Si parla di fruttivendoli abusivi e la maggioranza scappa. E il sindaco concede loro di nuovo strade e marciapiedi
Si parla di ambulantato e piano del commercio (scaduto il 18 aprile) per fissare le regole e la maggioranza di centrodestra scappa. Proprio così il sindaco Antonio Azzollini ha ordinato ai suoi uomini di abbandonare il consiglio, facendo saltare la seduta già programmata. E tutto per non affrontare l’argomento scottante dei fruttivendoli abusivi e rinviare ogni cosa per permettere agli stessi di continuare a occupare strade e marciapiedi cittadini, contro la stessa decisione della magistratura che aveva ordinato lo sgombero delle bancarelle e sequestrato le aree con il blitz dei carabinieri del 7 giugno scorso, di cui Quindici ha dato ampio resoconto sul numero scorso. Così consiglieri di maggioranza assenti in aula, consiglio saltato per la mancanza del numero legale di partecipanti e rimandato a data da destinarsi. Solo due conferenze stampa, in separata sede, in cui maggioranza e opposizione hanno manifestato intenzioni e programmi in riferimento a questa che molti cittadini definiscono «una schifezza ». «Non siamo stati presenti in aula consiliare per evitare toni aspri e demagogici », la giustificazione del sindaco senatore Antonio Azzollini, che ha ribadito maggiore celerità per l’iter di elaborazione e approvazione del nuovo Piano del Commercio. «Definiremo un piano per il miglior decoro della città e per razionalizzare il commercio interno, senza trascurare la legittimità dello stesso, le questioni igieniche e la vigilanza serrata, evitando lo straripamento degli operatori del settore»: queste le «buone intenzioni» della maggioranza, che chiede una consultazione con gli operatori stessi e un confronto politico con l’opposizione, «in caso contrario il nuovo Piano di zona sarà approvato solo con voti di maggioranza». Il sindaco Azzollini ha palesato il suo «disegno » del Piano del Commercio, quello che la maggioranza proporrà al prossimo consiglio: regolare la metratura delle aree di commercio conciliando necessità di vendita e occupazione di suolo pubblico. «Sono anche disposto - ha sottolineato il sindaco Azzollini - a concedere un metro in più rispetto agli standard per l’area di vendita, purché non sia occupato altro spazio». «Noi non ci stiamo»: voto contrario dell’opposizione nelle risolute parole dei consiglieri di opposizione, che, pur riconoscendo l’urgenza di riabilitare al lavoro coloro che non possono esercitarlo a causa del blitz, ribadiscono la necessità di «garantire paletti certi, anche per coloro che hanno esercitato la propria attività all’interno della legalità», onde evitare che si ripropaghi l’ambulantismo, «organizzando, invece, una dorsale commerciale». Netta opposizione alla succitata proposta del sindaco Azzollini: trasformerebbe la città in un bazar. «L’area pubblica è lo spazio di tutti, non di nessuno». Intanto nella mattinata era stata approvata dal sindaco Azzollini un’ordinanza comunale, sconosciuta ai consiglieri di opposizione, con cui si regolamentarizzano in via transitoria le strutture degli ambulanti: le aree di vendita di frutta e verdura sono state ripristinate nelle zone adiacenti a quelle sequestrate. «È stato un provvedimento necessario per garantire alle famiglie colpite un reddito minimo, senza lasciarle allo sbando»: la sua provvisorietà scadrà il 30 settembre 2010. Nel frattempo dovrà essere aggiornato il Piano del Commercio che, dunque, dovrebbe riconoscere la legittimità delle aree dedicate all’ambulantato: un piano decennale che potrà anche implicare degli investimenti economici da parte del Comune e dei venditori di frutta e verdura per «abbellire» e rendere più decorosi i luoghi di vendita. Un’ordinanza dettata dalla «logica del tampone», ha suggerito il consigliere Porta: «il tentativo di rabberciare una soluzione, ripristinando una situazione che le forze dell’ordine hanno cercato di eliminare». Questo evidenzia, ha incalzato Giovanni Abbatista, consigliere di opposizione e segretario del Pd, che l’amministrazione Azzollini è «incapace di governare i processi socio-politici e di affrontare i problemi della cittadinanza ». Nel 2009 era stato insediato un gruppo di lavoro per aggiornare il Piano del Commercio, ma è stato necessario aspettare l’evoluzione drammatica della vicenda per smuovere le coscienze delle poltrone: perché questo ritardo? Per la Sinistra molfettese l’onnipresente liberalismo azzolliniano è solo reclutamento del consenso e povertà d’idee: l’assenza in aula consiliare lo dimostrerebbe. A buon diritto, si può dire che l’amministrazione navighi a vista, smerciando parole e grandi progetti, piuttosto che dimostrarsi decisiva nelle reali problematiche della città. Alle sollecitazioni politiche dell’opposizione ci sono state solo risposte cartacee: il consigliere comunale di opposizione Nicola Piergiovanni (Sinistra e Libertà) ha richiamato la delibera 68 del 2009, che non solo invita alla verifica «della regolarità dei requisiti di quanti sono stati autorizzati a svolgere commercio ambulante di prodotti ortofrutticoli», negando nuove autorizzazioni e rinnovi, ma propone «entro il 31.12.2009 la discussione in Consiglio Comunale di una proposta di aggiornamento straordinario del Piano Comunale per la Disciplina del Commercio su aree pubbliche approvato con delibera del Commissario Prefettizio n. 5 del 18.04.2006». Nella delibera 68 si manifesta, dunque, la necessità «non ulteriormente procrastinabile » di razionalizzare e controllare le attività commerciali ambulanti, per scongiurare «fenomeni che nulla hanno a che vedere con la civile convivenza» e «offrire l’immagine di una città senza controllo e senza rispetto delle regole», individuando, predisponendo e attrezzando aree mercatali per l’esercizio di attività di vendita e il necessario rispetto delle norme igieniche e di garanzia dei cittadini. Siamo nel 2010 e l’amministrazione ha prolungato l’attesa fino al 30 settembre. Intanto, è cominciato lo scontro politico-comunicativo tra maggioranza e opposizione. La realtà è, però, questa: l’ordinanza del sindaco ripristina una situazione che la cittadinanza non riesce più ad accettare. E malgrado le proteste, il sindaco testardamente va avanti per la sua strada, salvo a far pagare le conseguenze ai molfettesi.
Autore: Marcello la Forgia