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Alleanze, intrighi e colpi di scena: ecco come Molfetta si presenterà al voto
15 luglio 2016

Muovere previsioni sulla politica molfettese dei prossimi dodici mesi è in questo periodo un po’ come specchiarsi in uno stagno dopo aver lanciato un sasso: le immagini si deformano, si trasformano, compaiono, scompaiono e riappaiono di continuo, completamente diverse le une dalle altre. Le grandi trasformazioni politiche nazionali che hanno segnato la politica italiana negli ultimi tre anni (la fine del berlusconismo, l’emergere e l’appannarsi della leadership di Matteo Renzi, lo scioglimento di Sel, la nascita di Sinistra Italiana, il boom del Movimento Cinque Stelle) hanno picchiato duro anche in città dove le vecchie strutture di potere hanno ceduto il passo a nuovi imprevedibili scenari. A destra come a sinistra il quadro infatti, appare in continua e imprevedibile evoluzione. Il Pd rispetto alle ultime comunali è privo dell’area progressista rappresentata da Guglielmo Minervini che non fa più parte del partito dalle regionali del 2015 e che si è lanciato nella nuova avventura di SI (Sinistra Italiana), Sel una delle forze politiche cittadine più rilevanti, si è sciolta e quasi tutto il suo establishment sta veleggiando proprio verso il Partito Democratico. Grossi scossoni anche a Destra, dove a presidiare lo spazio politico è rimasto il solo senatore Antonio Azzollini (ex Pdl ora Ncd) scortato da pochi fedelissimi. Il resto della compagnia guidata dall’ex consigliere provinciale del Pdl Saverio Tammacco ha virato da tempo a sinistra con la benedizione del governatore della regione Puglia Michele Emiliano. Questo quadro è ulteriormente complicato dalla fine (per la verità nell’aria da tempo ma che arriva comunque con un anticipo di due anni rispetto alla scadenza naturale del mandato) dell’amministrazione di centrosinistra guidata dalla giornalista Paola Natalicchio. Le immagini dunque ballano, le acque sono mosse, ma qualche pista da seguire per orientarsi su quello che potrà accadere tra dodici mesi, c’è. Diamogli uno sguardo. ANCORA CENTROSINISTRA? Malgrado il maldestro naufragio della coalizione vincitrice delle comunali nel 2013 e la spaccature registratasi nel Pd (dove ben 4 consiglieri su 8 hanno voltato le spalle al primo cittadino innescando la crisi amministrativa di maggio) ci sono ancora concrete possibilità che lo schema del centrosinistra venga riproposto anche alle prossime consultazioni. Sono infatti costanti i contatti tra la segreteria del Pd cittadino e l’area di Sinistra Italiana che fa riferimento a Guglielmo Minervini (per intenderci quella corrente per mesi rappresentata dal movimento cittadino Dep, Democrazia è partecipazione). A condurre le trattative per quest’ultima è l’avvocato Giulio Calvani, ex segretario del Pd e attualmente tra i membri del comitato promotore di SI in Puglia. La segreteria del Pd molfettese, retta dall’avvocato Piero de Nicolo, è in attesa di chiare e inequivocabili indicazioni dai vertici regionali e nazionali del partito. Quando le linee strategiche extracittadine saranno tracciate sarà più facile mettere in piedi una trattativa concreta anche in città. Nel frattempo de Nicolo tiene viva la fiammella del dialogo con l’area di Minervini, anche perché a Corso Margherita (sede del Pd molfettese) sono convinti che alle prossime consultazioni bisognerà fare i conti col Movimento Cinque Stelle, ringalluzzito dalle incredibili e recenti vittorie e Torino e Roma e pronto a fare la voce grossa anche in città. Per la verità come vedremo meglio a breve, in città il Movimento è piuttosto acciaccato ma rappresenta comunque una realtà da non sottovalutare. A destra come a sinistra si cercherà di mettere in piedi aggregazioni che superino il 20% dei consensi sperando di non ritrovarsi il M5S ai ballottaggi (Parma, Livorno e Torino insegnano che quando il Movimento di Grillo sfida direttamente un partito tradizionale ha buone possibilità di vittoria).Ma le trattative sono imbrigliate dal mancato congresso del Pd. Promesso da tempo da de Nicolo, l’appuntamento è slittato a causa di una circolare regionale del partito che ha congelato tutti i congressi locali fino a settembre. Intanto Calvani mantiene i contatti con de Nicolo, rafforza i legami della sua area con i progressisti del Pd (i “malpancisti” dei Gd guidati da Matteo Petruzzella e dall’ex consigliere Giuseppe Percoco molto vicini all’ex assessore regionale Guglielmo Minervini), ma non prende impegni. Non lo fa semplicemente perché non può. Sinistra Italiana infatti, è già una famiglia divisa. Calvani, Lino Renna, Brigida Mulinelli, Corrado Minervini, Cosmo de Pinto vicinissimi a Minervini e impegnati a vario titolo su base provinciale e regionale nel processo costituente del partito, rimproverano a Paola Natalicchio la fine anticipata dell’amministrazione di centrosinistra. La loro posizione è ben riassunta da una lettera aperta e dai toni molto critici, scritta proprio da Minervini e indirizzata all’ex primo cittadino quando mancavano poche ore alla caduta dell’amministrazione. Del resto i rapporti tra Guglielmo Minervini e l’ex sindaco Natalicchio sono da tempo degenerati e attualmente ai minimi storici. L’area più vicina all’ex sindaco dunque, sarebbe per la rottura dell’alleanza col Pd e per una corsa in solitaria alle prossime comunali. Con che nome? LA CANDIDATURA DI BEPI MARALFA L’area di Comitando (Mimmo Favuzzi e Gabriele Vilardi) e una parte di Si (Michele Natalicchio, Domi Bufi, Paola Natalicchio) punterebbe forte sulla candidatura dell’ex vicesindaco, attuale segretario del movimento civico Linea Diritta, Bepi Maralfa. 51 anni, avvocato cassazionista, già Pubblico Ministero onorario presso il Tribunale di Trani, una passione per il jazz e una carriera politica partita solo 3 anni fa lontano dai tradizionali partiti, puntando molto sui temi della sicurezza e legalità, Maralfa appare a molti come l’erede naturale dell’esperienza politica di Paola Natalicchio. Il nome però non piace all’area di Minervini che per l’appunto vorrebbe salvare lo schema di alleanza col Pd ed è inviso a molti esponenti del centrosinistra che lo accusano di aver condotto con eccessiva timidezza la lotta contro l’abusivismo durante i suoi tre anni da vicesindaco. Il diretto interessato nel frattempo, si limita a sondare il campo e attende nuovi sviluppi. ARCIPELAGO CINQUE STELLE I guai giudiziari della destra e le fragilità strutturali del centrosinistra, unite al profondo malcontento popolare causato da crisi economica e disoccupazione offrono un’opportunità storica al Movimento Cinque Stelle. Gli attivisti vicini a Beppe Grillo hanno colto successi clamorosi in importanti città italiane e sognano il grande salto anche in città. Ma a Molfetta il Movimento malgrado la crescente partecipazione di cittadini e curiosi, appare impigliato in una rete di personalismi, lotte intestine, e incomprensioni. Per accostarsi al mondo pentastellato è sufficiente aprire una pagina facebook o creare un meetup (un servizio di social network che ha lo scopo di facilitare l’incontro di gruppi di persone in varie località del mondo) e sposare le battaglie del Movimento. Chiunque può lanciarsi nelle sfide politiche di Di Battista e co. e così a Molfetta sono sorti tre gruppi distinti che dialogano poco tra di loro e anzi spesso e volentieri si fanno la guerra a colpi di post e attacchi social. Il gruppo più antico è quello fondato tra il 2008 e il 2009 da Giuseppe Ciccolella insieme ad Alfonso Balducci e Alfredo Bonetti (questi ultimi due si sono poi allontanati dal M5S), Molfetta in Movimento, e del quale fanno parte anche militanti molto attivi sui social network come Nilde Salvemini (Funzionaria di area pedagogica nell’ambito della devianza minorile, si legge sul sito del movimento) e Arnaldo Gambardella. La condotta del trio Ciccolella, Salvemini, Gambardella è stata giudicata da più parti come autoritaria e ha portato nel 2015 a ben due scissioni che a loro volto hanno determinato la nascita di altri due gruppi: Amici di Beppe Grillo e Molfettesi 5 Stelle. Il primo annovera Beppe Marsano che precedentemente aveva fatto parte del meetup Molfetta in Movimento. I rapporti tra i due gruppi, per usare un eufemismo non sono affatto amichevoli. Le bacheca facebook dei militanti del Movimento sono zeppe di vere e proprie risse verbali dove Marsano e Ciccolella, Gambardella e Salvemini si accusano di un po’ di tutto. In particolare Marsano accusa gli altri gruppi di utilizzare indebitamente il logo del Movimento e di aver esposto la bandiera dei Cinque Stelle in occasione di alcuni banchetti informativi (cosa che è possibile solo in presenza di un rappresentante istituzionale del Movimento). Ciccolella e la Salvemini contraccambiano allegramente accusando Marsano di ipocrisia e arrivismo. Insomma un caos. Tra polemiche e veleni è nato anche un terzo gruppo, come detto Molfettesi 5 Stelle composto da giovani militanti ben radicati sul territorio e impegnati in battaglie su ambiente e microcredito. Tra le loro iniziative si annovera una petizione in cui si chiede al Comune di offrire incentivi economici concreti a chi adotta un cane dal canile comunale e un’iniziativa pubblica tenutasi lo scorso 28 aprile sul microcredito presso la Fabbrica San Domenico alla presenza di Rosa Barone e Francesco Cariello rispettivamente consigliere regionale e deputato del Movimento. Appaiono più concreti e soprattutto distanti dalle beghe che coinvolgono gli altri gruppi e sono la cosa più vicina a quello che ci si aspetta da dei veri “grillini”: giovani, super tecnologici (molto attivi sul sito www.molfettesicinquestelle.it), senza una pregressa esperienza in politica e “secchioni”. Tra i membri più attivi troviamo Dario Laforgia (webmaster), Roberto De Santis (ingegnere software), Margherita De Pinto (insegnante). Ma stando così le cose appare davvero difficile che il Movimento riesca a presentare un proprio simbolo alle prossime comunali. Per partecipare a delle competizioni elettorali i meetup devono ottenere l’autorizzazione a usare il simbolo del Movimento concessa direttamente dallo staff di Beppe Grillo. Di solito questa è concessa solo a quelle realtà capaci di unire i vari gruppi esistenti in un unico gruppo di lavoro e che conquistano la fiducia dei vertici del Movimento. Cosa assai improbabile in questo momento a Molfetta. Del resto quest’anno su 2000 Comuni chiamati al voto, solo 256 hanno visto la partecipazione di una lista a Cinque Stelle. Lo staff di Grillo è assai rigoroso e non va per il sottile. IL CASO TAMMACCO Sulle prossime competizioni cittadine peserà come un macigno anche la posizione di Saverio Tammacco. 48 anni, una lunga carriera politica passata tutta a destra da An fino a Fi transitando per il fu Pdl, Tammacco che ha ricoperto anche gli incarichi di assessore comunale e consigliere provinciale, ha occupato fino a poche settimane fa un posto in consiglio comunale tra i banchi dell’opposizione di centrodestra. Nel 2015 la clamorosa svolta a sinistra: candidato al consiglio regionale con le liste di Realtà Italia a sostegno di Michele Emiliano. Una mossa che scatenò una vera e propria bufera che ebbe strascichi regionali e una eco nazionale. Tammacco che fece alle regionali di un anno fa il pieno di voti sfiorando l’elezione in consiglio, è ormai organico al centrosinistra vicino proprio ad Emiliano che lo scorso autunno in un incontro pubblico a Molfetta lo ha ufficialmente accolto nella sua famiglia politica. L’ex Pdl che nel frattempo si è allontanato da Realtà Italia potrebbe mettere in piedi una lista civica (magari con il nome del governatore), completando così il suo percorso di ingresso nel centrosinistra regionale e tentare un’alleanza con il Pd. Nel progetto potrebbero confluire numerosi big dell’ex centrodestra cittadino desiderosi di svincolarsi dall’ingombrante tutela politica di Antonio Azzollini. Il movimento avrebbe già un candidato, l’ex consigliere di “Siamo Molfetta” Antonello Pisani e sarebbe pronto al grande passo in caso di primarie del centrosinistra.GLI EX SEL Al momento l’unico candidato ad aver ufficializzato il suo impegno per le elezioni della prossima primavera è l’ex presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni. 49 anni, una lunghissima carriera politica iniziata nel 1998, più volte eletto in consiglio comunale e il più suffragato alle scorse comunali nel centrosinistra, Piergiovanni ha alle spalle un passato da cuoco e attualmente lavora in un Caf. Caratteristiche professionali che lo hanno avvicinato all’anima produttiva della città e messo in contatto quotidianamente con decine di cittadini in cerca di consigli “burocratici” e assistenza fiscale. Questo stato da campagna elettorale permanente, rappresenta senz’altro un vantaggio per Piergiovanni che come detto potrà far leva su un importante pacchetto di consensi personali e che sa già dove iniziare per il suo futuro programma da candidato: sviluppo attività produttive con turismo e commercio in testa. L’ex big di Sel ha però vincolato il suo impegno alla formula delle Primarie: in caso di coalizione di centrosinistra dovranno essere delle elezioni interne tra i vari pretendenti a decidere il nome del candidato sindaco. Senza partito (quasi tutto lo stato maggiore di Sel ha deciso di non confluire in SI), Piergiovanni è a un passo dall’ingresso nel Pd. L’altro grande protagonista del boom cittadino di Sel negli ultimi anni, Tommaso Minervini, è invece entrato in “La Puglia in più” il nuovo movimento lanciato dal senatore Dario Stefano (ex Sel, che del movimento è il Presidente) e presentato ufficialmente alle province di Bari e Bat lo scorso 13 giugno a Bari. Tra i presenti proprio l’ex sindaco di Molfetta Tommaso Minervini che ha fatto il salto accompagnato dagli ex consiglieri Mauro De Robertis e Ignazio Cirillo. Sulle posizioni del movimento pochi dubbi. Come affermato dallo stesso Stefano a Bari “la Puglia in più è un impegno nel Centro Sinistra che deve essere unito e aperto a tutti coloro che vogliono spendere la loro vita in una comunità che sia la casa comune lasciando da parte individualismi e divisioni sociali che non aiutano la Puglia a crescere”. Probabile quindi un’alleanza col Pd. LE MOSSE DEL SENATORE ANTONIO AZZOLLINI Il senatore Azzollini tenterà alle comunali del 2017 l’ultimo acuto della sua carriera politica, lanciando con tutta probabilità la candidatura del pediatra Luigi Roselli, suo fedelissimo. Una partita molto difficile per l’ex presidente della commissione bilancio del Senato, ormai abbandonato da tutti i principali esponenti della destra cittadina (come visto lanciatisi alla velocità della luce tra le braccia del governatore Emiliano) e costretto a fronteggiare scandali giudiziari di ogni tipo (dal caso Porto alla Divina Provvidenza). Tuttavia Azzollini ha dalla sua ancora un nutrito serbatoio di consensi (come si è visto lo scorso anno alle regionali, quando lo sconosciuto medico Stanislao Caputo sponsorizzato proprio da Azzollini ha sfondato le 2.000 preferenze e sfiorato l’elezione in consiglio) ed è un profondo conoscitore dei molfettesi. Sa sempre in che direzione corrono gli umori dei suoi concittadini e probabilmente come nessun altro sa parlare alla pancia della città. Ecco quindi le prime promesse: via il porta a porta (indispensabile per evitare l’impennarsi della tassazione dei rifiuti ma scomodo e inviso a molti cittadini), immediato sblocco dei lavori del nuovo porto (in realtà pressoché impossibile a causa delle presunte irregolarità riscontrate dalla magistratura e dei procedimenti giudiziari in atto), l’arrivo di nuovi mirabolanti finanziamenti. La campagna del senatore inoltre punterà il dito contro i tre anni dell’amministrazione Natalicchio cercando di scaricare parte dei pasticci causati dal suo decennio amministrativo sul centrosinistra (chiusura piscina, caos socialità, abusivi, chiusura della Cittadella degli artisti). La candidatura di Roselli appare quindi forte, anche se il senatore potrebbe all’ultimo virare verso altri lidi. Ecco quali. L’ALTERNATIVA DI DESTRA MADDALENA PISANI Un’alternativa a destra, capace di calamitare consensi dal mondo cittadino dell’imprenditoria e degli affari è rappresentata da Maddalena Pisani. Nota commercialista, ha collezionato nel corso degli anni prestigiosi incarichi istituzionali (Componente del Consiglio direttivo dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani e Componente del Consiglio Direttivo della C.A.I.T, camera arbitrale Interprofessionale Trani) ed è attualmente il revisore unico della Sanitaservice (società in house della Asl Bari nata nel 2010 con il compito di gestire i servizi di supporto alle attività istituzionali della Azienda Sanitaria Locale). Da sempre vicina al mondo della destra molfettese, è tra le animatrici dell’associazione culturale “Le amiche delle amiche” e potrebbe scendere in campo come candidata di una lista civica. Pisani spera di sfruttare la crisi dei partiti e mettersi nella scia del vento rosa che da Torino a Roma ha riservato parecchie sorprese, strappando magari il pesantissimo endorsement del senatore Azzolini che al momento insiste su Roselli e resta alla finestra. IL REFERENDUM DI OTTOBRE Fin qui solo voci, supposizioni, ipotesi più o meno concrete. Ma fino ad ottobre tutto potrà cambiare, aprendo magari scenari inediti. In autunno infatti, gli italiani saranno chiamati ad esprimersi con un referendum sulla riforma costituzionale voluta dal presidente del consiglio Matteo Renzi. In caso di una sua sconfitta (alla quale dovrebbero seguire le sue dimissioni) il cosiddetto partito della nazione (il Pd alleato con partiti di centro e anche di destra come accaduto a Roma con Alfano, Azzollini e Verdini) incasserebbe un brutto colpo, gli ex Ds (Bersani e D’Alema su tutti) tornerebbero a prendersi il partito e SI a guardare al Pd. In caso di vittoria di Renzi accadrebbe l’esatto opposto. Passato il referendum lo stagno sarà immobile, le immagini nitide, gli scenari chiari. E si inizierà a fare sul serio.

Autore: Onofrio Bellifemine
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