Situazione da paura. Con le mareggiate non si dorme più
Il problema e i rischi che comporta lo stato attuale del porto di Molfetta colpiscono all’incirca 4 famiglie ad imbarcazione che subisce danni. La situazione del nuovo porto provoca solo problemi e disagi. Vedere per credere. Con una leggera tramontana si può già osservare il dondolio e le oscillazioni insolite dei pescherecci a ridosso della banchina. Di seguito vi proponiamo una carrellata di opinioni dei lavoratori che dalla pesca e sulle barche ci vivono e il mare lo conoscono bene e sanno i danni che può causare. Pasquale, 49 anni, comandante: Da più di vent’anni che lavoro su pescherecci non ho mai visto niente di simile. La paura e il terrore che abbiamo vissuto in queste ultime settimane non ha precedenti. Il porto di Molfetta allo stato attuale è un pericolo per le nostre imbarcazioni. Sabato 24 ottobre più d’uno ha rischiato di perdere la barca, il mare all’interno del porto era più agitato che fuori. Temiamo che con l’avanzare dell’inverno la situazione peggiorerà. Luca, 52, armatore: Non dormo più, per noi non c’è più riposo. Il sabato e la domenica li passo sul porto a controllare la barca. I giorni che per noi erano di riposo e preparazione per la settimana successiva, oggi sono di ansia e agitazione continua. Tutto ciò prima non accadeva o si era in apprensione solo in caso di “Forza 8-9”, ma comunque i pericoli erano inferiori. Io devo ancora fi nire di pagare la barca e adesso rischio che il mare me la porti via. Sarei rovinato ho tre fi gli da mantenere. Il Comune facesse un’assicurazione sulle nostre barche così tutti saremmo più tranquilli. Giuseppe, 26, marinaio: Non ho un’esperienza longeva, ma quando abbiamo attraccato la barca in altri porti ed in condizioni peggiori, non ci sono stati problemi. A Molfetta la situazione è da paura... Cosimo, 58, ex armatore: Io la barca l’ho venduta da poco. I rischi erano troppi. Sono andato in pensione in anticipo e arrivare a fi ne mese è dura. Adesso poi con il porto nuovo e con le spese aggiuntive di manutenzione straordinaria ci avrei solo rimesso. Il nostro è un mestiere in via d’estinzione, ma se la situazione va avanti cosi ci estingueremo prima del previsto. Pantaleo, 47, motorista: Ciò che si sta verifi cando a Molfetta ha dell’incredibile. In fase di navigazione a mare aperto, abbiamo meno diffi coltà che ad entrare ed ormeggiare nel porto. La manovra di ancoraggio è diffi coltosa e non sembra d’essere in porto. Antonio, 50, armatore: In quel fatidico 24 ottobre viste le diffi coltà e i rischi di attraccare la barca in porto sono stato costretto a spostarmi a Mola di Bari, con i relativi disagi e costi aggiuntivi. Di questo passo le barche da Molfetta se ne vanno o rischiano grosso. Il problema è che nei porti limitrofi non c’è spazio e i disagi si moltiplicherebbero. Ruggiero, 20, marinaio: Non avevo mai visto niente di simile, il mare era allo stesso livello della banchina, in alcuni tratti per giunta danneggiata. Motoscafi ribaltati che si scontravano tra loro danneggiandosi e stessa sorte per i pescherecci che subivano lesioni. Girolamo, 49, armatore: Sabato 24 siamo stati costretti a lasciare la barca in posizione di rada con le dovute misure di sicurezza per evitare che battesse contro la banchina. Ultimamente in questo porto (Molfetta) si rischia di danneggiare la barca e i danni chi ce li paga? Ogni qualvolta portiamo la barca sul cantiere per riparazioni extra, sono migliaia di euro che perdiamo. Dalle testimonianza raccolte dai marittimi emerge che il problema del porto non sarà di semplice e rapida soluzione. Tutt’altro, infatti, stando alle parole di uno degli armatori ascoltati, le soluzioni ad oggi sono due: la riapertura del molo in modo da evitare la risacca che si crea all’interno del porto, oppure l’allungamento di 500-600 metri del pontile del nuovo porto in modo “da proteggere” l’entrata dei pescherecci. Entrambe le soluzioni non ci sembrano di rapida attuazione per questo ci stiamo mobilitando con i nostri mezzi affi nché il Comune ci dia delle risposte (ma, come al solito, nessuno vuole parlare, forse perché non hanno nulla da dire o il problema interessa poco a loro). Nel frattempo non ci resta che sperare che il mare salvi i suoi fi gli il più a lungo possibile.
Autore: Leonardo de Sanctis