Accordo separato sui contratti, Rifondazione comunista di Molfetta invita allo sciopero generale di giovedì
Volantini saranno distribuiti questa mattina a Corso Umberto per spiegare le ragioni della protesta. Assemblea giovedì 12 nella sede del partito
MOLFETTA -I militanti di Rifondazione comunista questa mattina sono impegnati a distribuire volontatini a Corso Umberto per spiegare lo sciopero generale di giovedì 12 febbraio contro la firma di un contratto separato col Governo da parte degli altri sindacati, al quale si è opposta solo la Cgil.
Rifondazione comunista ha indetto per la stessa giornata un'assemblea cittadina nella sede del partito (via Paniscotti, 17) con la partecipazione di Beppe Zanna (Consulente del lavoro-PRC Molfetta) e Rino Foggetti (RSU-CGIL Tecnopolis-Inova Puglia).
«Il governo Berlusconi, Confindustria, Cisl, Uil, Ugl, con la firma della riforma della contrattazione, come nel 2002, hanno sferrato un altro gravissimo attacco ai salari, diritti e interessi di tutti i lavoratori – è scritto nel voantino di Rifondazione -. Bene ha fatto la Cgil a non firmare e a sottrarsi alle pressioni venute da più parti, comprese quelle del PD di Veltroni, che ha anche proposto il taglio delle pensioni e dell'art. 18.
L'accordo e grave perchè:
1. Il contratto collettivo nazionale di lavoro viene svuotato di ogni valore e servirà solo a ridurre ulteriormente i salari. L'accordo infatti aumenta a 3 anni la durata del contratto e lega gli aumenti salariali ad un indice dell'inflazione da cui vengono esclusi gli aumenti dell'energia importata (ad es. spese bolletta e benzina). Questo accade in una situazione in cui i salari italiani, a causa di anni di concertazione e moderazione sindacale, sono i penultimi d'Europa e in cui gli aumenti di produttività sono andati quasi tutti alle imprese.
2. Gli aumenti salariali dovrebbero avvenire a livello aziendale, ma la contrattazione aziendale riguarda meno del 20% delle imprese. Gli aumenti saranno possibili solo in relazione alla “produttività” e “redditività” delle imprese, all'aumento dello sfruttamento e della fatica dei lavoratori, ad ulteriori sgravi fiscali e contributivi delle imprese. Senza nessuna garanzia per la stragrande maggioranza dei lavoratori che non accedono alla contrattazione di secondo livello.
3. Il contratto nazionale potrà essere derogato solo in peggio: in situazioni di crisi, ma anche “per favorire lo sviluppo economico”, cioè sempre secondo gli interessi dei padroni.
4. Verranno definite “modalità per garantire la tregua sindacale” durante la contrattazione, cioè per sanzionare e rendere impossibile l'esercizio del diritto di sciopero.
'accordo separato peggiorerà sia le condizioni economiche dei lavoratori che la gravissima crisi economica in atto, causata precisamente dalla precarietà e dal basso potere di acquisto dei salari, stipendi, pensioni delle classi lavoratrici.
E' necessario bocciare l'accordo separato nei referendum sui luoghi di lavoro – conclude Rifondazione - serve una risposta forte e straordinaria».