“All my sons”, dramma della Guerra e della violenza
Rappresentazione teatrale dei ragazzi del Liceo Scientifico diretti dal prof. Ragno
L'ultimo appuntamento teatrale prima delle vacanze estive presentato al Teatro Don Bosco dai ragazzi del Liceo scientifico “L. Da Vinci”. “All my sons” (erano tutti miei figli), testo di Arthur Miller adattamento e regia del prof. Tonino Ragno. Un dramma di estrema attualità perché sviluppa il tema scottante della guerra, o meglio di quali conseguenze catastrofiche questa può comportare all'interno di una campionatura umana.
Al centro della scena una famiglia borghese americana che cerca di far fronte ai sensi di colpa legati sopratutto alla figura dura e ambigua del capofamiglia, Joe Keller (Sergio Altizio), che ha combattuto la “sua” guerra da imprenditore, fabbricando pezzi difettati di motore di aerei, arricchendosi di conseguenza. Un cinico calcolo economico che costerà la vita a tanti soldati americani e tra questi la probabilità che ci sia il figlio Larry, dato per disperso, angoscia la madre Kate (Alessandra Abbattista) che ostentatamente spera che un giorno ritorni. Si scoprirà grazie ad Ann (Flavia Piscitelli) l'ex-fidanzata, che Larry ha preferito uccidersi piuttosto che vivere con il fardello gravoso di avere un padre omicida e senza scrupoli.
“Tutta la comunità è chiamata a sfidarsi tra l' accettazione della colpa e la sua rimozione”(T. Ragno), ma comunque, dietro un ostentato benessere la famiglia è destinata alla disgregazione, già dal momento in cui Chris (Donato de Giglio) l'altro figlio, rifiuta “il frutto del lavoro sporco”. Nell'adattamento del regista, convergono nel dramma l'aspetto non solo corale (oltre ai personaggi principali sul palco anche vicini talvolta complici) ma anche quello tipico della tragedia greca nell'epilogo finale, nel momento in cui Joe si suicida, rendendosi conto “che erano tutti suoi figli”, quei giovani americani morti in battaglia.
“I ragazzi sono stati entusiasti di affrontare un testo pieno di significati e cosi legati alla nostra contemporaneità”- ha detto il prof. Ragno - “la guerra che trasforma e uccide anche moralmente e dove le colpe rimangono inesorabilmente colpe senza nessun positivo risvolto, è un tema globale e sul quale abbiamo cercato di soffermarci”.
A fare da sfondo allo spettacolo, nel quale i ragazzi si soni distinti per l'estrema naturalità della recitazione, una scenografia, un pannello sul quale erano dipinte tante mani tese al cielo, segno di propensione dell'uomo verso la pace e verso un mondo migliore, ma all'improvviso una interruzione, un “buco” nero: l'incomprensibilità della violenza, del sangue che ancora tante guerre esistenti provoca.
Speriamo che nella nostra città questo teatro come puro momento di riflessione continui a diffondersi all'interno di entusiastiche iniziative culturali.
Laura Amoruso