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Alessia de Gennaro da Molfetta per inseguire un sogno
15 gennaio 2022

Giovane, promettente e determinata: Alessia de Gennaro è nata a Molfetta, ma già da giovanissima, ha lasciato la nostra città per realizzare il suo sogno: lavorare come assistente di volo per Emirates Airline, la compagnia aerea di bandiera dell’Emirato Arabo di Dubai con base con base a Dubai. Esperienze, paure e difficoltà, ma anche soddisfazioni e traguardi raggiunti: Alessia ha accettato di essere intervistata e ha raccontato a “Quindici” com’è la sua emozionante vita da viaggiatrice. Da dov’è nata la decisione di lavorare per gli Emirates? «Prima di arrivare a coronare il mio sogno di lavorare per questa compagnia aerea, sono passata da altre compagnie, come Ryanair e Norwegian. Il mio percorso è stato graduale, non ho deciso di trasferirmi a Dubai da un giorno all’altro. Ho vissuto prima al Nord e poi in Inghilterra per molti anni, quindi ho avuto la possibilità di sperimentare la vita lontano da casa, prima di allontanarmi così tanto per vivere a Dubai». Quali sono le prove da affrontare per essere assunti dagli Emirates? «Superare le prove e i colloqui non è semplice: io ho dovuto provare per sei volte diverse, prima di riuscire nella mia impresa. Prima di diventare assistenti di volo, bisogna passare per l’Emirates Aviation College, dove si affrontano delle settimane di formazione che riguardano i temi più disparati, dalla sicurezza in caso di problemi durante il volo, alle manovre di soccorso in caso di malore di un passeggero, fino ad arrivare all’importanza dell’aspetto fisico e del portamento». Com’è la vita a Dubai? «La cosa più bella e interessante di Dubai è che è una città davvero multiculturale: persone provenienti da tutto il mondo s’incontrano, si conoscono e si confrontano. Vivere in una città del genere ti porta irrimediabilmente a conoscere milioni di culture diverse e ad arricchirti in fatto di conoscenze ed esperienze». Quando sei arrivata a Dubai, quali sono state le prime emozioni? Ti sentivi sola o spaventata dalla grandezza della nuova città? «Avendo già vissuto in grandi città come Londra o Edimburgo, non ero spaventata o impaurita. Certo, Dubai è la città più grande, moderna e lontana da casa nella quale io abbia mai vissuto, ma dopotutto, lavorare per gli Emirates è sempre stato il mio obiettivo, quindi la paura era insignificante rispetto all’emozione e all’eccitazione che provavo davanti alla realizzazione del mio sogno nel cassetto». Ti è mai capitato di sentire la mancanza di casa o di sentirti sola? «In realtà non mi capita quasi mai di sentire la mancanza di casa, principalmente perché penso sempre che, quando la mancanza diventa insopportabile, niente mi vieta di prendere un aereo e tornare a casa, alla fine il volo Dubai-Milano dura 6/7 ore, che per una hostess, passano in fretta. Inoltre, una volta aver provato la vita dei miei sogni, per quanto possa amare Molfetta, città dove ho le mie radici e la mia famiglia, non tornerei mai per viverci, mi sentirei soffocata. Certo, quando si fa questo lavoro, bisogna prima di tutto abituarsi all’idea che, quando per gli altri, è ora di tornare a casa o di staccare dal lavoro per Natale, Capodanno, Pasqua o qualsiasi altra festa, è proprio in quel momento che noi invece, lavoriamo di più per permettere a più persone di prendere un aereo e tornare a casa. Sono tanti anni ormai che non trascorro le festività a casa, ma non mi sento mai sola: con me ci sono altri assistenti di volo con cui condivido le giornate ed è impossibile sentirsi soli quando ogni giorno conosci e stringi amicizia con persone diverse». Quello dell’assistente di volo è un lavoro che si può fare per tutta la vita (dal punto di vista fisico) oppure tu hai in programma di fermarti? «Sicuramente, quello dell’hostess è un lavoro molto stancante, non a caso, prima di poter essere assunti, ci sono delle prove fisiche da superare, perché ogni compagnia aerea deve assicurarsi che tu sia in grado di sopportare così tante ore in volo e tutte le conseguenze fisiche che ci sono, come ad esempio, il jet lag oppure lo stravolgimento delle ore di sonno, calcolando che molto spesso ci capita di avere dei voli di notte. Io personalmente, penso che forse, in futuro, potrei lavorare come hostess di terra oppure optare per un altro lavoro, ma non ci ho ancora riflettuto su… sono nel pieno del mio sogno, sinceramente non penso a cosa accadrà in futuro, ma vivo e mi godo il presente che sono riuscita ad ottenere». Cosa è accaduto a Dubai quando è scoppiata la pandemia? Com’è stata gestita l’emergenza? «Quando è scoppiata la pandemia, a Dubai è stato istituito il lockdown, come in Italia, ma è durato soltanto due mesi, ovvero marzo e aprile. A Dubai c’è sempre stato e c’è ancora oggi, l’obbligo di indossare la mascherina; anche all’aperto. Anche d’estate, quando c’erano 50 gradi, non è stato mai tolto. Per quanto riguarda i vaccini, fin da subito sono stati messi a disposizione gratuitamente e per tutte le fasce d’età, chi voleva poteva ricevere il vaccino sul momento, quindi ovviamente questo punto era molto diverso dall’Italia, dove bisognava attendere il vaccino per la propria fascia d’età. A Dubai non esiste il green pass: per accedere in qualsiasi luogo, che sia un ristorante o il posto di lavoro, che sia al chiuso o all’aperto, avere il vaccino o meno non è rilevante. Un’altra grande differenza è che a Dubai, tutte le attività non sono mai state chiuse: ristoranti, fabbriche, negozi sono stati chiusi solo a marzo e aprile 2019. Dopo questi due mesi, ha sempre funzionato tutto». Quali consigli ti senti di dare a tutti i ragazzi e le ragazze che vorrebbero entrare a far parte dell’Emirates Cabin Crew? «Mi sento di dire loro di essere determinati e di non abbattersi al primo tentativo: prima di essere assunta per gli Emirates, ho dovuto provarci per sei volte mentre lavoravo per un’altra compagnia. Questo è un lavoro adatto a chi è aperto a nuove conoscenze ed è disposto a stare lontano da casa per tanto tempo, ho avuto colleghe che, per la mancanza di casa, non hanno resistito per nemmeno un mese e sono andate via. Dovete avere una mentalità aperta a culture e tradizioni diverse. Dovete anche essere consapevoli del fatto che questo non è un lavoro facile: bisogna essere sicuri e determinati. È un lavoro difficile, sì, ma non lasciate che la paura vi tenga ancorati a terra. Se lo desiderate davvero, impegnatevi e volerete alto».

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