Aneb: i 150 anni del design italiano tra innovazione e fantasia
In ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, l’Aneb (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti) di Molfetta ha voluto guardare oltre l’aspetto storico e letterario della ricorrenza, di cui già si era parlato molto negli ultimi giorni, posando lo sguardo su uno degli aspetti insoliti, ma poi così comuni della vita italiana negli ultimi 150 anni: il design. «Tutto ciò che è nell’aria», queste le parole che l’architetto e designer Gianni Veneziano si è riservato per defi nire il design italiano, descrivendolo come «mosaico della vita sociologica, culturale ed economica degli italiani». Design italiano che mescola funzionalità e ironia, reinventando gli oggetti con materiali considerati di scarto o di ripiego. Piacevole e fl uido, allo stesso tempo complesso perché pieno di emotività e carico di suggestioni e inquietudini provenienti dai media e dalle preoccupazioni della comunicazione globale: molti oggetti sono funzionali e trasmettono una forte carica umana e affettiva. Non mancano tavoli e sedie, lampade fantasiose, batterie di pentole in acciaio, piccoli oggetti. Infatti, per l’arredamento della casa il design italiano ha espresso la sua massima funzionalità se pensiamo a divani, poltrone, mobili divisori. Senza dimenticare opere di grande razionalità, in cui la ricerca riguarda soprattutto i materiali, i colori, le tessiture, come il design applicato alla luce (lampade da uffi cio). L’arch. Veneziano ha così descritto le tappe fondamentali che hanno portato all’affermazione mondiale dell’esclusivo marchio «Made in Italy», presentando in successione cronologica più di 100 oggetti che, dal 1860 ai giorni nostri, hanno segnato e trasformato il modo di vivere degli italiani nel periodo cruciale tra i due confl itti mondiali fi no all’affermarsi della cultura della modernità. Si va dai primi prodotti singoli ed esclusivi dell’artigianato e alto artigianato del 1860, ai prodotti in serie degli anni ’40 e ’50, al modernismo rigoroso e funzionale degli anni ’60 e ’70 via, via fi no alle sperimentazioni formali degli anni ’80 e ’90; passando per oggetti ormai circondati da un alone di mito come la Vespa e la Lambretta, la macchina da scrivere Olivetti, la Fiat 500, il telefono Grillo, la poltrona Blow o la lampada Tizio. Ogni oggetto è stato presentato con un’immagine e un intervento critico-storiografi co che ne sottolineava ed evidenziava, di volta in volta, l’importanza formale, funzionale, tecnologica e sociale. Tutto ciò è apparso come un panorama composito e affascinante, che rende conto di uno dei settori più importanti della cultura e dell’economia italiana contemporanei. Una storia di oggetti e linguaggi, ma anche di aziende e di progettisti, di estetiche e di tecnologie, in un connubio di assoluta eccellenza e indiscutibile originalità.