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Allarme casa, l'Ulivo accusa: “C'è il rischio di speculazioni e di pericolose intese clientelari” Attacco pubblico al centro-destra: “Parlano di case imminenti, ma non ci sono suoli da assegnare”. “L'amministrazione ha tradito le promesse”. Mancano regole e pianificazione. Il problema dei soci delle cooperative
15 aprile 2002

Rischio speculazione, bugie e promesse disattese, “balli clientelari” e “pericolose intese su posizioni privatistiche e clientelari”. Sono accuse pesanti quelle lanciate dall'Ulivo contro la maggioranza al governo della città, nei giorni scorsi. Protagonista della polemica politica, ancora una volta, la casa e il diritto a un bene negato in questi anni alla maggior parte dei molfettesi. “Questa maggioranza parla di case e di gru imminenti – precisa Franco Cives, dei Comunisti Italiani, assessore all'Urbanistica nelle passate amministrazioni di centro-sinistra – ma sul banco manca il requisito fondamentale: i suoli da assegnare”. “Le cooperative che si sono aggiudicate le pre-assegnazioni - precisa Cosmo Altomare, della Margherita - hanno già versato quasi un miliardo e mezzo di lire per le indennità di esproprio, ma le procedure di acquisizione dei suoli sono bloccate”. “L'amministrazione – risponde l'assessore Pietro Uva – ha operato in favore della concertazione con i proprietari dei suoli. È questo il senso della costituzione di appositi consorzi: evitare gli espropri e i contenziosi che inevitabilmente farebbero lievitare i prezzi dei fabbricati”. Il centro-sinistra punta il dito, però, sulla “scelta politica”. “Il Comune – ribadisce Cives - ha demandato ai proprietari la facoltà di dettare le regole del gioco”. Quanto alle “promesse” e ai tempi disattesi, Antonello Zaza, consigliere di Rifondazione Comunista, rincara: “Sindaco e assessore dichiararono pubblicamente che entro lo scorso anno sarebbero state concluse le assegnazioni e che in primavera avremmo visto le prime gru: niente di tutto questo si è ancora verificato. Le cose stanno proprio così: quest'amministrazione ha tradito le promesse”. E Mino Salvemini, dei Ds, ricorda: “Molti mesi fa l'amministrazione inviò una lettera ai proprietari dei suoli, invitandoli a mettersi in consorzio, per attivare le cessioni bonarie delle aree da edificare. Se gli accordi non si fossero conclusi entro 90 giorni, è quello che minacciava il sindaco, l'amministrazione avrebbe proceduto ad espropriare i suoli. Ma niente si è ancora mosso”. Non nega i ritardi l'assessore Uva, che aggiunge: “Le cooperative hanno aspettato altri sei mesi, ma potranno risparmiare decine di milioni per ogni fabbricato. Nel comparto 14, che sarà approvato definitivamente in questi giorni in consiglio comunale, l'accordo con i proprietari è stato raggiunto al 100%”. Rischiano di tornare i faccendieri Polemiche forti anche sui criteri di assegnazione dei suoli della nuova 167. "La bozza dei criteri di assegnazione preparata dall'amministrazione comunale – denunciava l'opposizione già qualche settimana fa – premierà le cooperative messe su da costruttori e da faccendieri con soci iscritti all'ultimo momento, in barba a chi è in attesa da anni”. L'Ulivo accusa il centro-destra di aver dato priorità al criterio dell'anzianità della cooperativa, piuttosto che a quello dell'anzianità dei soci. Insomma, un' “anzianità virtuale”, che penalizzerebbe i singoli soci delle cooperative, detentori di un “bisogno reale”. Una scelta che, tra l'altro, potrebbe “avvantaggiare cooperative fasulle e di faccendieri senza scrupoli, invece che cooperative autentiche di famiglie che contano sulle loro forze”. Largo agli speculatori e ai palazzinari, insomma: è questo quel che tra le righe prospetta l'Ulivo. “Con questi criteri – aggiunge Corrado Minervini, consigliere dei Ds - si dà priorità all'anzianità della cooperativa, senza tener conto neppure dell'inscrizione all'albo prefettizio, l'unica garanzia contro eventuali illeciti e irregolarità”. Ma non è finita qui. Si allude anche ad altri e forse più pesanti rischi speculativi: “Su 4 comparti del PRG, il 10, l'11, il 12 e il 13, che non ricadono né nell'ex art. 51, né nella nuova 167, si sta già scatenando la speculazione: è l'effetto dell'assoluta mancanza di regole e di pianificazione”. I comparti da cui dovrebbe ripartire l'edilizia molfettese (il 14, nella zona di levante, alle spalle dell'hotel Garden, e il 16, a ponente, nei pressi del cimitero) sono “tutelati” dai criteri del famigerato ex articolo 51, che norma gli interventi di edilizia residenziale pubblica. Ma niente lascia presagire che l'amministrazione intenda confermare quei criteri anche negli altri comparti. “Troppo restrittivi”, si dice da tempo nel Palazzo. L'edilizia è ancora un affare La città della speculazione edilizia, in cui i costruttori vengono condannati per estorsione e qualcuno si incatena per la casa, la città che da anni assiste impotente all'emigrazione di cittadini verso altre città limitrofe dove affittare o comprare un appartamento non sia solo “roba da ricchi”, in questa città l'edilizia è ancora un “affare”. Un passante per le vie del centro, ci indica una casa: “Abitare lì costa un milione e mezzo al mese”: 90 metri quadri in centro, non una reggia. L'affare casa a Molfetta è anche questo. Tiziana Ragno
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