Allarme sicurezza. Il clan Capriati vuole colonizzare anche Molfetta
La relazione semestrale dell’Antimafia al Parlamento
Molfetta terra di mafia, disse il procuratore Nitti nella nostra città in un incontro del Rotary. Ora una conferma arriva dalla relazione semestrale al Parlamento dell’Antimafia del secondo semestre 2021. «Tra gli obiettivi di colonizzazione del clan Capriati rientrerebbero anche i Comuni del nord barese di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi, Triggiano e di Palo del Colle». Si legge ancora nel documento che «la contiguità dell›area urbana con quella metropolitana favorisce l›interazione criminale tra il capoluogo barese ed i Comuni della provincia dove attraverso un radicamento “a macchia di leopardo” i sodalizi cittadini tendono ad esercitare la propria influenza su gran parte delle attività delittuose localmente condotte. Lo spaccato analitico si manifesta con una spartizione delle aree di influenza stabilita sulla base del loro rapporto di forza. Le complesse dinamiche criminali che caratterizzano la città metropolitana di Bari si riverberano inevitabilmente ed inarrestabilmente sui precari equilibri mafiosi di volta in volta raggiunti dai potenti clan che da sempre si contendono il predominio territoriale nel capoluogo pugliese e in quello della provincia di Bari. Il risultato è quello di un perdurante stato di fibrillazione del contesto criminale in alcuni periodi latente» e in altri «accentuato e con manifestazioni violente». A Bari e provincia «gli interessi delle consorterie convergono verso la gestione del mercato della droga e delle estorsioni e si confermano fonte di reddito e strumento d’affermazione di potere sul territorio. Non mancano, infine, le infiltrazioni nel settore della pubblica amministrazione dove i tentacoli mafiosi trovano fertile terreno nella cosiddetta “zona grigia”». L’Antimafia mette in rilievo anche i rap- porti commerciali tenuti dai clan con la criminalità di Molfetta. Un quadro preoccupante, al quale, però, non viene data l’attenzione che meriterebbe e soprattutto viene ignorato l’allarme più volte riportato su questo fenomeno criminale. Sottovalutarne la portata, considerando queste attività illegali come microcriminalità, significa favorirne la crescita, perché la delinquenza conta proprio sull’indifferenza e sul silenzio, per aumentare il proprio potere sul territorio. L’analisi degli eventi del secondo semestre 2021, che a Molfetta ha riguardato «l’ese- cuzione da parte dei Carabinieri di un de- creto di sequestro anticipato operato il 23 settembre 2021 nei confronti di un pregiudicato in passato intraneo al clan Telegrafo», a Bari e in provincia ha «confermato la brama di potere di uno dei gruppi più agguerriti del clan Strisciuglio» che «ha portato allo scontro armato contro la componente Palermiti della consorteria dei Parisi». Lo scenario del narcotraffico «in continua evoluzione è fortemente influenzato – è scritto a pagina 179 – dalla vicinanza dell’Albania e dai traffici di stupefacenti provenienti dai Balcani». Nei rapporti tra la criminalità pugliese e le consorterie albanesi appare infine «consolidato il ruolo di punta assunto da queste ultime che tendono ad utilizzare i canali gestiti dalle cosche pugliesi per il trasporto delle sostanze stupefacenti anche oltre Regione verso poi un mercato internazionale». «Anche i reati contro il patrimonio e in modo particolare le rapine consumate nei confronti dei portavalori e degli autotrasportatori di generi alimentari – conclude la relazione della Dia – costituiscono un bu- siness di interesse per la criminalità locale» che continua a costituire un fattore di grave pregiudizio alla vita comune.