BARI - Torna in auge nelle scuole pugliesi l’antica pratica di individuare la composizione delle classi secondo criteri legati all’omogeneità della classe sociale. «Come segnalato dalla Circolare dell’USP – dice un comunicato dell’ UDS Puglia e della Direzione Nazionale Unione degli Studenti - molti sono i Dirigenti Scolastici che su richiesta di alcuni genitori vanno a creare della classi d’elite composte da quei privilegiati, baciati dalla dea bendata per essere nati in una famiglie benestanti, che non si possono sporcare le mani in classi in cui siano presenti studenti provenienti da un’estrazione sociale più umile.
La scuola italiana, che già risulta classista rispetto la divisione culturale e sociale che vede da una parte i Licei, dove si formano (teoricamente) le prossime classi dirigenti, e gli Istituti Tecnici e Professionali, luogo di parcheggio dei figli delle classi sociali meno abbienti, trova ora un’ulteriore declinazione di tale classismo all’interno delle scuole stesse. La creazione di classi d’elite e di classi ghetto ci lascia sgomenti, non solo rispetto al risultato effettivo che provoca, ma soprattutto rispetto al messaggio educativo e pedagogico trasmesso agli studenti nel momento in cui tali orchestrazioni tra famiglie e Dirigenti si creano.
La scuola è uno spazio di crescita non solo rispetto l’ambito dell’educazione formale, ma soprattutto rispetto l’ambito culturale e sociale, motivo per cui ci si aspetterebbe un po’ più di responsabilità da chi le gestisce».
Questo malcostume avviene anche a Molfetta? Ci auguriamo di no, ma invitiamo i lettori a segnalare a “Quindici” eventuali casi di scelte discriminatorie da parte dei dirigenti scolastici locali.