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Ticket, speculazioni sulla compilazione dei moduli INCHIESTA – Viaggio nel mondo della Sanità: le esenzioni sul contributo per i farmaci
15 ottobre 2002

Nelle sale degli ambulatori dei medici di famiglia non si parla d'altro e nei corridoi delle Asl tra le mani di medici, utenti e segretarie non ci sono che moduli di autocertificazione. Di cosa stiamo parlando? Naturalmente della reintroduzione del ticket sui farmaci e soprattutto delle nuove procedure per beneficiare della esenzione totale o parziale del dazio sulla salute. Se il governo nazionale continua a sostenere di non aver introdotto nuove tasse (ma le promesse non erano di tagliarle?), ci ha pensato la Regione Puglia, forte del federalismo fiscale, a colpire i contribuenti con l'aumento dell'addizionale Irpef dello 0,5% prima (portandola così all'1,5%, quota tra le più alte fra le regioni italiane) e a reintrodurre i ticket farmaceutici poi! “La spesa farmaceutica nella nostra regione è tra le più alte d'Italia e in seguito alla abolizione del ticket, quella a carico del servizio sanitario nazionale era ulteriormente lievitata”, spiega il dott. Vito de Pinto, titolare della farmacia in via Baccarini. Qualche correttivo era dunque necessario, soprattutto per fungere da deterrente al ricorso troppo spesso affrettato alle cure farmacologiche. Ma la soluzione intrapresa, ovvero il ripristino dei ticket con delibera della Giunta regionale dell'8 agosto 2002 n. 1162, non è costata al cittadino, come promesso dal presidente della Regione, Raffaele Fitto e dall'assessore regionale alla sanità Mazzaracchio, “quanto un caffè”. “Mediamente si paga un ticket di circa 4 euro a ricetta e per alcuni farmaci di fascia B si può arrivare anche a 12 euro a ricetta”, sottolinea il dott. de Pinto. Un caffè, o meglio una medicina amara da mandar giù per milioni di cittadini costretti a far ricorso alle cure mediche, che non può far pensare che si sia voluto anche far cassa sui bisogni primari. Per garantire le fasce sociali più deboli e le patologie più gravi è stato anche rivisto il sistema delle esenzioni introducendo nuovi parametri. L'operazione è scattata l'8 ottobre e durerà fino al 7 novembre. Per le richieste di esenzione il servizio sanitario regionale ha approntato dei moduli di autocertificazione che sono stati distribuiti alle Asl. La Regione ha anche ottenuto la collaborazione dei medici di base presso i quali è possibile ritirare e consegnare i moduli compilati, collaborazione non del tutto disinteressata in quanto la Giunta regionale ha promesso il rinnovo contrattuale per la categoria. “Per quel che riguarda i Comuni di Molfetta e di Giovinazzo in base alle precedenti esenzioni sono circa 12.000 gli aventi diritto per gruppi di patologia. Ma è importante che le richieste siano inoltrate ai medici in base ad un reale bisogno, non serve affrettarsi se al momento non si sta seguendo una terapia o non si ha bisogno di farmaci. Chi era esente è ancora esente”, si sforza di precisare il dott. Ruggeri responsabile della nostra Asl. La compilazione dei moduli è abbastanza semplice, non occorre allegare né lo stato di famiglia né copia della dichiarazione dei redditi, in quanto si basa sul sistema di autodichiarazione, alla quale va allegata copia di un documento di identità del dichiarante. “Inutile fare i furbi – spiega l'assessore Mazzaracchio – le autocertificazioni saranno verificate ogni mese a campione, dall'Agenzia delle entrate”. C'è, però, chi nella nostra città sta facendo il furbo e non per dichiarazioni mendaci, bensì sta approfittando del clima di incertezza e di bisogno creato da questa nuova normativa chiedendo del denaro in cambio di un aiuto per la compilazione dei moduli. Le cifre si aggirerebbero intorno ai 20 euro e a farne le spese sono naturalmente coloro che non hanno un grado di alfabetizzazione sufficiente o tale da comprendere il “burocratese” e più bisognosi di cure che non sanno da chi farsi dare una mano, nonostante l'invito a recarsi da patronati e Caf, che in verità anche a detta del responsabile della Asl “stanno creando un po' di confusione, nonostante la riforma sia ormai in vigore da due mesi”. Molto spesso ci sono cittadini che si stanno recando anche in farmacia per chiedere una mano “nei limiti del possibile stiamo collaborando anche noi, anche se non è una cosa di nostra competenza che fra l'altro va anche a scapito della privacy dei cittadini” evidenzia il dott. de Pinto. Il nostro invito non può che essere quello di recarsi nei centri appropriati per ricevere indicazioni per la corretta compilazione dei moduli e evitare consulenze private di sciacalli pronti a speculare sulla salute e sulle difficoltà persino dei più bisognosi. Una volta compilato il modello di autocertificazione si può consegnare all'apposito ufficio della Asl o anche ai medici di base che li vidimeranno e consegneranno alla Asl, la quale, valutato se la compilazione è conforme, provvederà alla registrazione e alla notifica agli studi medici che potranno direttamente “biffare” le ricette con l'indicazione di esenzione. “Si tratta di un aggravio di lavoro per tutti, ma stiamo collaborando per aiutare i nostri pazienti, altrimenti costretti a pagare per la continuità delle terapie. E' un sistema di dubbia utilità, ma di fronte al bisogno meglio questo che niente”, è il commento del dott. Gennaro Gadaleta Caldarola, medico di base. Sembra che la rete di collaborazione stia funzionando come ci conferma il dott. Ruggeri: “Stiamo registrando un'affluenza costante ma graduale, la collaborazione con i medici ci assicura maggiore tranquillità e ci aiuta a rendere migliore il servizio. Non occorre affrettarsi, non c'è rischio di rimanere esclusi nel caso si abbia diritto alle esenzioni”. Dal 7 novembre i moduli potranno essere consegnati direttamente alla Asl, anche se per la verità crediamo che le operazioni avranno tempi lunghi, non potendo non notare che solo attraverso un computer avviene la registrazione. Ci chiediamo perché far presentare anche agli invalidi una ulteriore domanda di esenzione se la loro condizione perdura tutta la vita? Niente caos dunque nella nostra città, ma tanta disinformazione che ha favorito l'insorgere di avidi speculatori. Michele de Sanctis jr. Chi ha diritto alle esenzioni Esenzioni totali sono state previste per i grandi invalidi di lavoro, per servizio, per gli invalidi civili al 100%, per gli invalidi di guerra titolari di una pensione vitalizia, per i titolari di sola pensione sociale e per i componenti di nucleo familiare con reddito annuo fino a 7000 euro. Aventi diritto a esenzione parziale sono, invece, i nuclei familiari con reddito annuo della famiglia fino a 11.000 euro, o fino a 16.000 euro con individui con patologia cronica o grave già accertate dalle Asl, o gli anziani di età superiore a 65 anni con un reddito annuo della famiglia fino a 24.000 euro. Il reddito del nucleo familiare si intende costituito dall'insieme dei redditi dello stesso al lordo delle ritenute fiscali.
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