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Tutti i progetti del 2013 vanno avanti, impossibile tornare indietro
15 ottobre 2016

Avete lasciato solo macerie. In molti, dopo le mie dimissioni di primavera, mi hanno ripetuto questa frase. Durissima eppure ingenerosa. E’ vero: il centrosinistra del 2013 si è infranto. Il patto di ferro tra partiti (Rifondazione, Sel, Pd e Centro Democratico) e liste civiche (Signora Molfetta, Linea Diritta e, nell’ultimo anno, Democrazia è partecipazione) è venuto meno. Ma dire che quello che resta sono “solo macerie” è una bugia. Ci sono cose che stanno andando avanti e dalle quali è impossibile tornare indietro. Continuano a fiorire, perché le abbiamo piantate molto bene nel terreno. Piuttosto che parlare di consulenze e incarichi legali, dei repentini cambi al vertice di Multiservizi e Asm, del processo del porto e di altre questioni che sembrano segnare il dibattito legato all’avvio della stagione commissariale vorrei fare un punto su alcune cose che succedono in queste ore, di cui sento parlare poco e male. SPRAR, VINTA LA SFIDA DELL’ACCOGLIENZA AI RIFUGIATI E’ partito lo SPRAR. Il centro diffuso di seconda accoglienza per i migranti rifugiati. Un progetto che abbiamo studiato in collaborazione con la prefettura di Bari e che ci ha portato a vincere un finanziamento del Ministero dell’Interno di oltre 500mila euro per due anni. Piuttosto che rischiare di imbatterci nei tanti problemi che spesso danno i centri di prima accoglienza, i cosiddetti CAS (Centri di accoglienza speciale), in cui numeri spesso molto alti di migranti arrivano in città senza poter davvero sperimentare percorsi di inserimento socio-lavorativo, con tensioni sociali inevitabili, come è accaduto nella vicina Corato, abbiamo pensato di scommettere sull’accoglienza di secondo livello: un numero di rifugiati più contenuto, coinvolto in progettualità specifiche, con lo scopo del pieno inserimento nella vita molfettese. Oltre 20 rifugiati raggiungeranno Molfetta (in buona parte sono già arrivati) e, coordinati e seguiti da una cooperativa specializzata, che ha vinto un regolare bando di gara (la Oasi 2 di Trani), vivranno a Molfetta, dislocati in alcuni appartamenti cittadini. Il primo a mettere a disposizione uno spazio per l’accoglienza dei migranti è stato, e voglio dirlo pubblicamente, Don Angelo Mazzone, il parroco della chiesa Madonna della Pace, prete di servizio, di frontiera e di periferia, che predica bene e razzola meglio. Alcuni dei rifugiati alloggiano in casa canonica, altri in appartamenti messi a disposizione da privati e reperiti con non molta facilità. Non perché a Molfetta non ci fossero case sfitte sul mercato (come sappiamo e come leggiamo dai cartelli nelle agenzie immobiliari, la città è piena di fittasi e vendesi), ma perché c’è stata una reticenza da parte di molti proprietari. Ma noi non dobbiamo avere paura di spalancare Molfetta ai migranti rifugiati. Ce lo eravamo promesso in piazza a Capodanno, durante la marcia nazionale della Pace e ci siamo impegnati a partire dal settembre 2013, quando abbiamo dato vita all’esperienza dell’Ostello dell’Accoglienza durante la Festa Patronale: a Molfetta nessuno è straniero. Avviare uno SPRAR è una sfida enorme per una città. E sono certa che la piccola comunità di migranti rifugiati troverà a Molfetta una seconda casa, anche grazie alla collaborazione del Forum Molfetta Accogliente, del mondo del volontariato e dell’associazionismo e dei tanti giovani che hanno compreso appieno il valore della pratica del dialogo interculturale e interreligioso. E a chi ha voluto agitare la barzelletta del sindaco Natalicchio razzista che chiude lo sportello immigrazione del Comune (abbiamo sentito anche questo, in questi mesi) si è risposto ancora una volta con i fatti. Lo sportello comunale inaugurato negli anni Novanta servì a fronteggiare l’emergenza accoglienza legata all’ondata albanese di sbarchi e ha contribuito alla piena integrazione della comunità albanese a Molfetta. Oggi lo SPRAR è lo strumento adeguato a rispondere alle esigenze della nuova ondata migratoria, che arriva da Africa e Medioriente. E’ per questo che nel progetto abbiamo previsto mediatori culturali che parlino francese, inglese e arabo, aggiungendo quindi servizi che prima non c’erano. Niente paura, allora. Anche in questo caso Molfetta saprà mostrarsi all’altezza. VIA ALLA GARA PER IL CENTRO ANTIVIOLENZA E’ partita la gara per la costruzione del centro antiviolenza a piazza Rosa Luxemburg. Oltre 600 mila euro di investimento, che abbiamo inseguito e ottenuto grazie alla collaborazione di Regione Puglia, con cui dal primo minuto del mio mandato da sindaco avevamo condiviso il desiderio di aprire un Centro Antiviolenza a Molfetta al servizio delle donne vittime di violenza, come nella vicina Trani, o nei capoluoghi Barletta e Bari. E’ una doppia promessa che si mantiene: quella con le associazioni e la cittadinanza attiva che fin dai tempi della campagna elettorale del 2013 hanno condiviso questo importante punto del programma elettorale, a partire da una grande e bella manifestazione a piazza San Michele che ricordo ancora come uno dei momenti più intensi del percorso che ci ha portato al governo della città. E’ sempre stato questo il modello di città che avevamo in testa e che abbiamo costruito insieme nei tre anni successivi: una città di piccole opere socialmente utili, capaci di rispondere a bisogni reali della città, come quello che tante donne molfettesi hanno sussurrato alle nostre assistenti sociali, negli anni, senza però avere un servizio specifico a loro disposizione per fronteggiare gli abusi, gli episodi ripetuti di percosse o anche i casi di stalking e cyberstalking che sono molto più frequenti di quanto si possa pensare, in ogni fascia d’età. In attesa che l’opera sarà completata, a Molfetta abbiamo attivato intan-to uno sportello, a Palazzo Turtur, pensato e curato generosamente dalle appassionate professioniste (avvocatesse e psicologhe) dell’associazione Pandora. E anche la Consulta Femminile continua a battersi per l’attivazione del Binario Rosa nel pronto soccorso del nostro ospedale e per azioni di sensibilizzazione nelle scuole, insieme alla rete degli straordinari dirigenti scolastici e docenti della città. Sapere che tutto questo avrà presto un luogo, uno spazio specifico di intervento significa moltissimo per tutti coloro i quali ci hanno lavorato con la testa e con il cuore. C’è un secondo bisogno a cui quell’opera risponde che è quello di vivibilità, decoro e qualità urbana del quartiere Rione Paradiso. Tante volte ho incontrato le famiglie che abitano nei palazzi che danno sulla piazza, avvilite dal degrado dell’edificio delle ex poste, spesso ostaggio di incuria e vandalizzazioni. Investire su un servizio nel cuore di quella piazza significa restituire un pezzo di periferia a una rigenerazione urbana e sociale di cui sono particolarmente fiera. MADONNA DELLA ROSA TUTTO IN MOVIMENTO Un altro pezzo di periferia vede proseguire un percorso immaginato, voluto e costruito passo dopo passo, nei mesi di governo: l’ex Cementificio De Gennaro. Le ultime ciminiere di Molfetta, alle spalle della stazione, nel cuore del famoso “Comparto 18”, a valle del quartiere Madonna delle Rose, sono un esempio di archeologia industriale che, insieme all’ex pastificio, non ha eguali in città. Prima del 2013 erano ancora di proprietà privata, esattamente del costruttore ruvese Giuseppe Lovino, l’imprenditore che da anni con tenacia cerca di costruire a due passi dalle ciminiere un grande hotel di lusso. La sciatteria amministrativa ha lasciato quell’area, una cerniera strategica tra periferia e centro città, all’incuria e al degrado. Grazie all’impegno dell’assessore Rosalba Gadaleta e a un attivismo importante anche degli uffici comunali siamo riusciti a dare seguito a una convenzione con il costruttore e ad acquisire a patrimonio pubblico “le ciminiere” e l’edificio dell’ex cementificio. Lo stabile è diventato quindi di proprietà comunale, è tornato nella disponibilità di Molfetta e dei molfettesi. Abbiamo anche sbloccato oltre 100mila euro di prime urbanizzazioni dell’area alle spalle del sottopassaggio, un’area in cui sono stati fatti marciapiedi (per la sicurezza stradale dei tanti pendolari che la frequentano) e in cui è stata installata la pubblica illuminazione (per la sicurezza urbana di passanti e residenti). Oltre alle ciminiere è diventata pubblica anche la strada che collega il sottopassaggio e lo stradone al quartiere Poggiofiorito e quindi alle cosiddette “vie degli scrittori”, nonché a via Goerlitz e dintorni. Ma torniamo alle ciminiere. Nel piano delle opere pubbliche abbiamo deciso che anche per quest’area fosse fondamentale pensare a un’opera che incontrasse un bisogno reale della città. E il progetto, licenziato nell’ultima giunta comunale utile e che ho seguito personalmente, passo dopo passo, insieme all’assessore Marilena Lucivero, è quello di un museo esperienziale per bambini. I modelli che abbiamo studiato sono vari: Explora a Roma, l’area ludica della Fondazione Locatelli a Reggio Emilia, solo per fare due esempi. Una grande area coperta e scoperta per i bambini della città e delle città vicine, per potenziare l’offerta culturale e ricreativa cittadina. Un’area che potrebbe essere anche attrezzata a tema, ad esempio dedicandola alla preistoria, per metterla in circuito con il Museo del Pulo, rinato e ampliato, distante poco più di un chilometro in linea d’aria. Pochi giorni fa, è partito il bando per avviare i lavori nell’area. La stampa locale ne ha dato notizia come se il progetto nascesse dal nulla. Bene, tutta l’area è stata pensata e “liberata” in tre anni di lavoro controvento e controcorrente. E penso che anche per i futuri residenti del comparto 18, storia infinita risolta dalla nostra amministrazione in pochi mesi, poter contare nel proprio quartiere di un’area che al suo interno avrà un albergo e un museo esperienziale per bambini e non due ruderi con dentro sterpaglie e topi sia una scelta di un qualche valore. STRADE AL POSTO DEI SENTIERI FANGOSI Se le macerie, insomma, a Rione Paradiso e alle spalle della stazione saranno tolte in tempi non troppo lunghi sarà anche grazie alla passione con cui abbiamo pensato di trasformare il destino di questi spazi urbani dimenticati. Che non sono le uniche periferie di cui ci siamo occupati, visto che intanto sono stati tolti i ponteggi a Madonna dei Martiri e i lavori alle palazzine comunali, con tanto di ascensore, sono stati completati, così come è stato completato un primo “giro” di asfalto a Largo Paul Harris, riuscendo ad assicurare ai residenti del comparto 5 almeno di raggiungere i portoni delle proprie case senza sguazzare nel fango, e così come l’illuminazione a via de Chirico è stata completata e allacciata. BONIFICHE DEI PALAZZETTI Anche nel quartiere Levante due importanti risultati sono tangibili, frutto di un impegno amministrativo notevole e di un bel dialogo con il comitato di quartiere, sempre costruttivo e fiducioso. Mi riferisco allo sblocco del bando per cambiare il tetto del Palafiorentini e del Palazzetto di via Giovinazzo, per allontanare finalmente lo spettro dell’eternit e bonificare definitivamente i due edifici. I progetti erano stati approvati in una delle ultime giunte, le gare sono pronte a partire ora che finalmente la CUC (Centrale Unica di Committenza) con Bitonto, Giovinazzo e Ruvo è decollata. Intanto sono finiti i lavori dei campetti di Via Gramsci e si chiude un’altra pagina buia della stagione Azzollini. Il nuovo bando di gestione è pronto e un nuovo spazio pubblico destinato allo sport in città è pronto. STOP AL DISORDINE AMMINISTRATIVO A proposito di bandi, il settore socialità è andato a regime con le gare e questa è una soddisfazione enorme per chi ha trovato sulla propria scrivania, nel 2013, un disordine amministrativo assoluto e un sistema di proroghe ormai cronicizzato e pericoloso. Sono stati affidati con regolare bando Centro Minori “La strada e Le stelle”, Centro Minori “Liberi Tutti”, Centro per la Famiglie e Centro Disabili dia via Fremantle. C’è stato un ricambio nel settore delle cooperative assegnatarie e tutti i servizi sono rimasti aperti, a parte il Centro Anziani su cui sono certa che la dirigente Roberta Lorusso agirà presto e bene, in coordinamento con le associazioni cittadine che meritano ascolto e sostegno e che intanto assicurano agli anziani della città percorsi di vecchiaia attiva e lontananza dalla solitudine. ASSISTENZA AD ALUNNI DISABILI Su due bandi penso che dobbiamo tenere gli occhi molto aperti, pretendendo dal Commissario una immediata attivazione: quello sull’assistenza specialistica per gli alunni con disabilità nelle scuole e quello sulla piscina comunale. L’assistenza specialistica nelle scuole è stato un mio cruccio dal primo giorno d’insediamento dell’Amministrazione. Abbiamo trovato una situazione anomala, con oltre 200mila euro di denaro pubblico assegnati da anni senza bando ad associazioni di volontariato che svolgevano il servizio con generosità, ma fuori norma. Gli operatori non erano assicurati, regolarmente retribuiti e un servizio pubblico obbligatorio veniva gestito in una ambigua forma mista, una sorta di “volontariato a rimborso”. Abbiamo preso in mano la situazione e svolto un primo bando di gara, in cui abbiamo collaborato con grande passione e non poche tensioni con Asl e associazioni dei genitori per arrivare a una riforma del sistema, che prevedesse un minor numero di operatori ma qualificati e in regola, davvero capaci di mettere in campo progetti educativi individuali a favore dei bambini con autismo, con disabilità fisiche e intellettive. Tenere in piedi il bando nell’annualità 2015-2016 è stata una sfida difficile. I costi per il Comune sono stati impegnativi, abbiamo stanziati fondi aggiuntivi per completare l’anno scolastico e intanto portato a circa 600mila euro annui gli stanziamenti per la nuova gara d’appalto. Per lungaggini amministrative la gara non è partita per tempo e l’inizio dell’anno scolastico è stato difficile per le famiglie dei bambini con disabilità. Il servizio sarà al via il 10 ottobre, con un affidamento temporaneo alla cooperativa uscente, in attesadel pieno espletamento della nuova gara. Bisogna mettere in sicurezza e stabilizzare questa riforma importante e confido che il Commissario e la dirigente profondano ogni energia in questo. Le famiglie sono già provate dai ritardi nell’assegnazione dei docenti di sostegno da parte dei provveditorati. Si trovano, quest’anno, a dover stringere i denti e a iniziare l’anno scolastico in salita. Il Comune, la Asl, la cooperativa affidataria devono minimizzare i disagi e assicurare il prima possibile lo svolgimento della gara. PISCINA COMUNALE PERCHÉ TUTTO FERMO? Sulla piscina comunale, lo confesso, provo una grande delusione e frustrazione per come stanno andando le cose. Ci è voluto molto coraggio per chiuderla, per avviare una battaglia legale frontale con il concessionario che non ha pagato canoni e utenze per centinaia di migliaia di euro. Sono arrivata a sporgere denuncia alla Guardia di Finanza, personalmente, per alcune altre irregolarità su cui ho ricevuto segnalazioni e documentazione. Mi sono esposta, senza timore, e non nascondo che adesso mi sento sprotetta. Ma soprattutto mi sento male per loro: i lavoratori della piscina che hanno creduto nella nostra azione di pulizia, che non venivano pagati da mesi, che ci hanno sostenuto nella battaglia per la legalità e la giustizia. E però adesso mi raccontano che nulla si muove. E hanno ragione. Chi sta lavorando al nuovo bando della piscina comunale? Quanto tempo ci vuole? Perché non sono ancora partite le manutenzioni se, come tutti sappiamo, sugli impianti sportivi e sulla loro manutenzione straordinaria ci sono i cosiddetti “fondi del Porto” e quindi non esiste un problema di copertura finanziaria? Non capisco. E a tutti si risponde: “Abbiamo chiesto la collaborazione del Coni, stiamo aspettando”. Non è vero. La collaborazione del Coni l’ho chiesta io, scrivendo una lettera al presidente Malagò prima di lasciare il Municipio. Informandolo della gravissima situazione e chiedendo assistenza tecnica per i lavori di manutenzione straordinaria e giuridica per la redazione di un bando davvero all’altezza. Non so se a quella lettera Malagò ha mai risposto, eppure al Comune si hanno tutti i contatti per sollecitare questo intervento e comunque sui lavori di manutenzione si può andare avanti lo stesso, cominciare un progetto, dotarsi di un supporto al RUP specifico che possa mettere a punto un progetto adeguato. Invece sembra tutto fermo. Sui lavoratori c’è stato un impegno etico: quello di inserire una clausola sociale nel prossimo bando di gestione. Il Commissario dica parole forti e certe su questo: manterrà l’impegno, almeno per i lavoratori dipendenti che avevano un regolare contratto di assunzione? Undici tra uomini e donne, madri e padri di famiglie. E quando potranno i molfettesi rivedere l’impianto natatorio aperto? Faccio queste domande sapendo le difficoltà dell’amministrare e i difficili tempi della burocrazia. Ma sulla piscina serve uno scatto d’orgoglio e di efficienza e sono certa che il Commissario Passerotti e i dirigenti Lazzaro Pappagallo e Roberta Lorusso riusciranno a portare a casa anche il risultato della riapertura entro la prossima primavera. Non possiamo andare oltre, altrimenti tornerà la politica a guastare una storia che deve restare una storia di passioni e di sport e che dobbiamo sottrarre al tritacarne della prossima campagna elettorale. SERVIZI AGLI IMPRENDITORI E TELECAMERE ALL’ASI Concludo ricevendo dagli uffici comunali un’ultima bella notizia che voglio condividere: sono partiti i lavori per le telecamere in zona industriale. Entro Natale anche questo servizio aggiuntivo dovrebbe essere a posto. Veniamo da mesi difficili per gli imprenditori della zona. L’alluvione di luglio ha spaventato tutti e anche se i lavori di progettazione sulla mitigazione idraulica procedono ormai al galoppo sia sul versante ASI che su quello comunale resta ferma la richiesta degli operatori di servizi e attenzione costante verso quella che oggettivamente è la forza motrice dello sviluppo economico cittadino. Avevo preso un impegno con l’Associazione Imprenditori, con cui mantengo ancora oggi un dialogo fecondo, costruttivo, sereno e non ideologico: sviluppare nel mio mandato un programma specifico di interventi per la zona PIP. Bene: posso dire che abbiamo dato più che un segnale. Abbiamo dato l’unica cosa che agli imprenditori interessa: servizi che si possano toccare con mano. La segnaletica, l’asfalto, le manutenzioni del verde furono il primo passo. Il completamento dei lavori di raccolta delle acque meteoriche, della banda larga e soprattutto del gas la prova definitiva di un impregno teso a infrastrutturare la zona in modo serio. Ma insieme a Francesco Bellifemine, il mio primo assessore allo sviluppo economico, intuimmo da subito, parlando con gli operatori, che tra i bisogni primari dell’area c’era la sicurezza. E d’altronde io stessa sono stata in alcuni capannoni, personalmente, dopo furti e rapine a mano armata, toccando con mano l’angoscia dei proprietari e dei dipendenti. Candidammo a finanziamento nei primi mesi del mandato un progetto sulla videosorveglianza nell’intera zona. Trenta telecamere intelligenti, capaci di monitorare movimenti, di effettuare un traffic control e di svolgere una funzione di security e deterrenza. Abbiamo vinto oltre 100mila euro di finanziamenti tramite la Conca Barese, svolto la gara e finalmente i lavori sono in corso. Piccole opere socialmente utili: eccone un’altra. Che inciderà positivamente sulla vita reale di tante persone. Di questo e di molto altro voglio che si continui a parlare nei prossimi mesi: della città e non della politica autoreferenziale. Di piani, visioni, progetti e non di Natalicchio, Maralfa, De Nicolo, Azzollini, Caputo, Tammacco e Altomare. Confrontiamoci sulle opere avviate e ancora da fare, da presidiare nei tempi e nell’iter: le ciclabili, il waterfront, il PIRP, i campetti di calcio a Madonna dei Martiri e a via Salvemini, un rilancio serio e popolare della battaglia cittadina in difesa dell’ospedale, verità e giustizia sul porto nel processo penale e lavori di messa in sicurezza nell’area di cantiere. La pista di atletica, il digestore anaerobico, l’impianto di selezione della plastica, il parco del Tombino. Il Piano Urbanistico Generale. Molfetta non si può fermare. Noi stavamo lavorando sodo e duro ma l’instabilità politica ha avuto la meglio. Adesso bisogna ricomporre un quadro politico sano, bonificato, costruttivo e fecondo e rimettersi subito a lavorare. Non è stato facile lasciare la fascia tricolore, la stanza da sindaco, i dipendenti, gli impegni presi, le tante cose ancora da fare. Non torno sulle ragioni: chi ha voluto capire lo ha fatto, chi fa finta di non capire ci farà vedere cosa sa fare di meglio. Ma non consento a nessuno di convincere la comunità che sono rimaste solo macerie del 2013. Sono rimaste le cose, invece. Dappertutto. Le panchine, le altalene, le piazze rifatte, i parchi riaperti, i servizi ripartiti, i progetti sui binari. Smontare il 2013 e i tre anni successivi sarà un’impresa molto ardua. Abbiamo usato un cemento speciale, in questi anni. Materiale antisismico anche per i professionisti del disfattismo e dello sfascismo. Abbiamo un solo dovere: morale, politico, amministrativo ma soprattutto civile. Insistere, continuare. Il tema non è chi è il prossimo candidato sindaco. Non esistono i salvatori della patria, né gli uomini o le donne sole al comando. Esiste invece un progetto di città da difendere, un impegno collettivo che può e deve continuare. Nelle prossime settimane sarà compito delle energie migliori della buona politica cittadina rimboccarsi le maniche e ricominciare. Il candidato sindaco, come nel 2013, si troverà solo alla fine di un nuovo patto sulla città. Sul suo futuro, sul suo rilancio, sul suo progresso urbanistico, sociale e morale.

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