Servizio civile, i giovani con la Caritas
Un'occasione per essere utili agli altri e imparare la solidarietà
Un modo per i giovani di vivere e testimoniare i valori della non violenza, della solidarietà, dell'aiuto agli altri, è rappresentato dal servizio nazionale civile.
Sancito per la prima volta in Italia nel 1972, in alternativa al servizio militare obbligatorio, per difendere la patria con mezzi ed attività non militari, si è arricchito man mano di finalità ancora più ampie. Infatti, quest'attività di volontariato può essere esercitata sia da uomini sia da donne contribuendo alla loro formazione civica, sociale, culturale e professionale, mediante enti convenzionati dallo Stato.
Diversi sono gli enti convenzionati ed uno di questi è qui a Molfetta la “Casa d'accoglienza don Tonino Bello”, all'interno del quale operano molti volontari che hanno deciso di mettersi al servizio degli altri. Il centro accoglie soprattutto persone con problemi economici ed anche gli extra comunitari nell'attesa di regolare il permesso di soggiorno. La struttura non ospita alcolisti, tossicodipendenti e né persone con problemi mentali, ma è volta soprattutto al recupero degli emarginati. “Gli ospiti – dice a “Quindici” una delle volontarie, Giulia Amoia - sono seguiti nel loro processo di crescita”.
Il servizio civile nazionale scelto da Giulia è promosso dalla Caritas Italiana con la collaborazione del Servizio Pastorale Giovanile. Giulia è una ragazza apparentemente come tante altre, solo da sempre sensibile alle problematiche sociali. Il suo avvicinamento al servizio è avvenuto circa un anno fa dopo aver maturato l'idea di fare davvero qualcosa per gli altri. La Caritas seleziona soprattutto ragazzi della diocesi e Giulia è la presidente della Gioventù Francescana del terzo ordine.
Il servizio civile prevede tre corsi di formazione: uno ad inizio servizio dove i ragazzi sono messi alla prova; l'altro a metà servizio, dove si effettua un primo bilancio; ed infine c'è il corso di fine servizio.
”I corsi sono durati quattro giorni - continua Giulia “abbiamo avuto la possibilità di farci conoscere dai responsabili del centro e di conoscere i progetti”. Le attività previste all'interno del centro sono pratiche, si pulisce la struttura, si cucina, ma non si tratta d'attività fini a se stesse poiché sono rivolte a migliorare la relazione con gli ospiti. Tra i volontari e gli ospiti si crea un rapporto d'amicizia, che non deve sfociare però nella tendenza all'assistenzialismo. Lo scopo del centro è di insegnare ai disagiati a volare da soli. Giulia verso settembre terminerà il servizio civile ma afferma: ”Non perderò mai di vista quel che ho imparato qui e l'importanza di mettermi al servizio degli altri”.
Alessandra Palmiotto