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Una lunga storia di tragedie del mare I precedenti
15 febbraio 2003

E' una lunga storia di tragedie del mare, quella di Molfetta. Di sacrifici di vite umane per un lavoro al quale si paga un prezzo troppo alto. Ripercorriamole insieme. 2 giugno 1993: il peschereccio «Antonio e Sipontina» viene fermato dalle autorità slave a colpi di mitragliatrice a venti miglia da Bar. Muore Antonio Gigante, resta ferito Crescenzo Minervini. 4 marzo 1994: é la volta dell'equipaggio del motopesca «Garbino». Che si inabissa, mentre rientra, a poco più di tre miglia dal porto. Muoiono, Demenico Giuseppe De Candia, Raffaele Amato, Onofrio Salvemini. Novembre 1994: esplode a circa ventisei miglia da Bar il peschereccio «Francesco padre». Muoiono, Giovanni Pansini, Luigi De Giglio, Francesco Zaza, Saverio Gadaleta e Mario De Nicolo. Maggio 1995: a tre miglia al largo di Casal Bordino affonda il motopesca «Corrado». Perdono la vita Ignazio Bonadies, Guezaiel Ezzedine, Ali Otham. Unico superstite Ilario Amato. Ultimo caso, un po' singolare quello del motopeschereccio «Sino» che ha rischiato di essere trascinato in fondo al mare da un sommergibile della Nato rimasto impigliato nelle sue reti. A tutte queste tragedie si aggiungono le decine di sequestri avvenuti oltresponda con cattura del peschereccio, sequestro di attrezzature e pescato e pesanti multe, quando non sono stati comminati anche alcuni giorni di carcere.
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