Alla Fabbrica di Nichi di Molfetta si 'produce' anche arte…gratis
Il primo appuntamento del ciclo “FabbricArte” ha ospitato la nota artista figurativa di Molfetta, l'illustratrice Vittoria Facchini, che ha esposto alcuni dei suoi lavori e nel pomeriggio ha raccontato la galleria di immagini dissacranti e ironiche del “Femminile”, lavoro esposto nel 2008 al Palazzo delle Esposizioni di Roma
MOLFETTA – E’ stato un successo il primo incontro del ciclo “FabbricArte” organizzato recentemente dalla “Fabbrica di Nichi” di Molfetta e che ha visto come protagonisti la nota artista figurativa, l’illustratrice Vittoria Facchini, e le sue opere.
Un appuntamento organizzato dai ragazzi della Fabbrica che ha sposato in pieno la disponibilità della Facchini di ‘far fluire l’arte tra la gente gratuitamente’ e che darà spazio ad altre forme di espressione ed ai tanti creativi molfettesi che non trovano spazio per ‘comunicare’ con il mondo esterno.
Un grande merito quello della Fabbrica proprio in un tempo dove la cultura è considerata superflua per la crescita della personalità di ogni individuo e che continuerà ad ospitare nei locali di via Luigi La Vista, 12, pittori, fotografi, musicisti, ballerini, scultori, e chiunque abbia ‘creatività’ da esporre.
Tornando alla Facchini in mattinata ha illustrato al pubblico il cammino che l’ha condotta alla creazione delle sue diverse opere, tutte legate da una ricorrente ironia dissacrante che si realizza attraverso forme, tratti sghembi e veloci e colori che l’artista ha sposato da tempo.
«Il mondo dell’arte non può permettersi – chiarisce subito l’illustratrice – di ergersi a struttura settoriale dove solo certa gente è ammessa sia come artista che pubblico. Due anni fa due miei cari amici amanti delle ‘tele’, Gaetano Spadavecchia e Rossella Panunzio, mi proposero di organizzare una mostra a casa loro per Natale. L’idea mi piacque moltissimo e in poco tempo, levando i loro quadri e sostituendoli con i miei, la casa diventò una vera e propria galleria e l’entusiasmo della gente era palpabile».
Il lavoro di illustratrice per ragazzi si ritrova nella freschezza delle opere della Facchini che con messaggi ironici, seduttivi e ammiccanti ha risvegliato la curiosità e quella voglia di stupirsi e meravigliarsi dei presenti, tipica dell’età infantile.
Così con la sua revisione delle pin-up anni '50, provocanti ma con innocenza, la serie di Oroscopi ironici ispirati alle poesie di Gianni Rodari e le posizioni da ‘pipì’ di un bimbo e di una bimba hanno veicolato, tramite associazioni di immagini, gli occhi del pubblico in un mondo immaginario. Un mondo fatto di storie, fiabe e poesie che alla Facchini piace tanto raccontare anche agli adulti per far guardare da una diversa angolazione quei tanti luoghi comuni che alla stessa piace prendere in giro.
«Tutte le opere – precisa – portano sempre ad una seria riflessione sui temi trattati, se non ci si ferma all’apparenza delle forme comunicative scelte. Mi porto dietro anche lavori esteticamente più ‘seri’ per l’amore che nutro per Molfetta e il suo porto, a cui devo tanto. Molte vecchie cartoline degli anni ’60 sono state rielaborate, ridipingendoci sopra, per approdare ad un livello che dal reale ti eleva al fantastico, mostrando nell’atto creativo il riflesso di come si può vedere internamente un luogo speciale come la zona portuale».
Numerosi davvero i lavori esposti, come la “Cappuccetto Rosso” che ammicca al lupo spiazzandolo del tutto, lavori che trasmettono quel giusto senso di leggerezza del vivere dimenticato nel quotidiano.
Un discorso analogo al porto vale per il Duomo di Molfetta, che l’autrice ha caratterizzato con fantasia dandogli ali di gabbiano, sottovesti, forma di teiera e altri elementi frutto di un periodo sicuramente più ‘felice’ per la città di Molfetta; e come sempre accade la sensibilità dell’arte è la prima testimone di un sentimento, negativo o positivo, poi diffuso nella società civile.
Considerando infatti l’andamento generale della sua città negli ultimi anni la Facchini non dimentica la sua ‘anima’ di artista impegnata e il suo ruolo di avvertire, sensibilizzare, comunicare i l’attuale malessere generale. Pensiero concretizzato, per fare un esempio, con la sua partecipazione a Torino ad ottobre a “100 illustrazioni per i bambini di Gaza”, una mostra itinerante nata dall'impegno dell'Associazione Culturale Mediterraneo - Casa delle Culture di Acquedolci (Associazione e Circolo Arci di Messina), dove il ricavato delle opere donate dagli illustratori per è andato a favore dei bambini della Striscia di Gaza. Allo stesso modo va vista la sua partecipazione ad altre collettive itineranti e il suo essere a Molfetta, fino al 30 dicembre, alla kermesse “Supereroe...troppo uomo per essere un supereroe, troppo super per essere uomo...”
«Per come stanno andando la cose a Molfetta ultimamente – esprime con serietà – non mi sentirei più di dipingere alcune cose del passato nella stessa maniera, anzi invertirei direzione per fare un lavoro di denuncia, cosa del resto che non è mai mancata partecipando a collettive per scopi di solidarietà. Per dare voce ai molfettesi le due Torri dipinte in passato tra fiori, braccia e ali oggi le trasformerei in un grido soffocato di dolore».
Sempre poesia ma mai lontana da una presa di coscienza e un approccio concreto al reale per diffondere il sentire contemporaneo.
Nel pomeriggio l’autrice ha ripreso invece contatto con il passato spiegando al pubblico, con una serie di slide, il lavoro che portò al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel novembre 2008, nell’ambito del seminario comunicazione visiva e ragazzi sul tema “Singolare femminile”.
Interessatissimi i presenti alle sue parole e alle sue immagini, con cui ha raccontato come l'illustrazione iconografica diventa parte centrale della comunicazione nell'editoria per ragazzi. Sempre senza rinunciare al suo disincantato e dissacrante punto di vista, analizzando luoghi comuni, fobie e convenzioni sociali, culturali del mondo femminile senza escludere gli uomini.
Non c’è da stupirsi quindi del pensiero ‘in rosa’ dato su Pinocchio o su Capitan Uncino, per dare comunque spazio solo alle proiezioni dell’immaginazione dei ragazzi.
Biografia
Vittoria Facchini nasce a Molfetta il 10 febbraio 1969. Dopo il liceo artistico frequentato a Bari nella sezione di Architettura si sposta a Firenze per specializzarsi in Grafica Pubblicitaria ed Editoriale e poi a Venezia, dove l’incontro con Emanuele Luzzati segnerà più di tutti la sua scelta di illustrare.
Dopo aver lavorato per moltissimi anni come illustratrice pubblicitaria firmando numerose immagini per il Salone del Gusto di Torino, per il Vinitaly di Verona, per l'Osteria dell'Arancio di Grottamare e di Londra, nel 1997 inizia a progettare e a pubblicare albi illustrati per bambini.
Ha pubblicato all’estero (Francia, Giappone, Portogallo e Corea) e con molti editori italiani (Fatatrac, Mondadori, Einaudi Ragazzi, Feltrinelli, Giannino Stoppani, Eeditoriale Scienza, Art'è, Editori Riuniti, Treccani).
Numerosi i riconoscimenti in campo internazionale. In particolare, nel 2002 viene scelta dal Ministero per la Cultura Francese tra i 60 autori invitati a rappresentare l'Italia al Salone del Libro di Parigi mentre nel 2006 vince il Premio Andersen come migliore illustratrice dell'anno.
(L'illustratrice Vittoria Facchini in foto)
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Autore: Domenico Sarrocco