorio. È di metodo più che di sostanza l'impegno preso dal sindaco di Bari, Michele Emiliano (nella foto), e dal presidente della Provincia, Enzo Divella, durante la manifestazione organizzata l'8 novembre dalla “Margherita” regionale e cittadina su “Nuovi assetti istituzionali: area o città metropolitana?”. In questo in fondo accogliendo i suggerimenti di Gianluca Susta, responsabile nazionale per le riforme istituzionali della “Margherita”, che non ha offerto una soluzione preconfezionata alla questione, ma indicato come i rapporti fra la Provincia, l'area metropolitana e la città metropolitana, possano essere risolti solo realtà per realtà e concertati fra le varie istituzioni, tenendo conto delle esigenze del territorio, consultando i comuni e si spera anche dei cittadini. Ogni altra soluzione, soprattutto quelle che pensino prima alla distribuzione delle poltrone o dei “portachiavi”, con l'immagine efficacemente offerta dal sindaco Emiliano, rischiano di portare ad una sterile moltiplicazione di enti, per di più in competizione per definire i rispettivi poteri. E di non essere sostenute economicamente, come affermato da Francesco Boccia, assessore al Comune di Bari ed uno dei candidati a concorrere per la presidenza della Regione nella prossima primavera. Ascoltare le esigenze che provengono dal basso, adattare le scelte ai caratteri del territorio barese, rinunciare alla volontà accentratrice di Bari, su questi punti Michele Emiliano ha preso formale impegno, così come sulla volontà di progettare strategie di sviluppo complessive, visto che diventa sempre più impossibile per ogni comune gestire in proprio problemi complessi come lo smaltimento dei rifiuti o la sicurezza o pensare di poter competere costellando, per esempio, l'intera provincia di mercati ortofrutticoli o porti turistici o termovalorizzatori. Al punto che l'incontro si è chiuso proprio con l'impegno formale a progettare un “piano strategico” dell'area di “terra di Bari”, una maniera per cominciare a disegnare in maniera partecipata un futuro comune e solo in base a questo decidere per quale assetto istituzionale propendere. Che si debba cambiare è sicuro. Data per certa la costituzione della sesta provincia, che vede Molfetta proprio ai margini, visto che si estende fino a Bisceglie, resta da decidere cosa fare di quel che rimane della provincia di Bari. Le possibilità sono diverse. Le “aree metropolitane” furono istituite dalla legge 142/92 e individuate in numero di 13 dal D.L. 267/2000, fra di esse Bari. All'interno di queste i comuni capoluogo, nel nostro caso sempre Bari, e quelli ad esso uniti da contiguità territoriale, possono costituirsi in “città metropolitana”, con ordinamento differente, finendo per acquisire le funzioni attualmente svolte dalla Provincia. Lillino di Gioia, nella sua relazione introduttiva, ha ricordato come l'ex sindaco di Bari, Simeone di Cagno Abbrescia, abbia spinto per una proposta di “città metropolitana” ristretta, costituita da Bari e 12 piccoli comuni vicini, che vedrebbe Molfetta, assieme a Terlizzi, Ruvo, Bitonto e altri importanti Comuni, abbandonati in una Provincia di Bari svuotata di significato e tagliati fuori da finanziamenti, progetti e piani di sviluppo che riguarderanno questa Bari allargata. Un'ipotesi che Michele Emiliano si è impegnato a rivedere. Insomma, le leggi ci sono, ci vogliono adesso le scelte politiche. La “Margherita” ha provato a discuterne, richiamando un folto pubblico anche dalla città vicine, mettendo attorno allo stesso tavolo i rappresentanti delle istituzioni e raccogliendo il loro impegno a non decidere senza tener conto delle esigenze reali di tutto il territorio. Lella Salvemini
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