Ancora liquami a Torre Calderina a Molfetta
MOLFETTA - Ancora una volta la Lac Puglia segnala la fuoriuscita di liquami dallo sbocco del depuratore di Molfetta che pare non trovare mai sosta.
Purtroppo è la triste fotografia che quotidianamente riprendono gli obiettivi fotografici dei volontari della LAC Puglia. Un tratto di costa, quello a nord della città, che per anni è rimasto alla mercé di edilizia abusiva, pescatori di frodo e soprattutto sversamenti di liquami provenienti dai Comuni di Molfetta, Ruvo/Terlizzi, Corato e Bisceglie.
Un eccessivo carico proveniente dai depuratori ed immesso in mare a poche centinaia di metri l'uno dall'altro.
Sono passate solo poche settimane dall'esposto presentato dalla LAC Puglia alla Procura della Repubblica di Trani e lo scenario di un tratto di costa sporca (rifiuti di ogni genere, eternit, guaine bituminose), una strada dissestata ed in alcuni punti pericolosa per la viabilità, pescatori di frodo che ogni giorno predano quel poco che è rimasto (dai datteri, alle spugne di mare e per finire al classico pescato sotto costa) non è cambiato.
Una schiuma bianca persistente che ormai sembra far parte del paesaggio, un odore nauseabondo che completa un quadro desolante della zona.
Ancora più desolante osservare i migratori (dagli aironi alle garzette, dai rapaci super protetti, ai fenicotteri) mentre cercano cibo lungo la battigia che rimane sempre cosparsa di schiuma dovuta a tensioattivi.
Per Pasquale Salvemini, delegato regionale della LAC, «ancora una volta si deve denunciare una grave situazione di degrado ambientale in un territorio già abbondantemente devastato. Ancora una volta si segnala il sottodimensionamento di un impianto di depurazione, quello di Molfetta, che ormai non riesce ad assolvere alla funzione per la quale è stato costruito».