Amministrative: colpi di scena nel centrodestra, incertezza e rottamazioni nel centrosinistra
Il centrodestra del sindaco senatore Pdl Antonio Azzollini sembra abbia puntato per le prossime amministrative su Nicola Camporale, presidente del Consiglio comunale, sbaragliando Pietro Uva, vicesindaco e assessore all’Urbanistica, e l’outsider Luigi Roselli, assessore alla Socialità. Queste le voci: saranno confermate dai fatti? O Azzollini ha mascherato il suo reale scacchiere per regalare un colpo di scena fi nale con una candidatura inaspettata, magari femminile? Il centrosinistra vaga ancora nell’iperuranio. Senza un capocantiere, il cantiere è solo una semplice formula linguistica. La coalizione, una delle tante idee platoniche. Sembrano chiare le idee del Terzo Polo (centro): nessuna alleanza, valutazione di candidati e programmi, possibile anche correre da soli. A quanto pare, combinando gli addendi, potrebbero essere tre i candidati sindaco per le prossime elezioni comunali (forse la prossima primavera). Da un lato il centrodestra, dall’altro due possibili soluzioni: le coalizioni Pd-Sel-Udc (centro-sinistra) e Prc-Idv (sinistra), con movimenti annessi, o Pd-Sel-Prc (centrosinistra attuale) e Udc-Fli-Mpa (Terzo Polo). Sembra escludersi - pur nella matassa corrente - uno schieramento del Terzo Polo con il centrodestra. Ma a volte nel gioco degli scacchi, una semplice pedina, mossa nel modo corretto e nella direzione appropriata, può cambiare le sorti della partita. È un album di fi gurine politiche incompleto, a partire dal candidato e dalle possibili primarie. Tommaso Minervini (Sel) piace a Udc e Fli, ma poco al Pd, che invece punterebbe su nomi nuovi come Davide de Candia e sull’avv. Pietro Augusto de Nicolo. Il Prc vorrebbe ripuntare, invece, su Antonello Zaza, ex assessore provinciale, dopo la defaillance del 2008. Tanti nomi, nessuna certezza. Nello scacchiere politico, Fli di Rino Lanza, l’Idv di Michele Pascarella e Mpa di Mariano Caputo sono vere e proprie mine vaganti. Ad esempio, l’Idv rigetta «minestre riscaldate» (il riferimento è a Tommaso Minervini, ex sindaco della coalizione di centrodestra, dal 2001 al 2005), storce il naso per una possibile alleanza con l’Udc e sembra voglia proporre un suo candidato sindaco. Si vocifera anche una terza possibilità: 3 candidati sindaci, oltre al quello del centrodestra, per centro (Terzo Polo), centrosinistra (Pd-Sel) e sinistra (Prc). Da valutare, anche in questo caso, le scelte politiche dell’Idv e dei vari movimenti locali. Sulle primarie insistono Sel e Pd, con l’intento di far scegliere agli elettori il candidato sindaco della coalizione. Più fredda Rifondazione, il cui silenzio lascia presagire stoccate inaspettate. Del resto, dalle primarie potrebbero anche spuntare nomi nuovi, soluzioni “accidentali” in un tempo di vacche magre e rottamazioni. E, forse, la novità di outsider sarebbe la risposta più appropriata per una città che reclama non solo un cambio di rotta e una discontinuità con il recente passato, ma soprattutto nuovi nomi e proposte concrete. Fino ad oggi i tanti galli nel pollaio hanno prodotto solo un confuso minestrone. Anzi, a quanto pare alcuni politici di centrosinistra avrebbero ammiccato a qualche consigliere e assessore di centrodestra, scontento per la politica amministrativa del senatore Azzollini e per le nomine da lui stesso imposte. Ricambio-rottamazione che scontenterebbe gran parte degli elettori, stanchi di porte girevoli, volta bandiera e pagnottisti. Il tempo stringe. In quest’aria di ristagno, centrosinistra e centro non riusciranno a proporre una valida alternativa al centrodestra, come nel 2006 quando furono Antonio Azzollini e Lillino di Gioia a correre per la poltrona comunale, mentre Tommaso Minervini non approdò al ballottaggio. E nel 2008, quando il trionfo di Azzollini fu favorito dalle divisioni del centrosinistra (due i candidati, Mino Salvemini del Pd e Antonello Zaza, scartato al primo turno). Il centrodestra e Azzollini hanno sempre vinto al ballottaggio ed è probabile che questo riaccada. Perché i partiti di opposizione non riescono (o non vogliono) trovare un comune accordo politico? La storia recente non ha ancora insegnato che le divisioni hanno solo favorito l’avversario politico, soprattutto se forte fi nanziariamente? Se nel centrosinistra si mangiano le dita, nel centrodestra sorridono. Non è arroccati sulla torre, aff arfugliati sui nomi che si può far politica. Nemmeno sui programmi di parole e di pochissimi fatti, se non il semplice antiazzollinismo (proprio come il centrosinistra nazionale, cementato solo per l’anti-berlusconismo). Gli elettori molfettesi sono già delusi, per una politica che non sa (o non vuole) guardare oltre il proprio naso.