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Sullo Statuto della “Multiservizi” il sindaco costretto a fare marcia indietro INTERVENTO
15 gennaio 2003

Questa volta è andata a buca! Presi con le mani nel sacco sono stati costretti a fare retromarcia. E' dall'inizio che questa amministrazione si è armonicamente allineata alla disciplina di Berlusconi: se hai un problema, fatti una legge. E', cioè, dal suo insediamento che questa amministrazione si ispira all'idea che le leggi siano fatte per essere eluse e, quando proprio non è possibile, si tira fuori una legge nuova che elimina la precedente. In questo caso il problema era: come gestire le opere pubbliche, cioè una parte consistente del bilancio comunale, eludendo il “fastidioso” obbligo delle gare d'appalto? Detto in altri termini: come si possono “scegliere” le imprese direttamente senza l'incertezza di un bando di pubblico dominio? Semplice. Cambiamoci la legge. Il grimaldello per scassinarla c'è: lo statuto della Multiservizi (nella foto, la sede della società). In Consiglio comunale, il centrodestra ha infatti imposto una serie di pesanti modifiche allo statuto della Multiservizi grazie alle quali questa società (nata per rispondere con efficienza ed efficacia alla manutenzione del patrimonio comunale) avrebbe potuto fare davvero di tutto e di più, dall'urbanizzazione primaria dell'intera la città alla realizzazione di reti di comunicazione e di controllo del traffico. A questo era stata aggiunta - ovviamente diciamo noi - la possibilità, per la Multiservizi, di affidare direttamente ad altre imprese tutti i lavori commissionati dal Comune, chiarendo così la prospettiva: opere pubbliche, anche di grande valore, sarebbero state assegnate direttamente a ditte esterne, senza più gare d'appalto, senza possibilità di partecipazione e di competizione tra le imprese, ma sulla base di scelte arbitrarie dell'Amministrazione. Insomma, per fare un esempio, si sarebbero potute costruire tutte le strade, le reti e gli impianti del nuovo piano regolatore, cioè opere per decine e decine di milioni di euro, affidandone la realizzazione alla Mulservizi e, quindi, tramite questa direttamente alla ditta “amica”. Ha tentato il sindaco di deformare la Multiservizi, questa azienda sana ed operativa, nella principale centrale della illegalità, ma non ci è riuscito. Ha dovuto mettere la coda tra le gambe e ritornare sui suoi passi!Infatti ciò che è stato fatto è illegittimo! Assolutamente illegittimo. L'Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici dà ragione all'opposizione, che ne ha chiesto l'intervento, e dichiara che le società miste non possono provvedere direttamente alla realizzazione di opere pubbliche. Inoltre, ribadisce che, per quanto riguarda i servizi, se la società affidataria è priva di adeguate qualificazioni tanto da dover ricorrere all'esterno, deve necessariamente procedere attraverso gara d'appalto all'individuazione dell'impresa che eseguirà i lavori. Dunque, anche la Multiservizi ha obblighi di trasparenza e correttezza come il Comune. Non può essere una zona franca in cui chi comanda può negoziare l'uso di denaro pubblico direttamente con le imprese magari sulla base di parametri che non hanno nulla a che fare con quelli dell'interesse pubblico. La legge c'è, esiste ancora, nonostante la Casa delle Libertà e Berlusconi, e vale anche per la Multiservizi. Per i tempi che corrono è una conclusione che dà fiducia. Vuol dire che lo stato di diritto, il senso delle regole, le garanzie delle istituzioni resistono ancora, non sono state ancora del tutto sovvertite. E' troppo ricordare che amministrare un “Comune” significa obbligarsi agli affari di tutti e non obbedire a quelli propri? Il sindaco ha dovuto ritrattare e, nella risposta all'Autorità, ha “candidamente” affermato che il Consiglio non intendeva affatto autorizzare la Multiservizi ad affidare a terzi l'esecuzione dei lavori a “suo piacimento” e che “ovviamente” la società non può sottrarsi all'osservazione delle leggi in tema di lavori pubblici e di servizi. Peccato che, nella prima seduta di approvazione dello statuto, i suoi consiglieri avevano affermato esattamente il contrario e bocciato, compatti, due emendamenti dell'opposizione che andavano in tale direzione, come si può evincere dai verbali della seduta del Consiglio comunale! Solo successivamente, quando il centrosinistra ha riproposto la rettifica dello statuto, non hanno potuto sottrarsi. Lo statuto modificato non verrà più recepito dal Consiglio di Amministrazione della Multiservizi. Il gioco è finito. E non ce ne dispiace affatto visto che la Multiservizi l'abbiamo istituita noi e con ben altri scopi. Maria Sasso
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