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Anche la Puglia chiede il referendum contro la devolution
07 febbraio 2006

BARI 7.02.2006 Il consiglio regionale ha approvato all'unanimità la richiesta di indizione di referendum popolare per l'abrogazione della devolution. Anche la Puglia, quindi, si aggiunge all'elenco delle tredici regioni che, forse, già venerdì 10 febbraio depositeranno alla Corte di Cassazione la propria adesione alla richiesta di indire il referendum popolare sulla cosiddetta “devolution” voluta dalla Casa delle Libertà. Nel dibattito che ha preceduto l'approvazione è intervenuto il presidente del gruppo Ds, Antonio Maniglio: “L'iniziativa dei DS ha consentito alla Regione Puglia di pronunciarsi sulla devolution e di chiedere l'indizione del referendum. Sugli italiani e, soprattutto, sui meridionali rischia di scaricarsi il patto scellerato che il centrodestra ha siglato sotto il ricatto secessionista e razzista della lega nord. Gli anni del governo Berlusconi sono stati una tragedia per il sud. Ce lo dicono, ad esempio, i dati resi noti dalla SVIMEZ: nella finanziaria del 2006, sul capitolo relativo al mezzogiorno, mancano 3,5 miliardi di euro (6800 miliardi di vecchie lire) rispetto al 2003; gli stessi fondi per cofinanziare i programmi europei sono passati da 4,1 a 2 miliardi di euro. La devolution è coerente con questa politica rovinosa e nasce dalla volontà di abbandonare il mezzogiorno, di ritenere che il Sud sia un peso per le regioni più ricche e che i meridionali siano degli incapaci. Che queste nefandezze le abbia coltivate la lega, movimento razzista ed egoista, non sorprende, ma ad esse diano copertura partiti come An è indecoroso. L'aver dato alle regioni il potere esclusivo su alcune materie (sanità, scuola, polizia locale) significa infatti colpire le aree più deboli dell'Italia. E se già oggi ci sono tante disuguaglianze tra un pugliese e un lombardo o un emiliano con la devolution si creeranno venti differenti sistemi sanitari e la sanità pugliese e meridionale non riuscirà neppure ad assicurare i livelli minimi di assistenza. Ecco perché metteremo al centro della campagna elettorale il tema dell'unità d'Italia e la necessità che dal mezzogiorno parta una risposta orgogliosa contro la lega nord e i suoi alleati.”
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