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Ancora per pochi giorni in edicola la rivista “Quindici”. Ecco il video sui contenuti
04 marzo 2012

MOLFETTA – Ancora per pochi giorni in edicola l’ultimo numero della rivista Quindici Molfetta, il vostro mensile leader, l’unico che fa opinione a Molfetta, completa così il panorama informativo offerto ogni giorno con Quindici on line, il primo e più diffuso quotidiano in internet di Molfetta, con argomenti diversi e più approfonditi del giornale web. Quindici il giornale che vi offre l’informazione completa e approfondita e le notizie che gli altri non danno.
Nella video gallery (a destra) il direttore Felice de Sanctis parla dei contenuti del giornale. Vi presentiamo anche alcune riunioni di redazione con la partecipazione dei nostri collaboratori, riunioni in cui, col contributo di tutti, nasce il giornale e si commentano gli avvenimenti più importanti dalla politica allo sport, dalla cronaca alla cultura, che saranno oggetto di approfondimento della rivista.
 
Vi ricordiamo i contenuti della rivista “Quindici”: l’editoriale del direttore Felice de Sanctis, “Arrogante dileggio” commenta un episodio incredibile: il sindaco-senatore Antonio Azzollini che dileggia le forze dell’ordine e in particolare il Corpo forestale dello Stato, dicendo che si deve occupare di foreste e boschi e non di Comuni. Un’offesa ad un Corpo dello Stato, fatta da un uomo delle istituzione, una cosa gravissima. Forse ad Azzollini dà fastidio il fatto che pochi giorni prima, su richiesta della Procura della Repubblica di Trani, gli uomini del Corpo Forestale hanno fatto un blitz negli uffici comunali, fotocopiando documenti nell’ambito dell’inchiesta sul porto. E non dimentichiamo che il Corpo Forestale è stato quello che ha fatto le indagini dell’operazioni “Mani sulla città” che ha portato all’arresto del responsabile dell’Ufficio territorio ing. Rocco Altomare (nominato dal sindaco) e di altri suoi parenti e collaboratori per presunti illeciti edilizi. Sullo stesso argomento c’è la vignetta del nostro Michelangelo Manente.
In primo piano c’è l’SOS, allarme ospedale col rischio di soppressione di alcuni reparti.
Nelle pagine economiche Angelica Vecchio parla della crisi della pesca e dello sciopero contro il regolamento Ue e le mancate promesse del sindaco. E oggi registriamo l’accanimento contro i pescatori.
Torniamo sulle indagini dello scandalo “Mani sulla città” che non finirà come una bolla di sapone come crede o spera qualcuno. Anche perché, come spiega il dott. Guglielmo Facchini, che è stato fra coloro che hanno denunciato le presunte irregolarità sulle lame restano le bugie del sindaco contro la verità della legge.
Sull’ASM, sulla quale solo Quindici sta indagando, abbiamo un’esclusiva di Nicola Squeo sui retroscena delle dimissioni del presidente Giovanni Mezzina. Quindici vi racconta cosa è successo nel consiglio di amministrazione dell’azienda municipalizzata.
Sull’edilizia c’è in vista un nuovo scandalo? Ci sono anche le “mani sulle cooperative”? Intanto è partito un esposto-denuncia alla Procura sul bando di aggiornamento Erp.
Marcello la Forgia ha incontrato i coniugi Bufi superstiti del naufragio della Costa Concordia: “abbiamo rischiato di non tornare a casa”.
Per la politica, parliamo del reset che avverrà in casa Pdl dopo le dimissioni di Mezzina dall’Asm.
Questi gli altri argomenti:
Trenitalia, taglio di convogli nel tratto Molfetta-Bari di Andrea Saverio Teofrasto.
Come nasce un natante da pesca di 20 metri II parte di Tommaso Gaudio.
La sfida della Francese Agricoltura: manutenzione gratuita, articolo di Angelica Vecchio. L’ex parlamentare Enzo de Cosmo ci propone un ricordo dell’ex presidente della Repubblica scomparso Oscar Luigi Scalfaro quando fu costretto a dare l’incarico a Berlusconi per il rifiuto di Segni.
Per l cultura Pasquale Minervini ci parla dell’Associazione insegnanti, Giovanni Panunzio e il suo convitto (1904) di Pasquale Minervini.
La Meridiana compie 25 anni, intervista di Elisabetta Ancona ad Elvira Zaccagnino, direttrice della casa editrice molfettese.
La recensione di “Vita forense” di Felice de Sanctis libro dell’avv. Mario Boccardi che ha avuto il coraggio di raccontare una professione in decadenza e i retroscena della professione di avvocato e di quella di giudice e quello che avviene dietro le quinte del Tribunale di Trani.
Il Corteo Pontificio di Pio IX, ultimo libro di mons. Pietro Amato recensione di Gianni Antonio Palumbo, mentre Barbara Binetti ha intervistato Giorgio Latino, direttore del Collettivo, sull’attività del gruppo teatrale Dino La Rocca.
Techné, arte in sinergia di Gianni Antonio Palumbo.
Il giornale di bordo del motoveliero S. Francesco B poi Puglia ci viene raccontato da Corrado Pappagallo, mentre Tommaso Gaudio si occupa delle battaglia di manifesti: le realtà “descritte” e quelle percepite (dai cittadini).
Giovanni Angione ha scritto un articolo sulla festa di S. Sebastiano, patrono delle polizia municipale, durante la quale il sindaco ha fatto le gravi affermazioni sul Corpo forestale.
Fra gli articoli di cronaca: l’arresto di un infermiere dell’ex cassa marittima, oggi Ipsema; l’assemblea di acqua bene comune; l’impasse per i 10 richiedenti asili politico nel Centro di accoglienza; le pigotte dell’Unicef; la condanna di Pietro Sorrenti, ex concessionario della Fiat Dinauto; e altri.
Infine non mancano la consueta attesa ricetta dello chef Nicola Modugno del ristorante Bistrot e lo sport: basket, calcio, tennistavolo, pallavolo, con articoli di Andrea Teofrasto e Domenico Valente.
Come si nota è un numero, come sempre, ricco di contenuti e temi interessanti con tanti argomenti che vi terranno compagnia per un mese di piacevole lettura, con approfondimenti che spaziano dalla cronaca alla politica, dall'economia all'attualità, dalla cultura allo sport.
Quindici: quello che gli altri non dicono, Quindici: la rivista che si sceglie in edicola.
 
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L'”arrogante dileggio” e il disprezzo delle istituzioni hanno veramente superato ogni limite, degenerando la democrazia, così come lo scrittore inglese George Orwell (1903-1950) descrisse nel romanzo “La fattoria degli animali”. Egli pose l'accento sui pericoli per la democrazia da un uso sistematico del progresso tecnologico per fini di potere. Perciò, si è detto che la democrazia è un cattivo regime, ma che non se ne conoscono di migliori (Churchill). La democrazia è il coordinamento del massimo di libertà e di autonomia di tutti gli individui compatibili con l'esistenza di una società. Ma gli uomini possono perdere il gusto della libertà e dell'autonomia e preferire il conformismo e la confusione nella massa anonima. I segni di questa perdita di dignità sono percepibili nell'epoca presente, caratterizzata da tante forme di vita spersonalizzata che portano alla massificazione. Si pensi ai “mass media” che diffondono modi di pensare, gusti, abitudini e bisogni “standardizzati” ; ai divertimenti di massa che instupidiscono e spengono le capacità critiche degli individui; alla sopravvivenza di tante attività lavorative “alienanti”, che riducono cioè gli individui a robot o a macchine da lavoro. La democrazia non si degrada al regime di gregge solo se combatte ogni genere di standardizzazione, di involgarimento e di conformismo, se tiene nel massimo onore la diversità e l'originalità degli individui e se promuove modi di vita sociale e culturale che valorizzano, come un capitale prezioso per tutti, ciò che di specifico e personale c'è in ognuno di noi. Una società massificata è interiormente morta. In essa la democrazia e senza “qualità”; è inutile al suo scopo, appare superflua proprio a coloro per cui la dignità e libertà dovrebbe valere. Una società così ridotta non saprebbe che farsi della democrazia. Se la democrazia ha o non ha qualità, lo si deve non alla democrazia come tale ma a coloro che in essa vivono. Come qualsiasi forma di vita collettiva, la democrazia richiede un'etica corrispondente. Essa riconosce a tutti, senza distinzione, la dignità delle persona umana, ma esige da tutti, corrispondentemente, comportamenti, stili di vita, aspirazioni spiritualmente elevate e coerenti con il valore della propria persona. La democrazia, nella sua essenza, è anche il regime che non conosce privilegi. Se vogliamo ricostruire la “democrazia” in questo paese, questi sono i principi di partenza. Per questo la nostra Costituzione mette strumenti supplementari (ad esempio, l'organizzazione sindacale, lo sciopero) nelle mani di quelle categorie sociali che sarebbero altrimenti sfavorite nel funzionamento delle regole della pura e semplice democrazia politica “formale”, strumenti che valgono proprio per ottenere quell'eguaglianza di potere sociale che è condizione di pienezza di vita politica democratica. ( Tratto da: Gustavo Zagrebelsky - Questa Repubblica)


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