MOLFETTA - In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne la città pugliese si tinge di rosso e da voce al mondo femminile. La BPW Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) sez. di Molfetta presenta per la prima volta in città il libro “Lo scrigno delle donne” a cura della “raccontatrice” Tina Rutigliano, appassionata lettrice e sponsorizzatrice dell’editoria femminile. La location scelta è stata una sala suggestiva e luminosa del Bit, un locale situato su corso Dante a Molfetta, e la manifestazione è stata introdotta dalla presidentessa della Fidapa Vanna La Martire e alcune socie dell’associazione: Mary Diolini e Maria Teresa Gallo. La Diolini ha presentato l’associazione presente in Italia dal lontano 1930 che ha come finalità la valorizzazione della vita sociale e imprenditoriale femminile; la collaborazione nella rete sociale femminile ed è riconosciuta da enti di scala mondiale come l’ONU e la FAO.
Successivamente la curatrice del libro prende la parola: “L’oggetto che è diventato lo “scrigno delle donne” era un’ex scatola di confetti che mia sorella ha rivestito con del velluto rosso e dei lustrini, provenienti da un abitino che sua figlia non vestiva più. Sono stata una studentessa, una casalinga e poi una madre, ma non ho mai perso la passione della lettura di libri. Il progetto è iniziato a Corato, presso la libreria “Anima mundi”, locus amoenus, luogo felice in cui ho incontrato una libraia splendida, la quale ha raccolto con me una serie di scritti di donne. Le donne scrittrici inizialmente erano solo 5: un’infermiera, una casalinga, una libraia, una moglie e io poi le penne, nel tempo e in seguito a letture pubbliche, sono diventate 50 perché solo le donne semplici sanno svelare verità concrete, sanno raccontare di sé in maniera spontanea e diretta!”, gli scritti sono intrisi di dolore, malattie, tradimenti ma anche di quotidianità, quella quotidianità che, purtroppo, si perde troppo spesso tra i tortuosi eventi della vita.
Dal 2015 l’iniziativa è stata accolta di buon grado da altre librerie: una a Bisceglie, un’altra a Corato, una ad Andria e un’ultima a Bitonto, il cui proprietario ha presenziato anche all’evento a Molfetta con alcune copie per la vendita. Inoltre, da quando il progetto è stato esteso anche in maniera virtuale, c’è stato un boom di donne che hanno voluto mettere a disposizione i propri trasporti da tutta Italia. Ci sono state alcune donne che hanno scritto ma alcune che, non ritenendo di potersi esprimere al meglio con la scrittura, si sono espresse con il disegno, dote ugualmente apprezzabile.
«La genesi del libro è stata casuale – dice a Quindici la Rutigliano - un editore mi ha contattata per fare diventare lo scrigno delle donne un libro cartaceo e probabilmente ci sarà una nuova edizione in “Quaderni dello scrigno” dove ogni pensiero che mi è stato recapitato verrà trascritto di mio pugno. Le donne sono delle lupe carnali e quindi le pagine che hanno scritto non parlano solo di violenza, ma di ogni possibile sfumatura di passione di cui sono dotate. Il libro è arrivato anche nella LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) perché il silenzio assordante della lotta contro il cancro ha finalmente trovato una voce per esprimersi ed anche in carcere, in una sezione femminile per dare speranza alle donne, che per droga o criminalità, l’avevano persa».
La curatrice continua dandoci una sua motivazione riguardo la violenza contro le donne: «La definizione più pregnante per questo libro è l’espressione più immediata dei pensieri delle donne, quelle donne che vengono ricordate in ricorrenze tristi, fissate sui calendari nazionali, ormai diventati solo “calendari di morte”. Io odio il 25 novembre e le ricorrenze come questa, perché sul calendario di ogni donna ci dovrebbero essere i promemoria riguardo il ciclo mestruale, le prenotazioni mediche, i compleanni di figli e nipoti! Fin quando non si vince l’indifferenza, ci sarà violenza! La prossima donna uccisa potrebbe essere la nostra vicina di casa che urla, la fidanzatina che litiga con il fidanzato all’angolo della via di casa nostra, la collega tradita o le nostre figlie!».
Maria Teresa Gallo si introduce, dicendoci: «Lo scrigno per me è l’esplorazione della quotidianità delle donne, le quali sono fatte di parole, frasi, poesie, sentimenti, sensazioni, gesti, amore! Il filo di Arianna del libro è la voglia di riscattarsi, rinnovarsi ma soprattutto ribellarsi. Vorrei menzionare l’episodio di una donna che fa la guerra con le diete, chi di noi non ci si può rivedere? La poesia toccante “Ciao, bella, ciao!” e la frase che mi ha colpito di più “da quadrata che sono nata, mi sono trasformata in infinito, per rinascere ancora ed ancora!”».
Dopo una sollecitazione da parte delle socie Fidapa e dalla platea finalmente la curatrice legge un qualcosa di suo, la storia di una donna e del suo rapporto con il mare dove viene affrontata la tematica dell’opinione pubblica. Qualsiasi donna che ha osato ribellarsi al marito, al partner che sia, non viene protetta dalla sua famiglia, dai suoi genitori perché “cosa direbbe la gente? Sei pazza! Perdonalo o finiremo sulla bocca di tutti!”, qualsiasi donna che ha bussato alle porte dei centri antiviolenza è andata da sola, lottando contro l’amore che provava per l’uomo che l’abusava e contro l’amore che provava verso la sua famiglia che non la sosteneva. Il modo migliore per combattere e soprattutto per prevenire questa “catabasi” (la discesa agli inferi) è educare dal principio le proprie figlie e i propri figli al rispetto reciproco dell’essere umano.
“Anche le donne sanno essere cattive, sanno rendere gli uomini esasperati, sono delle diavole scatenate, sono le figlie di Eva, la meretrice per eccellenza, ma quando verrà scardinato questo pregiudizio? Quando sarà dato l’esempio giusto e quando verrà eliminata la differenza di genere perché siamo tutti esseri umani e tutti dobbiamo avere il rispetto che ci meritiamo!”, dichiara appassionatamente la nostra Tina.
Quest’ultima riflessione ha fatto scaturire una discussione nella platea, in cui l’insegnante Vittoria si è pronunciata così: “Sono un’ex insegnante, ho avuto un mio stipendio e sono contenta di aver lavorato. Ma facendo un excursus temporale, dalle lotte femministe all’acquisizione del diritto di voto femminile le cose sono tornate indietro. Sento, a mio malgrado, che anche donne laureate, donne giovani, non compiono certe scelte perché bloccate da un partner che non vuole, che non da il permesso, è mai possibile? Come si è arrivati a questo punto?”.
Ad una domanda difficile si risponde con una risposta difficile: nessuno conosce la motivazione, ma la curatrice prova ad abbozzarla: “L’iniziativa del libro è stata portata anche nelle scuole, per capire l’opinione delle future donne sul proprio destino, alla domanda “cosa farò da grande?” la stragrande maggioranza delle bambine ha risposto VIP, tronista, attrice, velina e io sono rimasta basita. Mi sono chiesta come sia possibile sperare di diventare tronista o velina e ho trovato la causa nei MEDIA, i quali ci propinano programmi di bassa lega che sponsorizzano guadagni esorbitanti per persone piccole, cervelli disabituati a pensare, mettendo benzina su fuochi fatui, comunicando un messaggio sbagliato. Non credo di aver fatto la scoperta dell’acqua calda curando lo “scrigno delle donne” ma penso che possa essere di ispirazione per quelle donne che non sono né streghe né madonne ma solo donne!”.
L’evento si è concluso con la testimonianza di Anna, un’altra donna della platea, laureata e lavoratrice che ha esclamato: “Non siamo perfette ma se non crediamo noi stesse in noi, chi può farlo? Dobbiamo ribellarci contro chi non crede in noi perché le donne sono esseri favolosi!”, la presidentessa Vanna La Martire ha congedato la platea con l’augurio che questo libro possa essere d’esempio per tutti, senza differenza di genere.
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Autore: Marina Francesca Altomare