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A Molfetta, venerdì alle 19 Sala Turtur, l'evento "Chiedilo alla sete" il Presidio del libro di Molfetta in collaborazione con Legambiente e il Comitato per l'acqua pubblica promuove un incontro per indagare il ruolo fondamentale dell'acqua e lo stato giuridico di quello che ormai viene chiamato "oro blu"
30 novembre 2010

MOLFETTA - Ogni giorno, nel mondo, 30.000 persone, per lo più bambini, muoiono per il mancato accesso all'acqua o per la pessima qualità di quella a cui riescono ad accedere. Questo, nonostante decenni di impegno da parte delle principali organizzazioni internazionali per cercare soluzioni che, troppo spesso, si sono invece rivelate non solo insufficienti e, in taluni casi, addirittura peggiorative delle già gravi situazioni di partenza.
Nel nostro territorio nazionale, dove, per fortuna, non ci sono gravi casi di negato accesso all'acqua, si sta portando avanti negli ultimi anni, e nell'ultimo periodo in maniera più serrata e coinvolgente, una battaglia per l'acqua pubblica e per la tutela e l'accesso universale a quello che è un bene comune universale.
Un milione e quattrocentomila donne e uomini di questo paese hanno apposto la loro firma per i tre quesiti referendari promossi dal Forum italiano dei Movimenti per l'acqua, ponendo in discussione tutta la normativa attualmente vigente in tema di gestione del servizio idrico che ne vuole rendere definitiva la privatizzazione.
La "battaglia" condotta contro la mercificazione dell'acqua ha come suo principio la volontà di riconoscere il diritto umano all'acqua, e, quindi, lo status di acqua come bene comune pubblico e il servizio integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica. Alla battaglia nazionale si affiancano battaglie regionali e locali contro il processo di mercificazione.
In questi giorni che appaiono cruciali per il destino della gestione dell'acqua nella nostra regione, il Presidio del libro di Molfetta, in collaborazione con Legambiente e il Comitato molfettese per l'acqua pubblica, promuove un incontro che si propone di indagare, da un lato, il ruolo fondamentale dell'acqua in tutti gli aspetti dell'esistenza, dall'altro, di mostrare come il dibattito sullo stato giuridico di quello che ormai viene chiamato "oro blu" sia solo uno degli aspetti di un conflitto assai più ampio che verte intorno all'esistenza stessa di beni che possano essere considerati "comuni", agli ambiti di competenza degli stati nazionali, alla sovranità stessa delle comunità e dei popoli.
All'incontro saranno presenti il professore Liborio Dibattista, docente di Storia della Scienza presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, che presenterà il libro di Philip Ball "H2O".
Una biografia dell'acqua e Antonio Carbonara del Comitato lavoratori AQP per l'Acqua bene comune.
L'incontro si terrà presso la Sala Turtur (via Preti, 29) nel Centro Storico di Molfetta, venerdì 3 dicembre 2010, ore 19.00.
 

Autore: Q
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Nei paesi in via di sviluppo l'acqua, che dovrebbe essere fonte di vita, uccide ogni anno almeno 25 milioni di persone, tre quinti delle quali sono bambini. Circa metà delle principali malattie che colpiscono gli abitanti del mondo è causata dell'acqua, che le genera e le diffonde. Troppo spesso nelle comunità del Terzo Mondo l'acqua non è sufficiente a soddisfare i fondamentali bisogni domestici, sicchè la gente tende a usarla più volte. Così alla fine si ritrova un'acqua estremamente sporca, habitat ideale per agenti patogeni e portatori di malattie. A più di metà di tutti i cittadini dei paesi in via di sviluppo, esclusa la Cina, mancano rifornimenti abbondanti di acqua pura, così gli stagni e i fiumi sono le principali fonti di acqua potabile. Anche se sono stati fatti degli sforzi per migliorare la situazione, essi non sono minimamente adeguati al tasso di crescita della popolazione. Il prezzo che paga in salute il Terzo Mondo è altissimo. In un modo o nell'altro, l'acqua ha a che fare con la cecità causata da tracoma (500 milioni di persone colpite), con la malaria (350 milioni), la schistosomiasi (250 milioni), l'elefantiasi (250 milioni), la febbre tifoide, il colera, l'epatite infettiva, la lebbra, la febbre gialla e, malattia forse peggiore di tutte, la diarrea. La diarrea uccide più di mille bambini all'ora: se si potesse eliminare questo flagello, si riuscirebbe molto più facilmente a combattere la denutrizione che affligge il Terzo Mondo, e che favorisce l'insorgere di numerose altre malattie. Nella sola Africa, un milione di bambini muoiono ogni anno di malaria. A parte le morti provocate più o meno direttamente dall'acqua, è enorme la schiera di persone che rimangono gravemente debilitate e non riescono quasi a sostenere il peso di una giornata di lavoro. Fermiamoci qui e, dite voi, come si potrebbe sostenere l'idea della privatizzazione dell'acqua, avanzata da irresponsabili e incoscienti............
La mercificazione dell'acqua: una moderna “pazzia” umana. Più che una “battaglia”, necessitiamo di una “ripassata” storica e culturale. L'acqua è la sostanza che abbonda di più sul pianeta e da ciò anche deriva la sua grande importanza per la vita sulla Terra (che non a caso si ritiene sia apparsa per la prima volta in ambiente acquatico). Risorsa indispensabile al nostro organismo, l'acqua ha avuto sempre un posto d'onore nelle culture umane di ogni tempo e luogo. Ovviamente indispensabile già nella fase preistorica dei cacciatori-raccoglitori, quando la rivoluzione agricola ha dato inizio (10.000 anni fa) all'era antropologica della stanzialità e dell'organizzazione sociale, la vita collettiva e individuale si è modellata sul ciclo annuale della pioggia. In una prima fase, quella dell'irrigazione per alluvione in regioni aride, si è trattato di prevedere con cura l'arrivo delle piene dei grandi fiumi. Molto più tardi, quando si è cominciata a estendere l'agricoltura pluviale, possibile nelle regioni temperate piovose, il rito, il mito e il simbolismo della pioggia è diventato quello centrale. Nell'odierna società industriale l'acqua è una risorsa sfruttata come non mai per usi plurimi (potabilità e usi igienico-sanitari, irrigazione, processi industriali, produzione di energia, usi ricreativi e sportivi) e sebbene presente in grande abbondanza su scala planetaria, a causa della sua disuguale distribuzione nello spazio e nel tempo, nonché di sprechi, uso impropri e diffusi fenomeni di inquinamento rientra nel novero delle risorse naturali scarse in numerose parti del mondo (incluse talune zone della nostra penisola). Li conosciamo bene i mercificatori dell'acqua; non possono fare nulla. E se cercano di fare qualcosa, li neutralizzeremo. Ma non credo che ce ne sarà bisogno.
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