Un parroco scomodo e i misteri della Chiesa
La Parrocchia di San Corrado (Duomo) non ha più il suo parroco. Don Ignazio Pansini ha lasciato l’incarico e il vescovo della Diocesi, mons. Luigi Martella ha nominato ad interim don Vito Bufi , parroco della Cattedrale. Si è anche parlato dell’ipotesi dell’accorpamento delle due parrocchie. Infi - ne si è detto che l’interim sarebbe stato lungo oltre un anno. E i fedeli si sono preoccupati, hanno convocato una riunione del comitato di Molfetta vecchia per preparare un documento da far sottoscrivere agli abitanti della parrocchia, con cui, oltre ad esprimere il dispiacere per la scelta di sostituire don Ignazio, si è manifestata la preoccupazione di una lunga vacatio, non giustifi cata da alcun motivo plausibile. Insomma, una sostituzione che fa discutere. Un mezzo mistero. Il cronista si è trovato a passare da via Piazza e ha notato un capannello di gente che discuteva su questo problema. Avvicinato da uno degli astanti, il cronista è stato invitato a partecipare nel pomeriggio ad un’assemblea di quartiere sull’argomento. Ma l’assemblea, misteriosamente, non si è più tenuta e nessuno ha saputo dare una spiegazione di questo annullamento. Così il cronista curioso ha provato a girare fra i vicoli della città vecchia per cogliere le impressioni e i rumors degli abitanti su questo “avvicendamento”. Le voci che si rincorrono sono quelle che attribuiscono la decisione alla opposizione del parroco alla realizzazione del famoso torrino sulla terrazza accanto al Duomo, sia al il rifi uto di vendere il locale a piano terra con apertura sul piazzale, allo stesso proprietario dell’appartamento. Altra ipotesi è quella che il parroco scomodo, anche per il suo carattere diffi cile (ma chi ha carattere, ha sempre un cattivo carattere, come insegnava il presidente Pertini) e per i suoi continui rifi uti verso coloro che volevano stravolgere la parrocchia e per il suo amore per il Duomo che aveva fatto gridare allo scandalo da parte di chi sosteneva che il parroco lo considerasse una cosa di sua proprietà. Probabilmente si è trattato di un normale avvicendamento, deciso dal vescovo, come già avvenuto in altre parrocchie, ma le circostanze descritte alimentano le diceria. Certo, don Ignazio è sempre stato un sacerdote scomodo fi n da quando, su decisione dell’indimenticabile vescovo don Tonino Bello, diresse il settimanale diocesano “Luce e vita”. Un ruolo scomodo soprattutto quando ha sempre difeso, anche contro i politici, quel monumento romanico spesso trascurato e abbandonato da chi amministra questa città con la politica del lasciar fare, dell’assenza di regole, permettendo sosta, parcheggi e perfi no un grande gazebo davanti al Duomo. Ci uniamo al rammarico degli abitanti del quartiere, ringraziamo, a nome dei cittadini di Molfetta, don Ignazio Pansini per tutto quello che ha fatto in questi anni per la parrocchia e per difendere il Duomo e ci auguriamo che dall’autorità ecclesiastica venga un chiarimento su questa decisione, per evitare sospetti e inutili dicerie.