Incredibile: la caduta del leone frantumatosi al suolo, è colpa del terremoto
Semplicistico comunicato di Soprintendenza, Vescovo e Sindaco
Hanno impiegato un paio di giorni la Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia dott. Luigi La Rocca, il vescovo della Diocesi mons. Domenico Cornacchia e il sindaco Tommaso Minervini a diramare un comunicato congiunto, in realtà abbastanza generico e poco documentato, sulla rovinosa caduta del leone della facciata posteriore del Duomo di Molfetta nella notte di lunedì 27 novembre. Comprensibile la cautela, ci auguriamo sia solo una prima comunicazione in vista degli esiti di un’indagine più approfondita. Limitarsi ad attribuire la responsabilità al forte vento e alla scossa di terremoto di appena 3.6 di magnitudo con epicentro nell’area garganica che non ha provocato danni in quella zona, appare quantomeno semplicistico. Comprendiamo l’imbarazzo delle istituzioni, ma quantomeno da parte della soprintendenza ci si aspettava un’analisi più approfondita. Gli interrogativi che ci poniamo: se i lavori erano necessari, come lo erano, è stata prevista la messa in sicurezza delle parti che sembravano più deboli, come il leone in questione? I ponteggi realizzati erano adeguati, anche il cestello appeso alla torre? Si è tenuto conto della traslazione orizzontale, delle oscillazioni? Se il monumento versava in situazioni di rischio, come mai si è tardato tanto ad avviare i lavori? E’ esclusa la responsabilità dell’impresa in questo “incidente”? Che ci fa quel cavo penzolante che si vede nelle foto? Il sindaco ha chiesto garanzie di sicurezza all’impresa? Questo, comunque, il testo del comunicato congiunto: «Nella notte del 27 novembre 2017 è avvenuto il distacco, dal prospetto posteriore del Duomo, del leone, copia dell’antica scultura medievale già crollata in passato alle due colonnine che sovrastavano i due leoni e ricostruito nel corso dei lavori di restauro avvenuti nel 1943. Le cause di tale crollo possono essere attribuite al forte vento o anche alla scossa di terremoto con epicentro al largo della costa garganica e avvertita a Molfetta poco prima delle ore 3. La testimonianza dei proprietari dell’appartamento adiacente all’edificio sacro, che hanno una finestra che si affaccia su Vico Campanile, viuzza su cui si stata la facciata posteriore (lato est) del Duomo, e che hanno udito un forte rumore intorno alle 3, confermerebbe questa ipotesi. I tecnici dell’impresa Rossi, incaricata dalla Soprintendenza dell’esecuzione di interventi di somma urgenti riguardanti, per il momento, le porzioni murarie relative alle due torri campanarie, giunti in loco verso le ore 8, hanno constatato l’accaduto e avvertito immediatamente la Direzione dei lavori che ho ordinato la chiusura della strada (Vico Campanile) e il recupero dei frammenti lapidei che sono stati conservati all’interno della cappella mozza del Duomo in un luogo protetto in attesa di ispezione e catalogazione al fine della completa ricomposizione. L’impresa affidataria aveva già dato inizio alla cantierizzazione in data 20 novembre 2017 per l’esecuzione dei lavori di restauro delle due torri e aveva montato una piattaforma elevatrice monocolonna su lato nord della torre di vedetta (Cala Sant’Andrea) e di una piattaforma sul lato est della stessa torre (Vico Campanile). La zona è stata immediatamente recintata e interdetta al passaggio del pubblico. L’impegno di tutti è per la ricostruzione delle parti oggetto di cedimento e della messa in sicurezza del Duomo». Abbiamo cercato di parlare con il soprintendente La Rocca, ma un suo collaboratore ci ha detto che non voleva rilasciare dichiarazioni, rifacendosi al comunicato stampa congiunto. I burocrati sono sempre uguali, quando sono in imbarazzo, preferiscono tacere e far parlare frettolosi comunicati, che rischiano di sfiorare il ridicolo. © Riproduzione riservata