Allarme inquinamento, inchiesta della Procura: dall'Alessandro I gasolio in mare
MOLFETTA – 16.9.2004
Allarme inquinamento per la dispersione di gasolio in mare da parte della nave cisterna Alessandro I affondata al largo di Molfetta nel 1991, di cui “Quindici” si è già occupato.
Ieri il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Antonio Savasta, ha chiesto informazioni, alla capitaneria di porto di Molfetta, sulla presenza di macchie di gasolio in mare: secondo una segnalazione fatta da Legambiente, il petrolio si starebbe riversando in mare dalla motocisterna Alessandro I, che giace a 100 metri di profondità.
La segnalazione è stata fatta nei giorni scorsi da Legambiente che ha avvistato macchie di gasolio in superficie e ritiene che il carburante provenga dalle stive della nave che è affondata nella zona e si trova a cento metri di profondità.
La nave, che trasportava 3.000 tonnellate di dicloroetano e 550 tonnellate di acrilonitrile, due sostanze catalogate come altamente dannose e cancerogene dall'Istituto Superiore della Sanità, affondò 18 miglia a largo delle coste di Molfetta durante il viaggio da Cela a Ravenna.
Durante l'affondamento parte del carico di acrilonitrile si disperse in acqua; nella zona vennero compiute operazioni di bonifica e i serbatoi del carburante furono sigillati.
Sulla vicenda della “Alessandro I” Legambiente ha anche realizzato (in collaborazione con un sub molfettese, Paolo De Gennaro) un film dossier a cura di Nicola Scaringi, che ripercorre la vicenda della motocisterna, mostra le macchie di gasolio in superficie in corrispondenza del luogo dove giace il relitto, e mostra anche immagini di una ispezione fatta al relitto un anno fa dalla Lega navale di Trani con un robot telecamera. Il magistrato ha chiesto di acquisire il filmato e sta valutando la possibilità di aprire una inchiesta.
Quest'ennesima tragedia colpisce il mare di Molfetta che rischia sempre più di diventare "mare dei veleni", dall'iprite al gasolio e alle altre sostanze inquinanti disperse nelle acque negli ultimi 50 anni.
Adelaide Altamura