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“Molfetta calcio”, il Comune cerca acquirenti Sergio Azzollini cede la gestione al Comune, ma vuole 80 milioni per vendere la società
15 luglio 2000

E’ durata appena due anni l’avventura del “Molfetta calcio” che aspirava a riportare in auge il calcio locale nella tradizione della gloriosa “Molfetta Sportiva”. Sergio Azzollini in cinque anni aveva portato il suo giocattolo “Adriatica” dalla terza categoria alla Promozione. Con la dissoluzione della “Molfetta sportiva”, Azzollini aveva anche cambiato il nome alla società in “Molfetta calcio” nella speranza di far vivere una nuova stagione al calcio molfettese. Ma ben presto si è dovuto scontrare con una realtà tutt’altro che favorevole. Da un lato i problemi strutturali che sta vivendo il calcio minore dalla Serie C1 in giù, dall’altro una serie di questioni interne alla città. La crisi del mondo del pallone sta nell’incapacità delle istituzioni sportive ad alto livello di salvaguardare il calcio di provincia, con l’unica riforma possibile: riservare alla domenica il calcio minore, mentre il calcio business (Serie A-B) può benissimo svolgersi il sabato con opportuni anticipi e posticipi. Ma veniamo alle questioni interne. Sergio Azzollini ha più volte sottolineato lo scarso sostegno del Comune verso il calcio (forse volutamente dimenticando che la sua è una società privata che il Comune, al di là di un congruo contributo, non può sostenere, altrimenti ne diventerebbe il socio di maggioranza), per gli irrisori contributi del Comune (qualche milione), nei confronti dei costi di gestione (120 milioni). Poi c’è la questione dello stadio “P. Poli”, la cui gestione, affidata alla società molfettese non è mai partita, perché a conti fatti le società avrebbero dovuto coprire il 50% dei costi (circa 80 milioni). “Ho avanzato la richiesta insieme alle altre società – ci ha dichiarato Sergio Azzollini - di elevare al 75% la copertura dei costi da parte del Comune che così comunque risparmierebbe il 25% degli attuali costi, e le società troverebbero accessibile la gestione. Ma il Comune ci ha risposto che non si può fare”. Accanto a queste motivazioni ve ne sono altre più profonde. In primo luogo la scarsa attenzione degli operatori economici nei confronti del calcio e degli sportivi, visto che il “P. Poli” nell’ultimo anno è stato frequentato da qualche decina di spettatori a partita. Di fronte a queste difficoltà Sergio Azzollini ha deciso di gettare la spugna con una decisione discutibile nel metodo. Invece di vendere la società o il titolo sportivo, con una lettera ha voluto mettere nelle mani dell’amministrazione comunale il destino della società. Una mossa, forse provocatoria a cui il Comune ha risposto con un appello agli operatori economici della città affinché si crei una cordata per rilevare la società. “Voglio precisare – ci ha dichiarato l’assessore allo Sport Franco Cives - che il Sig. Sergio Azzollini al Comune non ha ceduto un bel nulla. Sergio Azzollini, da me interpellato, mi ha chiesto di trovare dei molfettesi disposti rilevare la società per 80 milioni. Stiamo cercando di coinvolgere alcuni imprenditori locali per rilevare la società. Non è semplice, perché la diffidenza è molta. Per questo ho personalmente chiesto a Gaetano Salvemini di darci una mano, il quale si è mostrato disponibile (e di questo lo ringrazio), a spendere la sua immagine per il rilancio del calcio molfettese. Inoltre stiamo valutando eventuali collaborazioni con qualche club professionistico i cui nomi per ora non posso rivelare. Se si aprono degli spiragli seri, il Comune sarà disponibile a dare un contributo straordinario per l’iscrizione al campionato. Insomma, stiamo vagliando tutte le opportunità per salvare il calcio a Molfetta. Certamente chi pensa e pretende che il Comune debba gestire una società sportiva dice una sciocchezza. Queste cose non succedono più neanche in Russia” (se lo dice Cives sarà vero, ndr) Comunque andrà a finire questa storia, il problema del sostegno allo sport agonistico a Molfetta esiste. Oltre al calcio anche la pallavolo femminile si appresta ad abbandonare l’attività agonistica. Il prof. Salvemini, presidente del Volley Club (Serie B2), ha deciso di non iscrivere la squadra al prossimo campionato. La motivazione è sempre la stessa: i costi troppo alti (50 milioni). Allora come sostenere lo sport in generale? Riteniamo che anche nello sport non tutto debba essere demandato al Comune, il cui compito deve essere solo quello di creare le strutture, ma anche gli altri soggetti devono sentirsi coinvolti. QUINDICI ha spesso raccontato di un’imprenditoria locale che sta crescendo. Parliamo chiaro: negli sport minori non ci sono profitti, quindi non si tratta di investire, ma di avere una motivazione più nobile. Riteniamo che un’imprenditoria illuminata deve sentirsi protagonista anche nell’ambito culturale, civile e sociale. Nelle comunità evolute, il ceto imprenditoriale è vicino allo sport, in vari modi e nelle varie forme. E’ giusto sottolineare che finora solo la Promove ha intrapreso questa strada legando il proprio nome all’Hockey Club, mentre l’Avis Molfetta è sponsorizzata da Infopress, un’azienda del nord. E gli altri? Insomma il ceto imprenditoriale locale appare molto attento a ciò che le istituzioni (Stato, Regione e Comune) possono fare per loro, ma, tranne qualche eccezione, poco vicini agli aspetti sociali della città, come lo sport.Non parliamo di quelli culturali, dove è inesistente. Non è un bel segnale di crescita, perché ridurre tutto al solo profitto, ignorando ciò che non è funzionale al profitto, è una filosofia che non ci piace. Saremmo felici di essesre smentiti, ma sarà difficile. La lettera di Azzollini al sindaco Con la presente Le comunico, la volontà di non iscrivere la nostra Società al Campionato Regionale Promozione. Le avevo chiesto in precedenti incontri di trovare qualcuno disposto a rilevare la società, ma nonostante la sua presunta buona volontà nessuno si è fatto avanti. Purtroppo non è possibile gestire da soli, ribadisco da soli, una società calcistica a certi livelli (il costo di gestione supera i 120 milioni). Su queste basi, le consegno, la nostra società, affidandoLe l’onore e l’onere di provvedere all’iscrizione e alla gestione del corrente campionato. Mi auguro che per la seconda volta in due anni il calcio vero non debba sparire da Molfetta e che questa ricchezza della collettività non vada distrutta.
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