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Scuola, la Moratti vuole chiudere l'Ipsiam e l'Itis Il preside Gagliardi: fuga di notizie per danneggiarci; c'è gran confusione
15 settembre 2002

Qualche decennio fa si sviluppò in Inghilterra l'idea di Welfare State, uno Stato del “benessere” che aveva il compito di assistere il cittadino “dalla culla alla tomba”. Questo attraverso la nazionalizzazione di industrie e trasporti, la completa gratuità delle prestazioni mediche, un sistema fiscale progressivo e il sostegno a scuola e istruzione. Certo vien da sorridere di fronte a tutto questo se pensiamo a quel che sta accadendo in Italia oggi. Dal piano di riordino ospedaliero del governatore Fitto, vero e proprio taglio di reparti ed interi nosocomi mascherato da tante parole e negazioni dell'evidenza, alla riforma del ministro Moratti che va a colpire 91 istituti pugliesi, ovunque si respira un'aria lugubre e terribile. Il ministro ha deciso di ridimensionare tutti quegli istituti nei quali ci sono meno di 9,5 alunni per ogni insegnante. Il dubbio è atroce: ci sarà un accorpamento di scuole come per gli ospedali o solo un taglio degli organici? Il “progetto” colpisce per lo più gli istituti professionali, la cui sopravvivenza è a questo punto da considerarsi a rischio. Molfetta è coinvolta e in misura allarmante: l'Istituto Tecnico Industriale “Ferraris” e l'Ipsiam, Istituto Professionale per la Marina, l'Industria e l'Artigianato (nella foto)sono interessate da questo piano di riforma, che a detta del direttore generale dell'istruzione, Giuseppe Fiori, dovrebbe partire dal 2003-2004. Un istituto storico come il “Ferraris2, che ha sempre avuto un altissimo numero di studenti iscritti, rischia di dissolversi, magari finendo accorpato a qualche scuola di Bari. L'altro scandalo è che nella lista compaiono istituti come il “Panetti”, il “Pitagora” e il “Romanazzi” di Bari, vere e proprie istituzioni nel campo dell'istruzione in Puglia. È curioso che mentre Fiori getta acqua sul fuoco, parlando di uno studio di massima, che è “tutto di là da venire”, sia stata diffusa questa vera e propria lista di proscrizione. Un altro particolare indicativo è che, come ha affermato il segretario regionale della Cgil, Milici, al momento di bandire il concorso per dirigenti scolastici, il ministero ha messo a disposizione 1.500 posti anziché i 3.500 necessari. Da qui si potrebbe intuire che alla base c'è l'idea di una riduzione del numero di scuole. Ma come hanno reagito i presidi degli istituti a rischio? C'è chi ha parlato di scandalo, chi non riesce a crederci, di fronte all'eventualità di una cancellazione di istituti storici, chi aspetta comunicazioni ufficiali del Ministro (che non ha ancora informato i dirigenti scolastici…). Sentiamo cosa ne pensa il Preside dell'Istituto Professionale per la Marina, l'Industria e l'Artigianato, prof. Gagliardi. Come commenta la presenza del suo istituto nella lista? “Devo dire che la media nazionale di 9, 5 alunni per studente non tiene conto delle diversità. Nel nostro istituto, come per esempio nell'altra scuola molfettese interessata, l'ITIS, abbiamo un insegnante teorico, uno pratico, e un assistente, cosicchè il numero di docenti risulta moltiplicato. Ciò è testimoniato dal fatto che il nostro istituto nasce con 20 classi ma si estende su 9000 mq di aree coperte, tra laboratori e locali vari”. Il provvedimento Moratti, inserendo la sua scuola, dimostra di non conoscere la grande funzione che quest'istituto svolge a livello territoriale? “Uno dei nostri primi obiettivi è la scolarizzazione, l'educazione di tutti i ragazzi a rischio, che non venendo qui sarebbero per strada o chissà dove. In più tentiamo di dar loro una base di insegnamento professionale. È proprio al fine di perseguire questi scopi che il Provveditorato stesso ci concedeva di formare delle classi con un numero di alunni al di sotto della media. Quindi siamo una scuola a forte impegno sociale”. Comunque si avverte una certa confusione attorno a questa vicenda. Pare che non vi sia stata alcuna comunicazione da parte del ministro alle scuole. “Infatti, non è arrivata alcuna comunicazione. Ho anche pensato ad una fuga di notizie pilotata, per far scoppiare il caso e poi concedere il contentino. È come quando si fa diffondere la notizia di un aumento delle tasse del 20%, si alza il polverone e le tasse in realtà aumentano “solo” del 10%. E siamo tutti contenti… Spero non sia questo il caso. La vera stranezza è che due mesi fa le scuole della provincia di Bari sono state divise in tre fasce: la prima comprendeva gli istituti afflitti da gravi problemi di tipo sociale, e si prospettavano aumenti economici del 25%. Noi eravamo in questa fascia, ora non siamo più buoni. Direi che c'è una gran confusione…”. Preside, secondo lei si va verso un ridimensionamento o una chiusura, con eventuale accorpamento ad altro istituto? “Credo che la soluzione sia obbligata: vogliono chiudere e convogliare gli alunni verso altre scuole vicine. D'altra parte abbiamo IPSIAM a Molfetta, Risceglie, Giovinazzo e Terlizzi, e probabilmente per qualcuno sono un po' troppi. Due anni fa il nostro istituto era stato interessato da un piano di razionalizzazione, essendoci stato tolto il controllo dell'Alberghiero, che avrebbe sicuramente riequilibrato il rapporto alunni-docenti. Ora oltre il danno, la beffa, fanno in modo di abbassarci la media con la razionalizzazione, poi vogliono eliminarci. Sta avvenendo la stessa cosa degli ospedali, ma noi non siamo un ospedale…”. Michele Bruno
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