A Marco Ignazio de Santis il Fiorino d'oro
Nuovo prestigioso riconoscimento per lo scrittore e saggista molfettese, Marco Ignazio de Santis, apprezzato collaboratore di Quindici. L’autore è stato insignito del prestigioso riconoscimento del “Fiorino d’oro” per la saggistica, nell’ambito della XXIX edizione del “Premio Firenze”. La premiazione ha avuto luogo il 3 dicembre scorso a Firenze, nel fastoso Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. A meritare l’ambito premio il bel volume, edito per i tipi di Imprinting (Molfetta, 2011), Un amico di Garibaldi: Eliodoro Spech, cantante, patriota e soldato. La Giuria letteraria, presieduta dallo storico e giornalista Enrico Nistri, ha così motivato l’assegnazione del riconoscimento: «Con ricchezza di documentazione e fi nezza psicologica, de Santis ripercorre, in questo centocinquantesimo anniversario del compimento della nostra unifi cazione nazionale, l’itinerario biografi co di una singolare fi - gura di cantante lirico, patriota e soldato: il garibaldino Eliodoro Spech, accompagnandolo dagli esordi artistici alla tragica fi ne. Il saggio è frutto di una ricerca originale, fondata su una vastissima ricerca archivistica e bibliografi ca, che proietta una luce nuova su molti protagonisti dell’epoca risorgimentale». Ricordiamo come il “Premio Firenze”, presieduto dall’on. Marco Cellai, sia promosso del Centro Culturale Firenze-Europa “Mario Conti” sotto l’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le Attività culturali, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, del Comune e della Provincia di Firenze. Lo scrittore molfettese, poi, non è nuovo a riconoscimenti di questo genere. Redattore del quadrimestrale “La Vallisa” e collaboratore dei periodici ““Rivista italiana di letteratura dialettale”, “Misure critiche”, “Vernice”, “La Nuova Tribuna Letteraria”, “Rivista di scienze religiose”, “Risorgimento e Mezzogiorno”, in passato è stato insignito del Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio per il 1986, del Premio “Umberto Saba” nel 1989 per la raccolta Uomini di sempre e del Premio “Renata Canepa” nel 2008 per la silloge Lettere dagli argonauti. La monografi a sullo Spech è un limpido esempio di come la microstoria possa rinsaldarsi al grande affresco della vicenda di un’intera nazione. In una narrazione dallo stile fl uido e gradevole al pari di un avvincente romanzo, ma rigorosissima sotto il profi lo metodologico, il nostro Risorgimento rivive, tra luci e ombre, dalla specola dell’artista-soldato Eliodoro. Un’opera incisiva e a tratti corale, una vera miniera di informazioni di prima mano per i melomani (e non solo), che, pubblicata nel centocinquantenario dell’Unità, illumina ulteriormente pagine esaltanti, ma dolorose, della nostra storia, sottraendole a quel moto di obnubilamento fi glio di ottuse, e purtroppo pervasive, smanie secessioniste.
Autore: Gianni Antonio Palumbo