L'amministrazione comunale apre il confronto sul futuro del porto a Molfetta. Il sindaco Natalicchio respinge le critiche e illustra i progetti
Lunedì 24 novembre la giunta incontra il comitato che ha raccolto le firme. Stanno per partire i lavori di messa in sicurezza e si lavora sul Piano regolatore portuale per una nuova soluzione su porto turistico e diportistica
MOLFETTA - “Abbiamo convocato per lunedì 24 novembre il comitato che ha raccolto le firme sul porto. Vogliamo sentire cosa hanno da dire all'Amministrazione sul cantiere sotto sequestro e sulle prospettive di sviluppo. Non temiamo affatto un aperto confronto, come abbiamo dimostrato in Consiglio Comunale. E vogliamo parlare apertamente, con loro prima e pubblicamente poi, di quella che è la nostra visione di sviluppo del Porto. E vedere con chi è d'accordo la città”. Così il sindaco Paola Natalicchio, sulla questione del Porto che torna all'ordine del giorno.
L'assessore alle Opere Pubbliche, con delega al Porto, Giovanni Abbattista, spiega in quattro punti la situazione ad oggi.
“Primo: il dissequestro. Ci chiedono di andare a Trani e di chiedere di togliere i sigilli. Non possiamo farlo: vanno chiarite prima alcune questioni che riguardano l'incolumità dei cittadini. Ad esempio, cosa c'è in cassa di colmata. Questa Amministrazione ha chiamato a Molfetta i tecnici del Ministero dell'Ambiente e l'Ispra e la verità sugli aspetti ambientali e su come possiamo andare avanti, cosa possiamo fare e costruire su quella cassa di colmata va chiarita, per il bene e la salute di tutti. Chi fa battute su questo, come il signor Totorizzo, mostra una superficialità incauta che davvero stupisce".
“Secondo: abbiamo trasformato il blocco dei lavori in una opportunità e abbiamo proseguito la bonifica, tanto da liberare tutte le aree che ci servono per realizzare le opere di messa in sicurezza e le aree di impronta dell'opera. Questo vuol dire che quando il cantiere sarà dissequestrato potremo proseguire il banchinamento e il molo e ultimare questi lavori senza incorrere nelle riserve e pagare ulteriori danni. Abbiamo creato condizioni di libertà delle aree che non c'erano al momento della consegna dei lavori”.
“Terzo: le opere di messa in sicurezza stanno per partire. Ci siamo presi la responsabilità di accelerare su questo. Stiamo attendendo la consegna del progetto. Questo assicurerà una banchina sicura, una testa di molo stabile e un moto ondoso migliore anche per tutto il vecchio porto. Quarto: i lavori di messa in sicurezza dureranno circa 12 mesi. Un tempo utile in cui confidiamo che vengano chiarite quelle situazioni che ci consentiranno di riprendere i lavori”.
Il sindaco Natalicchio conclude: “I professori della strumentalizzazione la devono smettere. La caricatura di un’amministrazione che non si sta occupando del Porto è ben lontana dalla realtà. Il Porto non è stato sequestrato per colpa nostra, ma a causa degli errori di altri. Adesso ricevere anche lezioni e proclami è grottesco. Piuttosto, nessuno parla abbastanza di una cosa: il porto turistico e le politiche del mare. Non è sufficiente pensare solo al Nuovo porto commerciale. La nostra portualità va ridisegnata nel suo complesso. C'è un porto che funziona già: quello peschereccio. C'è una realtà straordinaria di cui nessuno parla abbastanza: quella del molo pennello, dove il fiorire degli sport nautici e della diportistica sta costituendo una novità ancora troppo nascosta che può dare opportunità di sviluppo serie alla nostra città. Ci sono i cantieri, che vivono un calo importante per quel che riguarda la costruzione, ma possono essere convertiti al servizio di una nuova idea di portualità, capace di scommettere sul turismo. Infine c'è un piano regolatore portuale sbagliato, che scollega il porto turistico dai nostri monumenti e dal centro antico e lo relega nella zona della Madonna dei Martiri, alle spalle del porto commerciale. Noi siamo già al lavoro su questo: su un nuovo piano regolatore del porto, che colleghi coerentemente il nuovo porto commerciale alle altre funzioni del nostro porto, ad oggi nettamente prevalenti di quella commerciale: la diportistica, gli sport nautici, la cantieristica e il porto peschereccio. Non possiamo pensare solo al completamento del nuovo porto commerciale, ma dobbiamo investire sul ripensamento a 360 gradi di come tutta l'area porto può mettersi al servizio dello sviluppo economico della nostra città. Il centrodestra, che sul turismo, sulla pesca e sugli sport nautici è stato immobile per dieci anni, dica qualcosa su questo. E stia tranquillo sulla prosecuzione del Nuovo Porto Commerciale: non siamo degli irresponsabili e stiamo andando avanti”.