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Allarme mercato ortofrutticolo, igiene a rischio INCHIESTA - Dopo l'ispezione dei carabinieri del Nas il vecchio mercato è in precarie condizioni e potrebbe essere chiuso
15 gennaio 2004

Le forbici erano pronte, il nastro pure, ma anche il 2003 è passato e il nuovo mercato ortofrutticolo, pur bello e pronto (nella foto), è ancora inattivo. La struttura ereditata dal centrosinistra (progettata nel '96 e iniziata nel '98 per un importo di 11 miliardi di ex lire attinte da un mutuo), necessitava di alcuni lavori di completamento. Uno dei primi atti della nuova amministrazione fu di reperire, attraverso i Por (fondi europei), i 400 mila euro necessari per ultimare l'opera. Nel frattempo la commissione Attività produttive si mise al lavoro per redigere il Regolamento di funzionamento del mercato, che fu licenziato nell'ottobre 2002, su questo più di qualcuno poi volle dire la propria, bloccando di fatto la discussione in Consiglio comunale. E' stata una lotta tutta interna alla maggioranza e così, tra veti incrociati e continue modifiche, le cose sono rimaste ferme. La svolta nel marzo scorso, quando i carabinieri del Nas, a seguito di un sopralluogo nell'attuale mercato, ravvisarono la necessità di interventi per sanare alcune carenze strutturali e igienico sanitarie, che potenzialmente potevano pregiudicare la salubrità degli alimenti. I rischi per l'igiene pubblica Una situazione al limite, lasciata maturare negli ultimi anni, in previsione del trasferimento nella nuova struttura. Sulla base di ciò, il Comune si attivò per accelerare il trasferimento e il sindaco Tommaso Minervini cominciò a sbandierare l'obiettivo di rendere operativo il nuovo mercato entro la fine del 2003. Per avviare il trasferimento occorreva però assegnare i 20 dei 30 box da 250 mq. riservati agli attuali operatori, secondo una serie di norme e procedure che, insieme alle altre cose, devono essere previste dal Regolamento. Ma tale atto non era ancora pronto e il sindaco, per stringere i tempi, chiamò a raccolta tutti gli operatori per concordare le procedure di assegnazione dei posteggi, una questione molto sentita dagli addetti, tutti interessati ai locali più vicini all'ingresso della galleria commerciale, ritenuti commercialmente più efficaci. In aprile furono stabilite delle procedure e la cosa sembrava fatta, perché tutti gli operatori accettavano e controfirmavano il criterio del sorteggio, effettuato il 16 ottobre. Ma il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Ricorso al Tar contro i posteggi La ditta Sicom, forse perché insoddisfatta del posteggio ottenuto, ricorreva la Tar e contestava la legittimità delle assegnazioni, in mancanza delle procedure di competenza esclusive del Consiglio comunale. Seguiva una lettera del direttore del mercato, il dott. Marino De Virgilio, agli operatori, in cui si rammaricava che l'iniziativa della Sicom vanificasse gli sforzi suoi e del sindaco, quindi per il trasferimento si sarebbe dovuto aspettare che il Consiglio comunale approvasse l'apposito Regolamento. Apriti cielo! La Sicom non ci stava ad essere additata come responsabile del mancato trasferimento e a sua volta, rispondeva con un “Atto d'interpello e diffida” indirizzata al sindaco. In pratica la ditta si sentiva lesa e minacciava un'azione legale a difesa del proprio decoro. Inoltre chiedeva al sindaco se tutto ciò corrispondesse o no alla volontà dell'Amministrazione comunale. Insomma, la scelta di recuperare il tempo perduto cercando un accordo con gli operatori, senza passare per la via maestra del Regolamento, si è rivelata vana. E' bastato che uno solo cambiasse idea per far saltare il tavolo. Regolamento del nuovo mercato, tempi lungi per le divisioni nella maggioranza L'atto successivo di questa vicenda si è svolta a cavallo tra novembre e dicembre. Nelle ultime sedute del 2003 la proposta di Regolamento del nuovo mercato è stata posta all'ordine del giorno, ma per beghe interne alla maggioranza, l'atto è tutt'altro condiviso e quindi pronto per essere deliberato. Lo scontro è tra le diverse visioni della gestione, con “Forza Italia” che sostiene la privatizzazione o esternalizzazione, com'è già avvenuto per il mercato ittico, e gli altri che vorrebbero mantenere un controllo pubblico, pur con qualche apertura ai privati. Qualcuno pare abbia anche fiutato l'affare, a dar retta alle voci su un consorzio sponsorizzato da ambienti vicino al partito del sen. Azzollini, pronto, a quanto pare, a farsi avanti. Scarsa igiene anche nel mercato settimanale Intanto la vecchia sede continua a funzionare, nonostante i dubbi sui requisiti strutturali, igienici e sanitari. Fino a quando i cittadini continueranno a comprare merce che, a detta dei carabinieri del Nas, transita in ambienti che potenzialmente possono intaccare la salubrità degli alimenti? Certo a guardare cosa ha prodotto la liberalizzazione della vendita ambulante nel mercato settimanale, con camion e furgoncini che vendono di tutto, appostati a ridosso dei cassonetti dell'immondizia, l'inquietante interrogativo appare legittimo: con controlli insufficienti di igiene al mercato all'ingrosso e scarsi controlli alla vendita al dettaglio. La salute dei cittadini andrebbe tutelata con più rigore. Come al solito quando si tratta di una struttura pubblica, c'è chi crede di essere titolare di qualche prerogativa impropria solo perché occupa una posizione di potere o di privilegio. Ma la nuova struttura non è né del sindaco, né di qualche partito e consigliere comunale, né di qualche funzionario, né tanto meno degli operatori. Il legittimo proprietario è il contribuente molfettese, che sborsa una rata di mutuo di circa 500mila euro l'anno, e che in questa vicenda non è stato tutelato e non lo sarà fin quando la nuova sede rimarrà inutilizzata. La cosa ancor più grave è che se questa situazione di stallo si prolungherà ancora per molto, c'è il rischio, non tanto campato in aria, che qualche autorità competente chiuda il vecchio mercato, mandando sul lastrico centinaia di famiglie e lasciando di colpo la città senza approvvigionamenti di frutta e verdura. Uno scenario che ci auguriamo non venga sottovalutato e quindi scongiurato quanto prima. Francesco del Rosso
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Egregio sig. Ignazio, suppongo che Lei sia un operatore del settore. Ho riletto l'articolo da Lei criticato e commentato e francamente non ho capito il nesso tra le cose scritte e le sue reprimende. Nell'articolo venivano evidenziati: il rischio di chiusura dell'attuale mercato per carenze strutturali, igieniche e sanitarie; le vicende relative alle modalità del trasferimento del mercato alla nuova struttura. Le vicende da Lei evidenziate (presidio dei Vigili del Fuoco, lavori di adeguamento, Tosap) sono state oggetto di altri articoli, che Lei potrà trovare nel nostro archivio. Il fatto che il nuovo mercato sia pronto, non lo dico io, ma l'amministrazione comunale e che si desume anche da documenti pubblici, che fino a prova contraria non possono dirsi non veritieri. Altra cosa invece è sottolineare, come giustamente ha fatto Lei, lacune di una struttura pagata dai contribuenti molfettesi, e che secondo Lei fa acqua da tutte le parti. Sotto questo aspetto il Suo commento apre uno squarcio su molte zone d'ombra che anche noi abbiamo avvertito, per le troppe reticenze su quali fossero e il perché dei vari lavori di completamento. Solo che anche Lei, al pari degli altri, è reticente, perché invece di chiamare in causa specifiche responsabilità sulle inefficienze e mancanze al limite del dolo, se la prende, come al solito con il giornalista. Troppo facile e troppo comodo sig. Ignazio dire le cose a metà e scaricare tutto sul cronista. IIluminante la sua conclusione "CI SAREBBE MOLTO ANCORA DA DIRE MA IL MIO APPUNTO ERA RIFERITO ALLA SUA LEGGEREZZA DI GIORNALISTA CHE SBATTE IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA SENZA ANDARE A FONDO ALLE VERE PROBLEMATICHE DELLA NOTIZIA. Chi sarebbe il mostro? Appurato che non sempre il cronista viene messo in condizione di appurare le tante verità (forse perché scomode e da non far sapere), perché Lei e i suoi colleghi non denunciate pubblicamente cosa sta succedendo alla nuova struttura? Soprattutto cosa dicono i Vostri referenti politici presenti in Consiglio comunale? Il nostro gionale è sempre pronto ad ospitare tutti gli interventi sulla materia. Cordialmente
ALL'ATTENZIONE DEL "GIORNALISTA" FRANCESCO DEL ROSSO LA VERA FUNZIONE DEL VERO GIORNALISTA E' QUELLA DI VERIFICARE LA NOTIZIA E PUBBLICARLA NEL MODO MENO DI PARTE POSSIBILE,NEL SUO ARTICOLO CI SONO OLTRE A DELLE PUBBLICITA' PER LA SINISTRA E NON POTEVA ESSERE ALTRIMENTI, UNA MANCANZA VERA E' PROPRIA DELLE VERITA',LEI AFFERMA DI UNA STRUTTURA NUOVA SA' E NE HA VERIFICATO IL COMPLETAMENTO? UNA "PAGLIUZZA" PER LEI ED ALTRI E LA PRESENZA DEI VIGILI DEL FUOCO ALL'INTERNO DELLA PALAZZINA ADIACENTE ,CHE IN PRIMIS DOVEVA OSPITARE LE NUOVE ESIGENZE DEL NUOVO MERCATO,FARE UN MERCATO SENZA SPORTELLO BANCARIO SENZA UFFICI DIREZIONALI ED ALTRO NON E' FARE UN MERCATO NUOVO, FARE QUATTRO MURA PREFABBRICATE E'LA STRUTTURA E' FATTA,CHI PAGA UN AFFITTO E' QUESTO E' RIFERITO ALLE DITTE CHE SONO ALL'INTERNO DEL MERCATO DEVONO AVERE TUTTE LE STRUTTURE IDONEE A NORMA DI SICUREZZA E' SE LEI SEGUIVA LE VICISSITUDINI DEL MERCATO LE AVREBBERO INFORMATO CHE MANCANO LE NORME DI SICUREZZA OSSIA LE USCITE CHE STANNO CREANDO NON POCHI PROBLEMI TRA GLI OPERATORI CHE DEVONO COME SEMPRE SUBIRE TAGLI DI DIMENSIONI AI VARI POSTEGGI PER SOPPERIRE ALLE NEGLIGENZE DI CHI HA FATTO LA MEGA STRUTTURA CHE HA TANTO DI DIFETTI,, LA PERSONA CHE VA IN FITTO IN UNA ABITAZIONE HA TUTTI I REQUISITI A NORMA E PAGA UN AFFITTO ABBASTANZA ESOSO CON I TEMPI CHE CORRONO, LO STESSO AVVIENE PER GLI OPERATORI DEL MERCATO,NON ULTIMO LE VICISSITUDINI DELLA TOSAP, CHE LEI NON MENZIONA NEL SUO ARTICOLO..CHE LE FACCIO PRESENTE HA PROVOCATO IL FALLIMENTO DI MOLTE DITTE, CI SAREBBE MOLTO ANCORA DA DIRE MA IL MIO APPUNTO ERA RIFERITO ALLA SUA LEGGEREZZA DI GIORNALISTA CHE SBATTE IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA SENZA ANDARE A FONDO ALLE VERE PROBLEMATICHE DELLA NOTIZIA.
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