Spariscono le chianche storiche restauro a colpi di martello
A Molfetta si “restaura” a colpi di martello. Sono da poco partiti i lavori di recupero dei 4.000 metri quadrati di basolato distribuito tra strade di Molfetta Vecchia e superfici di piazza Minuto Pesce e piazza Gramsci. Un nostro lettore dell'hinterland ha portato alla nostra attenzione alcune irregolarità. I lavori stanno procedendo nell'assoluto disprezzo delle più elementari leggi in materia. L'azienda che si sta occupando del restauro e che al momento sta operando su via Sant'Orsola sta avanzando con l'integrale sostituzione delle storiche basole del centro storico della nostra città con nuove, bianchissime lastre di pietra da 12 cm di spessore. Da sfondo un'Amministrazione Pubblica del tutto consenziente dato che ad essere pubblicizzato, persino su altre testate locali, è un progetto che non solo non risulta così descritto nelle carte ufficiali ma, tanto meno, è quello approvato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Bari. Nelle intenzioni del Comune, infatti, v'è la volontà di procedere al recupero delle basole solo per via Piazza, nel vecchio borgo, mentre nelle traverse laterali bisognerebbe procedere con la sostituzione con nuove basole. Di tutto questo non si fa menzione. Tant'è vero, che la Sovrintendenza, nella sua lettera di approvazione scrive che “[...] nell'esprimere parere favorevole sul progetto prescrive tuttavia le seguenti condizioni: la rimozione delle basole dovrà essere eseguita con cura ed attenzione per la loro successiva ricollocazione nel medesimo sito [...]” Eppure a Molfetta Vecchia si sta procedendo con apparente ingenua superficialità; le chianche vengono spaccate e sollevate e nell'arco di 24 ore vengono spostate dal sito iniziale. In pratica si sta chiaramente andando contro la concessione che, nel suo seguito, è ancora più chiara. “[...] Eventuali integrazioni potranno essere realizzate solo nel caso di materiali assolutamente non recuperabili [...]” Si procede, del resto, speditamente, nel posizionamento di nuove basole che ovviamente non sono quelle originarie, misteriosamente scomparse. L'Amministrazione tace mentre nel cuore antico della nostra città si fa del Codice, dei Beni Culturali e del Paesaggio, solo carta straccia. Premesso che il nostro centro storico ovviamente rientra nei parametri richiesti, nell'articolo 29, nella sezione Conservazione, perché di conservazione del basolato dovrebbe trattarsi, si asserisce chiaramente che il bene deve essere mantenuto nell'integrità, nell'efficienza funzionale e nell'identità del bene. Il Codice, quindi, afferma che una strada antica non si restaura togliendo le vecchie basole e mettendone di nuove. Irregolarità nell'operato trapelano anche da altro punto della lettera d'approvazione per il Progetto di rifacimento del basolato calcareo. La sovraintendenza afferma che “[...] appare del tutto evidente la volontà di operare nel senso della conservazione del basolato esistente, che tuttavia confligge con la stima percentuale del materiale lapideo oggetto della sostituzione[...]”. Infatti il Comune stima che solo il 30% delle chianche storiche potrà essere recuperato mentre per la restante parte si dovrà procedere per sostituzione e questo è scritto nelle carte ufficiali. Ovviamente, senza alcuna cura ma soprattutto senza alcuna intenzione di recuperare tali basole questa soglia ridicola può senz'altro essere onorata. Del resto, quantomeno ad un'occhiata veloce, probabilmente la superficie di via Piazza rappresenta quel 30% che la Sovraintendenza stessa ha indicato come percentuale troppo bassa da recuperare. In altre città della Terra di Bari, ad esempio Polignano e Terlizzi, grande fu lo scandalo per lavori che si stavano perpetrando analogamente a quelli nella nostra città a tal punto che, volendo citarne una, a Terlizzi l'Amministrazione bloccò l'azienda incaricata. A Molfetta, invece, pare che sia proprio questa la rotta assunta da un'Amministrazione che, volente o meno, aiuterà i soliti fortunati a guadagnare su un mercato nero fiorentissimo. La pavimentazione storica che ha fatto da passerella agli antenati dell'attuale società molfettese vengono portate via da maldestri operai con il benestare dell'amministrazione. Da un punto di vista meramente pratico se non si fermano i lavori scompariranno circa 2800 metri quadri di pietra per un giro d'affari da decine di migliaia di euro. In molti temono che quanto di terribile è avvenuto per piazza municipio possa ripetersi in grande stile sull'intero centro storico. Allora il tanto sbandierato recupero dello splendido colore naturale di Molfetta Vecchia altro non sarà che un improbabile falso storico o meglio una gran bella truffa sotto gli occhi di 56.000 molfettesi residenti.
Autore: Sergio Spezzacatena